Juve, è lo Scudetto del fatturato: l'era d'oro di Andrea Agnelli

Serie A

Francesco Giambertone

Andrea Agnelli, presidente della Juventus da maggio 2010 (Foto LaPresse)
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Sotto la gestione del presidente bianconero sono arrivati 6 Scudetti di fila e i ricavi sono più che raddoppiati. La rosa della Juventus oggi vale 450 milioni: sul mercato ne sono stati spesi in media 110 ogni anno. E grazie a sponsor, stadio e Champions League il gap sulle avversarie in Italia continua a crescere

I soldi non fanno la felicità, ma di sicuro aiutano. Anche nel calcio. La Serie A lo ha capito bene da quando Andrea Agnelli è diventato presidente della Juventus: in 6 anni ha portato a Torino altrettanti Scudetti, compreso quello simbolico ma fondamentale del fatturato. Dal 2011 i bianconeri si sono imposti in campo e nei conti, dove hanno recuperato il gap con le altre big italiane fino a superarle, addirittura doppiandone alcune. Merito di una dirigenza che ha saputo sfruttare al meglio lo stadio di proprietà, gli accordi commerciali e i risultati sportivi. Innescando un circolo virtuoso tra vittorie e incassi che non sembra potersi arrestare. E mentre le altre annaspano, la Juve vince e si fa sempre più ricca.

Fatturato Juve: in 6 anni è più che raddoppiato

Prima che Agnelli vincesse il suo primo Scudetto da presidente i ricavi bianconeri, settimi in campionato e fuori dall'Europa, erano crollati a 154 milioni. Ai tempi, molto meno del Milan stabilmente in Champions (235) e dell'Inter fresca di Triplete (211), mentre i fatturati di Roma e Napoli si fermavano a 144 e 115 milioni. Nel corso di questi 6 anni tutto è cambiato: le “revenues” della Juventus sono più che raddoppiate. Nel 2016 hanno toccato quota 340 milioni, ben 122 milioni in più della Roma che è diventata la seconda “potenza” economica del nostro calcio.

E intanto le milanesi hanno smesso di crescere: il Milan nel 2016 ha fatturato 20 milioni in meno di 6 anni fa (215), l'Inter ne ha persi 32 (ora è a 179). Così i bianconeri, che dal 2012 hanno disputato 5 edizioni della Champions League di fila compresa una finale, hanno cambiato sponsor tecnico siglando con Adidas un accordo multimilionario e venduto bene i propri campioni – come Pogba, Vidal, Morata e Coman – senza perdere rendimento. La classifica dei top club europei per fatturato vede la Juventus ancora lontana dagli oltre 600 milioni del Manchester United, ma ormai fissa nella top 10. Una gestione aziendale che ha dato i suoi frutti sul terreno di gioco.

Juve, mercato da top club: in 6 anni spesi 665 milioni

Così la Juve ha potuto rinforzare la squadra di anno in anno, spendendo sempre di più e sempre meglio. Higuain (90 milioni) e Pjanic (32) nell'ultimo mercato estivo sono stati i due pezzi forti di una campagna acquisti 2016/2017 monstre: nelle due sessioni Agnelli e Marotta hanno speso 191 milioni di euro, anche grazie alle super cessioni di Pogba (105) e Morata (30). In 7 stagioni con Andrea presidente (si insediò nel maggio 2010) dalle casse bianconere sono usciti per il mercato circa 665 milioni e ne sono entrati 418. Ma non è stato tutto oro. In principio furono i 12 milioni per il “Malaka” Martinez e i 15 per Krasic, poi arrivarono i parametri zero come Pirlo, Pogba e Dani Alves: anche i dirigenti bianconeri hanno fatto passi da gigante. Come la rosa della Juventus.

La rosa della Juve vale 450 milioni: 118 in più del Napoli

Oggi il valore di mercato dei giocatori juventini secondo Transfermarkt è di 450 milioni di euro: il doppio di quelli del Milan e molto più delle (ex) concorrenti per lo Scudetto: la rosa del Napoli è valutata 332 milioni, l'Inter arriva a 329, la Roma si ferma a 306. Merito anche delle rivalutazioni di gente come Khedira (il cui prezzo oggi è stimato a 23 milioni) e Bonucci, che non sarebbe ceduto per meno di 40. I calciatori della prima Juve di Agnelli, che chiuse settima con Delneri, valevano nel complesso 325 milioni: in 7 anni la rosa bianconera ha una valutazione superiore quasi del 40% rispetto a quella del 2011. I soldi non fanno la felicità. Ma 6 Scudetti di fila sì, e non arrivano per caso.