Chievo, Bastien: "Da piccolo avevo la maglia di Totti, tifavo per lui"
Serie AIn vista della prossima sfida con la Roma, il talento gialloblù si è raccontato alla Gazzetta: "Qualche volta mi offendono per il colore della pelle, rispondo col sorriso". Su Pellissier: "Mai visto uno così a 38 anni". Infine su Nainggolan: "Penso sia il più forte centrocampista del campionato italiano"
Ha stupito tutti fin dall'inizio, centrocampista di talento e gioiello di Maran. Del Chievo. Ma lui, Samuel Bastien, si professa umile e coi piedi per terra, partito da lontano per inseguire un sogno: "Sono nato a Ottignies, in Belgio, ho origini congolesi, sono cresciuto a Gembloux e poi a Fernelmont dove vivono i miei genitori adottivi". Poi gli inizi: "A 13 anni sono andato allo Standard Liegi, mi cercarono molto prima. A 16 il grande passo con l’Anderlecht dove ho debuttato nella Serie A belga col Mouscron". Ora la sfida alla Roma di Totti e Nainggolan, due figure di riferimento nella carriera di Bastien. Queste le parole di Bastien alla Gazzetta.
"Da piccolo tifavo Totti, Nainggolan il più forte"
Così Bastien: "Non conosco ancora Nainggolan. E, al contrario di lui, non ho tatuaggi. Penso sia il più forte centrocampista del campionato italiano. Ha personalità sul campo, impatto fisico, tiro. L’ho visto dal vivo con la Nazionale quando ero con l’Under. Andrò a chiedergli la maglia. Poi la Roma ha un effetto speciale per me: da piccolo avevo le maglie di Totti. Tifavo per lui". Continua, su Mokulu del Frosinone. Cugino... a sorpresa: "Sì, ma l'ho saputo dopo - racconta Bastien - Ci ha pensato mia nonna con la quale ora mi sento tutti i giorni. Con un amico caro ho ritrovato prima il mio fratello di sangue, poi mia mamma e quindi la nonna. Che quando ha saputo che avevo giocato con Mokulu mi ha detto “guarda che è tuo cugino”
"Razzismo? Rispondo col sorriso"
"Mi ha visto il figlio del presidente Taccone. Io avevo chiesto all’Anderlecht di andare a giocare. Devo tanto al Belgio e ai due club dove ci sono dei grandi centri di formazione. E’ qui la chiave del boom del calcio da noi. C’è tutto, devi solo pensare a migliorare. Ora sono in Under 21. A studiare pensavo poco, odiavo la matematica e mi piacevano solo ginnastica e francese. Avellino è stata una tappa importante. Anche Verratti e Insigne sono partiti dalla B. Ho giocato tanto e dopo il gol al Brescia mi sono sbloccato. L’avvio era stato difficile, la tattica, non parlavo la lingua. Bravo l’allenatore Tesser, splendidi i compagni Soumaré e Mokulu". Infine sul razzismo: "Quando giocavo con l’Avellino un paio di volte mi hanno urlato negro di m... Ho sempre risposto col sorriso. Restano ignoranti. Ma io ho la testa giusta. E voglio arrivare".
Sul Chievo e Pellissier
Queste le parole di Bastien sulla sua carriera col Chievo: "Faccio una vita tranquilla. Sto bene qui al Chievo, Maran mi insegna tanto, prima correvo e basta. La mia fidanzata Meggy è in Belgio e sono fedele. Adoro farmi le treccine, si chiamano locks, a casa le abbiamo tutti. Cucino cibo africano, mangio le cozze e le patatine, ma le assicuro che le nostre sono molto migliori. Miglior giocatore belga? Hazard. Del Chievo Pellissier. Quando l’ho visto pensavo avesse 26 anni, ma ne ha 38. Ha cattiveria e voglia. Mai visto uno così. Fuori e dentro il campo".