Con Juventus-Cagliari è ripartita la Serie A con una grandissima novità che attrae e incuriosisce: la Var (video assistant referees). Il nostro Lorenzo Fontani ci spiega i 6 principi e le 6 cose che ancora (pochi) sanno
VAR, IL PRIMO EPISODIO IN JUVE-CAGLIARI
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VAR, I 6 PRINCIPI FONDAMENTALI
1) Vanno corretti soltanto gli errori chiari. La domanda non è "la decisione dell’arbitro era giusta?" ma "era chiaramente sbagliata?"
2) Si possono correggere solo rigori, gol viziati da irregolarità, espulsioni dirette e scambi di persone sui cartellini
3) L’arbitro deve dimenticarsi del Var, decidere e ricordarsi del Var solo se una revisione si rende necessaria
4) Solo l’arbitro può iniziare una revisione, il Var può soltanto suggerirla. La decisione finale spetta solo all’arbitro.
5) Calciatori e staff non possono richiedere la revisione né condizionarla, pena l’ammonizione o l’allontanamento
6) Non è necessario, tranne casi rarissimi, che sia l’arbitro a richiamare il Var: il Var controlla tutto e richiama l’arbitro se necessario
VAR, LE 6 COSE CHE POCHI SANNO
1) Se il gioco è fermo la revisione va fatta prima che riprenda, altrimenti non si potrà tornare indietro. Se il gioco è in corso va interrotto in fase "neutra".
2) Una volta iniziata la revisione vanno prese tutte le decisioni necessarie: se una revisione di un rigore svela una simulazione scatta il giallo per il colpevole
3) In caso di rigori, gol ed espulsioni per chiara occasione da gol la revisione deve riguardare tutta l’ultima fase di attacco: se l’attaccante si procura un rigore dopo aver commesso fallo di mano viene punito quest’ultimo
4) Se sull’esecuzione di un rigore un calciatore/portiere commette un’infrazione evidente e poi partecipa allo sviluppo del rigore stesso il Var deve intervenire
5) Le riprese di gioco non possono essere oggetto di revisione: un gol segnato su calcio di punizione inesistente non può essere corretto
6) Il Var è l’arbitro che è in cabina, l’Avar l’assistente del Var. La Var è "la video assistenza arbitrale", cioè la tecnologia
Il Var è tratto. Il campionato italiano entra nell'era della moviola in campo e chi dovrà gestirla detta le parole d'ordine. Nella casa del calcio a Coverciano il supervisore del progetto Rosetti eil neo capo degli arbitri di A Rizzoli spiegano: il Var non si sostituirà all'arbitro centrale che dovrà sempre prendere una decisione. Verranno corretti solo gli errori evidenti e l'ultima parola spetterà sempre all'arbitro.
Vietato uscire dal protocollo, unico e mondiale, che prevede la revisione solo per quattro casi: gol irregolari, rigori (comprese violazioni palesi nell'esecuzione), espulsioni dirette e scambi di persona sui cartellini. Insindacabili le riprese di gioco: un gol su una punizione dal limite inesistente rimarrà tale. In caso di "Var Review", questo il termine tecnico, l'arbitro dovrà ritardare la ripresa del gioco (altrimenti non si potrà tornare indietro) oppure lo interromperà, possibilmente, in una fase neutra, cioè non durante azioni pericolose. Il gesto del profilo di una tv diventerà sempre più familiare: è il segnale che dà il via e chiude la revisione con le conseguenti decisioni tecniche e disciplinari. Per capirci, se la revisione di un rigore svelerà una simulazione, scatterà il cartellino giallo per il colpevole. Anche, ma non solo, per questo, gli arbitri sperano nella massima collaborazione di calciatori, tecnici e dirigenti. Un gioco di squadra, ognino nel suo ruolo, per provare a portare il calcio nel futuro, con l'Italia in prima linea.