
Amarcord da Figurine Panini nel parallelo tra i bergamaschi dall'aritmetica Europa League e i nerazzurri di 26 anni fa, ultima avventura in Coppa Uefa. Ecco quindi che la coppia Gomez-Petagna ricorda Caniggia ed Evair, Kessié e Kurtic come il tandem Bonacina-Stromberg

A distanza di 26 anni l’Atalanta ritrova l’Europa, un traguardo memorabile conquistato da rivelazione del campionato. Oggi come allora è tempo di festeggiamenti a Bergamo per la squadra di Gasperini: perché non tracciare un parallelo tra i nerazzurri targati 1991 e la squadra del Papu Gomez dai tanti giovani? -
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Il passato internazionale dell’Atalanta recita quattro partecipazioni alla Mitropa Cup (semifinale nel 1962 e 2° posto nel 1985), la clamorosa avventura in Coppa delle Coppe 1987/88 interrotta in semifinale con la squadra in Serie B fino ai due gettoni consecutivi in Coppa Uefa, l’ultimo dei quali datato 1991. Ecco quindi che l’impresa degli uomini di Gasperini restituisce a Bergamo un palcoscenico lontano oltre un ventennio -
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L’eredità di Mondonico e un 7° posto in campionato avevano propiziato l’accesso alla Coppa Uefa 1990/91. Se i nerazzurri allenati da Frosio prima e Giorgi poi chiusero la Serie A in decima posizione, l’avventura in Europa vide l’Atalanta eliminare la Dinamo Zagabria di Boban oltre a Fenerbahce e Colonia piegate a Bergamo. Nei quarti fu l’Inter di Trapattoni a frenarne la scalata con il 2-0 di Serena e Matthaus a San Siro -
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Un cammino in Europa League tutto da scrivere per l’Atalanta allenata da Gasperini, artefice di risultati da big e record spezzati: 66 punti in Serie A e ben 19 vittorie totali (caduto il primato di 17 che durava da 67 anni). Impressionante il peso offensivo della difesa (18 gol), un’eccellenza in Europa come i tanti talenti in orbita azzurra avvistati sui radar di mercato. E un Papu Gomez da 14 gol e 7 assist non si era mai visto -
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FABRIZIO FERRON/ETRIT BERISHA. Iniziamo quindi un confronto in chiave europea a partire dai portieri, entrambi dall’ottima continuità. Se Ferron maturò 8 stagioni a Bergamo e un fisico oggi anomalo per un numero ‘1’ (180 cm per 73 chili), Berisha ha impressionato per reattività nonostante la mole da gigante. In prestito dalla Lazio e fatale a Sportiello, il portiere albanese ha maturato 11 clean sheet in campionato -
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RENZO CONTRATTO/ANDREA CONTI. Concezione diversa del ruolo per i due laterali destri: spesso rude e votato alla custodia dell’avversario più pericoloso l’attuale agente Fifa, esterno a tutto campo con il vizio del gol il prodotto del vivaio nerazzurro. Addirittura 8 reti e 4 assist il bottino del 23enne Conti tra i protagonisti affermati della banda Gasperini. Non è un caso che piaccia al ct Ventura per la Nazionale -
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SERGIO PORRINI/RAFAEL TOLOI. Terzino destro e all’occorrenza centrale l’ex difensore nerazzurro, quattro anni a Bergamo prima del trasferimento per 11 miliardi di lire alla Juve nel 1993 dove farà incetta di titoli. Si è invece affermato come pedina insostituibile il 26enne brasiliano, una parentesi da dimenticare alla Roma e un presente positivo a Bergamo: fisico ma rapido, puntuale in copertura e nelle letture tattiche -
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DOMENICO PROGNA/MATTIA CALDARA. Appartiene ormai ai ricordi il ruolo del libero, maglia numero 6 che il difensore leccese vestì in nerazzurro prima di chiudere la carriera al Bari. Lo accostiamo all’enfant prodige bergamasco, promesso sposo della Juventus in un affare complessivo da 25 milioni di euro. Una cifra importante per un 23enne impegnato in B fino a un anno fa: certo è che per profilo e mezzi, maturità e impatto offensivo (7 gol) rappresenta una rivelazione assoluta -
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TEBALDO BIGLIARDI/ANDREA MASIELLO. Due difensori dalla mentalità da leader e lo spirito da guerriero, doti che appartenevano in primis all’ex compagno di Maradona nel Napoli. Quattro le sue stagioni all’Atalanta, permanenza che dura invece dal 2011 per il ritrovato centrale 31enne. Archiviate le vicende extra-campo, Masiello guadagna consensi per spessore e affidabilità con un occhio al gol (3 all’attivo) -
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LUIGINO PASCIULLO/LEONARDO SPINAZZOLA. “Luigino in Nazionale”, lo acclamavano i tifosi nerazzurri incantati dalle sue discese sulla sinistra. Una freccia sulla fascia proprio come l’esterno classe 1993, definitivamente esploso dopo i tanti prestiti dalla Juve che ne detiene il cartellino. Certo è che il laterale umbro, parcheggiato a Bergamo fino al 2018, ha esordito in Nazionale a suon di prestazioni esaltanti -
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VALTER BONACINA/FRANCK KESSIÉ. Da tempo alla guida della Primavera nerazzurra, ex mediano bergamasco, Bonacina ha risposto a compiti di corsa e quantità per 10 anni tra le fila dell’Atalanta. Un riferimento come il 20enne ivoriano, nato difensore centrale ma dirottato a centrocampo da Drago nel prestito a Cesena. Un’intuizione alimentata da qualità da giocatore moderno, abile in entrambe le fasi e dagli ampi margini di miglioramento. Sono 6 i gol da debuttante in A: l’asta di mercato è servita -
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ROBERTO BORDIN/REMO FREULER. L’altra maglia nel cuore del centrocampo spettava al mediano dalla piccola statura ma dai grandi mezzi atletici, doti fondamentali per l’equilibrio della squadra. Un profilo affine con il 25enne svizzero, esordiente in Nazionale grazie alla stagione della consacrazione con 5 gol e 2 assist. Nell’identikit di Freuler spiccano intensità, un buon bagaglio tecnico e inserimenti letali -
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GLENN PETER STRÖMBERG/JASMIN KURTIC. Difficile tracciare un confronto quando viene chiamato in causa l’ex bandiera nerazzurra per 8 anni a Bergamo: emblema della duttilità, svedese dal fisico possente (191 cm per 85 chili), figura tuttora tra i simboli della società. Una pedina chiave come lo sloveno classe 1989, trequartista “mascherato” che ha rivoluzionato il campionato di Gasperini: 6 gol e 3 assist per Kurtic, uomo fondamentale per movimenti e collocazione tattica oltre al moto perpetuo in campo -
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CLAUDIO PAUL CANIGGIA/PAPU GOMEZ. Un parallelo suggerito da statura, nazionalità argentina e peso offensivo nelle rispettive avventure a Bergamo. Lo chiamavano “Figlio del vento” per la velocità impressionante, qualità tuttora indimenticata nel repertorio di Caniggia. Che dire invece del Papu, capitano e leader dell’Atalanta dei miracoli? Mai così positivo in una stagione (14 gol e 7 assist) all’età di 29 anni, icona di stile e idolo assoluto sui social in tandem con Petagna. E la “Papu Dance” continua a spopolare -
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EVAIR/ANDREA PETAGNA. Pochi dubbi nell’accostare due centravanti muscolari, fisico e gol al servizio della squadra. Tre anni e 25 reti complessive a Bergamo per l’ex attaccante brasiliano, colto da saudade nel 1991. Il battesimo all’Atalanta ha invece premiato l’ex rossonero, 21 anni e una veste fondamentale nello scacchiere di Gasperini: se qualcuno contesta la verve realizzativa (5 centri), i 7 assist vincenti di Petagna ribadiscono il suo contributo a beneficio dei compagni. Un’intesa totale con l’amico Papu Gomez -
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MARCO MONTI/ERVIN ZUKANOVIC. Pedine intoccabili e alternative affidabili, soluzioni che mister Giorgi scovava dalla panchina come l’ex difensore della Lazio cresciuto nel vivaio interista. Ha risposto presente anche il 30enne bosniaco in prestito dalla Roma, impiegato con profitto in 19 partite da Gasperini -
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TIZIANO DE PATRE/ALBERTO GRASSI. Se gennaio ha registrato l’addio dello straripante Gagliardini (22 milioni di euro più bonus all’Inter) degnamente rimpiazzato da Cristante (3 gol pesantissimi), il figliol prodigo Grassi è tornato a buoni livelli dopo lo sfortunato impatto a Napoli. Nel 1991 l’alternativa era il mediano abruzzese apprezzato soprattutto con le maglie di Lecce e Cagliari -
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CARLO PERRONE/CRISTIAN RAIMONDI. Ha già annunciato il ritiro il prezioso CR77, bergamasco e uomo chiave nello spogliatoio che saluta l’Atalanta dopo 9 anni in nerazzurro. Entrerà nello staff tecnico dopo le battaglie in fascia, ruolo occupato in passato da “Carletto” con una vocazione più offensiva. Fisico minuto (170 cm per 68 chili), eleganza e velocità da vendere, militò a Bergamo dal 1990 al 1994 -
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ELIGIO NICOLINI/MARCO D’ALESSANDRO. L’altezza ridotta e la rapidità di gambe ci suggeriscono l’ultimo parallelo tra giocatori, quello che coinvolge in primis l’ex trequartista per 5 anni in forza all’Atalanta. Sicuramente più tecnico ed estroso dell’ala romana, piuttosto schierato da Gasperini come variabile impazzita per la progressione in campo aperto. Un solo gol ma decisivo segnato al 94’ contro l’Empoli -
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BRUNO GIORGI/GIAN PIERO GASPERINI. Inevitabile soffermarsi sulla mano dell’allenatore, panchina che nel 1991 venne occupata da Pierluigi Frosio prima della staffetta con il tecnico scomparso nel 2010. Se Giorgi portò l’Atalanta ai quarti di Coppa Uefa e al 10° posto in Serie A, chi ha trascinato i nerazzurri in Europa è l’artefice di una stagione da applausi. Il suo 3-4-2-1 votato ai giovani, la svolta dopo un avvio complicato e la gestione del gruppo lo rendono il protagonista principale della Dea dei record e della ribalta ritrovata -
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Il denominatore comune tra l’Atalanta europea targata 1990/91 e quella di Gasperini è il presidente Antonio Percassi, ex difensore della Dea e per due volte patron nerazzurro. Nel 1990 raccolse l’eredità della famiglia Bortolotti fino al 1994 con l’avvento di Ivan Ruggeri. Tornato alle redini della società nel 2010, resta il primo tifoso della squadra tornata sul palcoscenico internazionale. Oggi come 26 anni fa -
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