Garanzia-Higuain: contro la Lazio non è abituato ad andare in bianco

Serie A

Gianluca Maggiacomo

Higuain: con la Lazio 15 partite, 13 gol (LaPresse)

Il Pipita da quando è in Italia ha già punito i biancocelesti con 13 gol: è la squadra a cui ha fatto più male in carriera. Segnare e offrire una prestazione super all'Allianz Stadium contro i ragazzi di Simone Inzaghi sarebbe per l’argentino la dimostrazione che le difficoltà di inizio stagione sono alle spalle

Sa come si fa. Perché il gol contro la Lazio, per lui, è ormai un'abitudine. Quasi una certezza. Quando Gonzalo Higuain incontra i biancocelesti si esalta. Ottime prestazioni, voti alti in pagella e, soprattutto, l’istinto del bomber che viene fuori come non mai. È così sin dal suo arrivo in Italia, nella stagione 2013-14. Il Pipita ha sfidato la Lazio 15 volte e ha segnato ben 13 gol, di cui 12 in campionato e uno in Coppa Italia. Nessuna squadra è stata perforata di più in carriera dall’argentino. Che, nel big match dell’Allianz Stadium, vorrà mantenere fede a quella che è a tutti gli effetti una piacevole (per lui) tradizione.

 

Alla ricerca di continuità nel suo mese preferito

Higuain è reduce da un inizio di stagione in cui non tutto è andato secondo i piani. L’avvio di campionato è stato traballante e incerto. La forma fisica non è ancora al top. Di conseguenza, in campo i risultati sono al di sotto delle aspettative: sue e di Max Allegri, che lo considera ancora al 50% e infatti sia contro il Toro che in Champions contro l’Olympiacos, lo ha fatto partire dalla panchina. Un segnale per l’argentino.  Che adesso ha bisogno di dimostrare che il settembre a tinte fosche è alle spalle. Higuain in questi giorni di pausa-Nazionali è rimasto a Torino e ha lavorato duro con i pochi rimasti in gruppo per riprendere il campionato con il piede pigiato sull’acceleratore. Il Pipita vuol ricominciare a far bene e ad esser decisivo. E le prime avvisaglie si sono viste. Il gol all’Atalanta prima dello stop, dopo quello ai greci in Europa, è un segnale importante, che va a supportare una coincidenza statistica tutta a favore dell’argentino: il Pipita da quando è arrivato in Europa, nel 2007, dopo partenze difficili si è sempre esaltato nel mese di ottobre. In totale, ha messo a segno 39 gol. Una media di quasi una rete a partita (0,76 %). 

 

Tormenti nazionali

A non lasciar tranquillo il Pipita in queste settimane, oltre all'andamento lento con la Juve, c’è stata anche la Nazionale, dove, nel giro di poco, è passato da inamovibile a precario. Il rischio è quello di perdere definitivamente il posto. Jorge Sampaoli, ct dell’Argentina, allo juventino sta preferendo Mauro Icardi. E questo non può certo far piacere al 9 bianconero a pochi mesi da Russia 2018. Higuain non ha preso parte all’impresa dell’albiceleste contro l'Ecuador che è valsa la tanto sofferta qualificazione al Mondiale. Dopo la vittoria il Pipita ha affidato a Instagram la sua soddisfazione. Ma dato che la Nazionale è un suo cruccio, mister 90 milioni non si accontenterà certo di continuare a gioire dal divano di casa. Il Pipita in Russia ci vuole andare. È un imperativo. E per far ciò, sa perfettamente che deve riprendere a macinare gol con la maglia della Juventus, l’unico deterrente in grado di rompere lo scetticismo di Sampaoli. Alle difficoltà con la Nazionele, poi, si sono aggiunte le notizie che  sono arrivate sul fronte Pallone d’oro. Nella lista ci sono gli immancabili Leo Messi e Cristiano Ronaldo. Ma anche gli “italiani” Paulo Dybala, Dries Mertens, Edin Dzeko, Leonardo Bonucci e Gigi Buffon. Non lui, che è andato invece ad infoltire la schiera degli esclusi eccellenti come Paul Pogba, Gareth Bale, Ibra e Angel Di Maria. Un dispiacere. L’ennesimo di questo periodo non proprio esaltante per il Pipita.

 

Sotto con la Lazio

Tutte tossine che Higuain proverà a smaltire già a partire da stasera contro la sua vittima sacrificale preferita. Con la Lazio l’argentino sembra avere un conto aperto. Nella sua prima stagione in Italia, quando era al Napoli, il Pipita ha segnato ai capitolini 6 reti tra campionato e Coppa Italia. L’anno dopo i centri sono stati 3. Gli stessi della stagione successiva, l’ultima in maglia azzurra. Lo scorso anno, con la Juve, ha preso parte al 2-0 della gara di ritorno, ma è rimasto all’asciutto sia nella finale di Coppa Italia che in quella sciagurata (per i bianconeri) di Supercoppa italiana. In casa Juve quel 3-2 subìto ad agosto allo stadio Olimpico brucia ancora. Ecco perché la partita di stasera ha pure il sapore della rivincita. Una motivazione in più per il Pipita, che quando vede biancoceleste si carica a molla.