Spettacolo e blasone, scudetto ed Europa sono affare delle big

Serie A

Massimo Corcione

combo_a_corcione

E' bastata la prima giornata per avere le prime sentenze del nuovo campionato: i traguardi più prestigiosi saranno questione privata tra le cinque big, già apparse di un altro livello rispetto a tutte le altre. Juventus, Inter, Milan, Napoli e Roma hanno già messo in chiaro le cose, e lo hanno fatto scegliendo la strada dello spettacolo

La serie A sono due: il campionato all’esordio ha emesso la prima sentenza, immediata, anche se per l’appello restano trentasette giornate a disposizione. Lo scudetto e l’Europa saranno obiettivi riservatissimi, le altre si arrangeranno per traguardi di sopravvivenza. Qualche sospetto però era già venuto, dalle operazioni di calciomercato e dalle esibizioni agostane delle 5 superpotenze. Juventus, Napoli, Inter, Milan e pure la Roma (che a Bergamo ha comunque sofferto più di tutti), nel confronto con le altre squadre di serie A, sembrano di un altro pianeta, extraterrestri per valore e per censo. Ma le differenze non si fermano qui, sarebbe ingiusto ridurre il tutto a una arida formuletta economica, un affare da bravi ragionieri.

Le 5 superBig sono tali non solo per una questione di cassa, ma per aver scelto la strada dello spettacolo, inseguono il divertimento sopportando il rischio inevitabile proprio quando si investe tanto. Prendete la Juventus: ha rinunciato a Bonucci, ha ridisegnato il gioco, affidando al genio di Dybala il ruolo più pesante. Risultato centrato con il Cagliari nell’anteprima assoluta, nonostante la sconfitta in Supercoppa contro la Lazio. E’ sperimentazione non interrotta, un segno di maturità forse impossibile da esternare qualche stagione fa. Come prova di maturità è stato consentire a Sarri di proseguire l’attività nel laboratorio Napoli: Mertens e Insigne sono i prodotti più belli da vedersi, le gioie da esibire come capolavori. A Verona un’esibizione quasi perfetta che ha ingigantito le distanze. Stesse scene con il Milan a Crotone e a San Siro dove l’Inter ha ridotto l’orizzonte per la Fiorentina: anche le milanesi hanno beneficiato di una rivoluzione estetica, secondo il progetto che i cinesi hanno pensato di consegnare a Montella e Spalletti per restituire al calcio un’antica capitale. In un colpo sono stati cancellati i paragoni con il recente passato e (anche qui) con le avversarie.

Ultima ammessa al club d’elite la Roma; i lavori sono ancora in corso: non mettete fretta al capocantiere Di Francesco, ma il primo risultato è arrivato subito, a Bergamo, sul terreno di conquista più difficile con il gol più spettacolare, su calcio di punizione. Un colpo d’artista, quello di Kolarov, giusto per segnare il distacco. Un circolo chiuso? Le iscrizioni sono ancora aperte, per chi s’è attardato occorrerà correre per rimontare. Lazio e Torino restano le aspiranti più convinte, le altre non ci pensano neppure, a loro basta la A2. Sapete che cosa manca al calcio italiano? Manca tanto Picchiatello.