Buffon e le mani sull'ottavo scudetto: Gigi è nella storia

Serie A

Michele Mastrogiacomo

Grazie al sesto scudetto consecutivo vinto dalla sua Juventus, Gianluigi Buffon diventa uno dei 4 giocatori che nella storia sono riusciti a conquistare per almeno 8 volte il titolo di Campione d'Italia (per lui anche 2 titoli revocati). Un traguardo storico che probabilmente nemmeno lui, da bambino, si sognava di poter raggiungere

Come tutti i ragazzi che cominciano a calcare un campo di calcio tra i professionisti, anche lui avrà avuto lo stesso intramontabile desiderio. Affermarsi, diventare qualcuno, dimostrare di essere tra i migliori. E, possibilmente, tra qualche delusione, arrivare prima o poi a vincere uno scudetto. Ebbene, oggi che di ragazzi ne ha qualcuno come compagno e sulle spalle porta il peso di un'esperienza come pochi, e che tra quegli stessi ragazzi starà probabilmente festeggiando il suo ennesimo trionfo, proprio mentre sarà al culmine della sua gioia magari si fermerà all'improvviso e congelerà l'istante di festa per tornare indietro a quel sogno e a quei pensieri così lontani ma altrettanto reali. E sorriderà. Maliziosamente. Calmo e serafico nella sua bolla di invincibilità. Certamente orgoglioso di essere se stesso. Ma in fondo, ne siamo certi, ancora sorpreso, come un ragazzo qualsiasi, di quello che è riuscito a combinare. Vincerne prima uno. Poi un secondo, quindi un terzo. E ancora, e ancora, e ancora. Fino alla vetta. Lì dove solo altri tre protagonisti di un calcio epico e finito ormai in letargo erano riusciti ad arrivare. L'ottavo scudetto.

Un destino da numero 1

Gianluigi Buffon non è mai stato un calciatore come gli altri. D'altronde, anche se avesse voluto, proprio non avrebbe potuto esserlo. Colpa di un talento senza pari, che a nemmeno diciotto aveva già deciso di lanciarlo allo sbaraglio verso un destino apparentemente ineluttabile: diventare, da subito, il più grande portiere di sempre. Per classe, qualità fisiche, costanza, esperienza e numeri. Incredibili, unici, irripetibili. Come quello delle presenze in Nazionale, di cui guida, irraggiungibile da qui in eterno, la graduatoria con la bellezza di 168 gettoni. O come quello delle presenze in Serie A, 617, che lo lasciano a sole 30 lunghezze (un campionato scarso) dal capofila Paolo Maldini. Per non parlare, poi, del valore del suo cartellino ai tempi del trasferimento dal Parma alla Juventus: giocatore italiano e portiere in assoluto più caro di sempre, dall'alto di quei 75 miliardi pagati dagli Agnelli per assicurarsene parate e carisma. Gli stessi grazie ai quali, anno dopo anno, intervento dopo intervento, Buffon è riuscito ad arrivare a questo altro straordinario traguardo. Perché 8 scudetti (ce ne sarebbe anche un nono, quello revocato del 2004-05) non si vincono proprio in tutte le carriere. Prima di lui solo in 3 vi erano riusciti, tutti ovviamente legati e devoti alla Vecchia Signora Juventus. Giovanni Ferrari, straordinaria mezz'ala sinistra degli anni '30, protagonista anche dei due Mondiali dell'Italia di Pozzo; Virginio Rosetta, terzino metodista dal tiro devastante anche lui della Juve anni '30; Giuseppe Furino, onomatopeico mediano degli anni '70 che per primo e unico, ma da oggi proprio come Buffon, era riuscito a conquistare gli otto allori tutti con la medesima maglia. Bianconera.

6 anni di dominio incontrastato

Con la conquista dell'ottavo scudetto (più due revocati), dunque, Buffon entra ancor più di diritto e a mani protese nella storia del calcio italiano. Monumento vivente e certamente parante, baluardo inespugnabile di una squadra che soprattutto negli ultimi sei anni ha fatto della solidità difensiva il marchio della propria e indicibile superiorità calcistica. Non è un caso, infatti, se le costanti dello storico filotto cominciato da Conte e concluso da Allegri, gli uomini dei sei scudetti, insomma, siano proprio i componenti della linea maginot bianconera: portiere e terzetto difensivo, oltre agli intrusi - si fa per dire - Lichtsteiner e Marchisio. Sempre presenti e sempre sull’attenti, pronti a dare il loro contributo ogni volta, ed è successo spesso, che sono stati chiamati in causa. Un lungo filo bianconero che ha idealmente unito tutti i sei successi juventini, arrivati anche grazie a un rendimento difensivo capace di mettere insieme, anche in questo caso, numeri senza paragoni. Se si sommano infatti tutti i gol subiti dalle 13 squadre che hanno disputato gli ultimi 6 campionati di Serie A, la Juventus non solo è ovviamente primissima, ma mantiene una distanza siderale dalle squadre che la seguono in questa particolare graduatoria. Sono solo 114 le reti al passivo dei bianconeri in 187 partite (0,6 a giornata), contro le 185 della Roma e i 197 del Napoli, la seconda e la terza migliore difesa degli ultimi 6 anni: vuol dire 71 gol subiti in meno dei giallorossi e 83 dei partenopei. 110 sono invece i tiri nello specchio subiti in meno e 196 i tiri totali subiti in meno negli ultimi 6 anni rispetto alla seconda miglior squadra in questo particolare aspetto difensivo, ovvero il Napoli. Numeri decisivi, devastanti, senza appello. Sui quali Buffon ha ovviamente inciso parecchio e che hanno condotto la banda juventina ai 6 storici successi consecutivi.

Gigi, le mani sullo scudetto

Seppur accomunati dallo stesso trionfatore e da una stessa granitica difesa, ognuno degli ultimi 6 campionati ha vissuto, come sempre accade d’altronde, di una propria e ben definita storia. Così se la passata stagione Allegri era stato costretto a ovviare a un avvio difficoltoso con una straordinaria rimonta, l’ultimo scudetto è stato invece una lunga galoppata trionfale, condotta sempre in testa e sempre con quella autorevolezza capace di stroncare qualsiasi velleità avversaria. Quattro passaggi a vuoto in trasferta in mezzo a un campionato stradominato, nel quale la Juventus, ogni volta che l’ha fatto, è sembrata vincere le partite con disarmante facilità. Una squadra che insomma è sembrata aver avuto meno bisogno rispetto alle passate stagioni dell’imprescindibile apporto del suo immenso numero 1, che infatti per poter gestire al meglio i suoi 39 anni in ben 7 occasioni (un quinto del campionato) ha potuto godere di un turno di riposo. Non per questo, però, si può dire che Buffon non sia stato decisivo nell’arco della stagione, come anche i numeri collezionati dal portiere bianconero dimostrano, nonostante a livello statistico l’8 volte campione d’Italia paghi la ‘sfortuna’ di guidare una difesa fortissima che gli ha concesso poche occasioni per mettersi in mostra e rendersi decisivo. Ad esempio sono state solo 97 le conclusioni in porta subite dalla Juventus in questa stagione, 19 in meno rispetto alla seconda miglior squadra, il Napoli. Nonostante questo dato, però, Buffon ha la terza miglior percentuale di parate effettuate rispetto alle conclusioni subite, ovvero il 74,39%, di pochissimo inferiore al leader della classifica, il giallorosso Szczesny, che però rispetto al portiere della Juventus ha subito la bellezza di 58 tiri nello specchio in più (82 vs 140), avendo pertanto un numero maggiore di occasioni per poter effettuare delle parate. Inoltre Buffon ha la miglior percentuale per interventi riusciti rispetto ai tiri da fuori area subiti (92,86% - praticamente impossibile fargli gol da fuori) e la quinta miglior percentuale per parate effettuate su conclusioni da dentro l’area (64,81%).

6 parate, un intero repertorio

I numeri sono importanti, ma ovviamente nel calcio non sono tutto. Anzi. Per questo, dopo aver sciorinato le statistiche della stagione di un campione senza tempo, è giusto che ora siano le immagini a parlare, e a parare, per lui. Pur nella difficoltà di cercare degli interventi decisivi all’interno di un campionato che come abbiamo visto ha concesso poche volte a Buffon la possibilità di sporcarsi i guantoni, siamo riusciti a selezionare sei momenti chiave della stagione del numero 1 bianconero. Sei parate determinanti, distribuite con sapienza nell’arco delle sue 28 presenze, tirate fuori in quelle rare occasioni nelle quali i compagni della difesa hanno avuto bisogno di lui. Abbiamo voluto capire, insomma, quali siano stati i momenti nei quali Buffon sia letteralmente riuscito a mettere le sue mani sullo scudetto, regalando alla sua squadra dei punti decisivi attraverso le sue parate (per questo abbiamo escluso le 5 partite nelle quali la Juventus è uscita sconfitta). A dimostrazione della sua completezza tecnica, ne è uscito, nemmeno a farlo a posta, un campionario invidiabile di quello che deve essere il repertorio di un portiere di fama mondiale, una sorta di mini tutorial da far vedere ai giovani portieri che si affacciano, proprio come il ragazzo dei sogni, nel mondo dei professionisti. Andiamo a imparare. E divertiamoci.

Senso della posizione (3^ giornata: Juventus-Sassuolo 3-1, sinistro di Politano)

Coraggio (8^ giornata: Juventus-Udinese 2-1, colpo di testa di Zapata)

Riflessi (12^ giornata: Chievo-Juventus 1-2, sinistro ravvicinato di Castro)

Tecnica a terra e reattività (22^ giornata: Sassuolo-Juventus 0-2, destro di Politano e destro sotto misura di Matri)

Esplosività (24^ giornata: Cagliari-Juventus 0-2, destro da fuori di Pisacane)

Tempestività e uscita (34^ giornata: Atalanta-Juventus 0-2, percussione di Freuler)