L'attaccante argentino festeggia il suo compleanno: con la maglia bianconera ha già giocato 111 partite e segnato 55 gol che sono valsi alla sua squadra 2 Scudetti, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana. I due fuoriclasse francesi non avevano fatto così bene alla stessa età
Non segna su azione da quasi 2 mesi ed è stato sostituito dopo appena un’ora di gioco con la maglia della sua Argentina. Non certo il miglior modo per Paulo Dybala di festeggiare i suoi 24 anni. I due rigori falliti in campionato contro Atalanta e Lazio sono costati alla Juventus 3 punti: senza i suoi errori dal dischetto i bianconeri sarebbero in testa alla classifica. E pensare che dopo quei 10 gol nelle prime 6 giornate, tutti avevano cominciato ad accostarlo a Messi, mettendo in dubbio la superiorità dell’argentino. Poi è arrivata la notte del Camp Nou: un 3-0 che è suonato come una sentenza: la Pulce è ancora il più forte. Insomma, il momento per la Joya non è dei migliori, ma guardando i numeri degli altri numeri 10 dellla storia della Juventus alla sua età, l’argentino ha più di un motivo per festeggiare.
Joya, che numeri! Ma con l'Argentina puoi fare meglio
Dybala ha già collezionato 138 presenze in Serie A – 77 con la Juventus – segnando 57 reti (44 in maglia bianconera) e servendo 29 assist. A questi numeri vanno aggiunte le 22 gare condite da 5 gol in Champions League, che hanno condotto la Juve in finale nel 2017. Il successo in Europa ancora non è arrivato, ma l’argentino si è consolato con i trofei conquistati in Italia: 2 Scudetti, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana e 1 campionato di Serie B. Ha vestito la maglia della Nazionale argentina solo 12 volte, ma avrà modo di rifarsi al Mondiale di Russia, faticosamente conquistato dall’Albiceleste.
Il confronto con Del Piero, il numero 10 juventino per eccellenza
Da un numero 10 al numero 10. Nell’immaginario dei tifosi juventini, Dybala è l’erede designato di Alex Del Piero. L’attaccante italiano fece il suo esordio in serie A con la maglia bianconera ad appena 18 anni 10 mesi e 3 giorni. A 24 anni aveva già collezionato 123 presenze in Serie A con la Juventus, oltre alle 32 in Champions League. La sua bacheca era già piena di trofei: 3 Scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Supercoppa europea, 1 Intertoto. In Nazionale aveva già giocato l’Europeo del ’96 e il Mondiale del ’98. Alla luce di questi numeri, Dybala non può reggere il confronto con Del Piero a 24 anni.
Platini: alla Juve arrivò tardi, ma aveva già giocato un Mondiale
Se parli di Juventus e pensi a un numero 10, l’associazione di idee più immediata è quella che porta a Del Piero. Ma subito dopo i ricordi vanno a Michel Platini: 5 anni in maglia bianconera, per un totale di 180 presenze e 85 gol che fruttarono alla squadra bianconera 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Coppa dei campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Europea e 1 Coppa Intercontinentale. Successi in serie che il francese ottenne ben oltre il suo 24° compleanno. All’età di Dybala, Platini era appena arrivato al Saint-Etienne dopo 7 anni al Nancy con cui aveva vinto un campionato di seconda divisione francese e una Coppa di Francia. A differenza dell’argentino, però, aveva già giocato e segnato in un Mondiale, quello del 1978. Alla Juventus arrivò solo a 27 anni: Dybala a 22 anni si era già trasferito a Torino.
Zidane cominciò a vincere dopo i 26 anni
Non è necessario indossare il numero 10 per essere un numero 10. Chiedere a Zinedine Zidane, che alla Juventus aveva il numero 21. Arrivò nel 1996, a 24 anni, dopo le esperienze al Cannes e al Bordeaux che gli fruttarono solo un Intertoto. Con la maglia bianconera vinse poi 2 scudetti, 1 Supercoppa Italiana, 1 Intertoto e 1 Coppa Intercontinentale. Fu solo l’inizio di una carriera straordinaria in cui il francese riuscì a conquistare da protagonista anche una Champions con il Real Madrid (a 30 anni), 1 Mondiale (a 26 anni) e 1 Europeo con la Francia (a 28 anni) e 1 Pallone d’Oro (a 26 anni). Insomma, Dybala a 24 anni ha già fatto meglio di Platini e Zidane alla sua stessa età: può godersi il suo compleanno sapendo che per vincere ha ancora tempo. Ma per fare meglio dei suoi predecessori però dovrà ancora fare un ulteriore salto di qualità. Nel frattempo può rimettersi la sua maschera e inziare a festeggiare.