Del Piero, dal primo contratto con Boniperti ad Agnelli: "All'inizio non mi parlò, ma gli feci cambiare idea"

Serie A

In occasione dei 120 anni della Juventus, l'ex numero 10 è stato ospite a "L'Originale" di Sky Sport durante il quale ha ripercorso le tappe della sua straordinaria carriera in bianconero. Dal contratto all'esordio, passando per le emozioni della prima foto e del primo incontro con l'Avvocato

Alessandro Del Piero ha scritto la storia bianconera per quasi vent'anni. Diciannove, per l'esattezza. Praticamente un'intera carriera. Tutta (o quasi, se si considerano le ultime stagioni trascorse tra il Sydney e il Delhi Dynamos) dedicata a due colori e a un'unica società. Arrivato alla Juventus nel 1993, quando era soltanto un ragazzino, l'attaccante è diventato il leader della squadra che tifava da bambino, passando dalla vittoria all'Intercontinentale alla retrocessione in Serie B e vivendo momenti apparentemente indescrivibili. Lui però ha provato a farlo a "L'Originale", la fortunatissima trasmissione di Sky Sport 1 che in occasione dei 120 anni della società bianconera ha voluto fare un regalo ai tifosi juventini e invitare lo storico capitano. Ne è venuta fuori un'ora divisa tra aneddoti e risate, ecco quali. 

La prima notte da giocatore della Juventus

"Non ho chiuso occhio. Avevo 18 anni, ero tifoso della Juventus ed ero entrato a far parte di una squadra considerata la più forte, la più titolata e la più amata. Dopo la grande euforia iniziale, ho dormito pochissimo. Il primo impatto è stato difficile, poi la vicinanza di compagni come Baggio e Vialli mi ha aiutato moltissimo. Ho trovato una società ottima".

Il primo contratto con Boniperti

"Prima di firmare il contratto, mi aveva invitato a vedere la Juventus a Udine. Una delle prime cose che mi disse fu quella di tagliarmi i capelli, nonostante io fossi andato dal parrucchiere prima di quell'incontro. La cosa divertente è che io e il mio procuratore avevamo preparato uno schema per quella chiacchierata, avevamo fissato una cifra minima da chiedere come stipendio, ma una volta entrati nell'ufficio di Boniperti a Torino le cose andarono diversamente. Ovviamente io non parlai, ero solo un ragazzino e feci scena muta preferendo far parlare il mio procuratore. Boniperti cominciò a parlare spaziando su vari argomenti ma senza accennare al contratto, sembrava molto sereno. A un certo punto, dopo 5 minuti che parlava, di punto in bianco ci disse: 'Questo è il contratto, firma'. Io e il mio procuratore ci siamo guardati, siamo usciti 5 minuti dall'ufficio e siamo tornati per firmare. Ovviamente a una cifra molto minore rispetto a quella che pensavamo. Ma d'altronde quello era Boniperti, cosa potevo dirgli?"

Il ricordo di Gaetano Scirea

"Quando arrivò la notizia della sua morte, mia madre pianse davanti la tv. Era un grande giocatore e già lo sapevo, ma la cosa fantastica è che col tempo l'ho potuto apprezzare anche come uomo fuori dal campo. Grazie alla moglie Mariella che lavorava all'epoca con la Juventus e poi a suo figlio Riccardo. E' cresciuta un'amicizia e sono stato orgoglioso di aver ricevuto la sua maglia, molto simbolica per me, il giorno in cui ho superato il suo numero di presenze in bianconero. Gaetano è stato un leader: affrontava le cose con grandezza, giocava con eleganza. Il rispetto che il giocatore riceve dal resto della squadra è quello che ti consente di essere un leader".

Il primo incontro con Gianni Agnelli

"La prima volta che l'ho incontrato eravamo appena stati eliminati dal Cagliari in Coppa Uefa. Era un momento infelice, eravamo in ritiro e dovevamo affrontare il Parma. L'avvocato si presentò con un pezzo di carta rosa: era la Gazzetta che presentava la sfida con il Parma che vinse in Coppa contro l'Ajax. Ci disse: 'Secondo me siete meglio di quello che c'è scritto qua'. Dopo quella partita feci tre gol e qualche telefonata arrivò anche a me, dopo che davanti agli altri non avevamo chiacchierato granché. Durante il secondo anno di Juventus, Del Piero era spesso a Napoli per il servizio militare: "Ho vissuto quella città, ho amici, ho persone vicine. Mi ha sempre fatto paura perché è lontana da come sono io, ma ne sono anche attratto per come vive in maniera passionale il calcio".