Monchi: "Addio Totti? Mi tremavano le gambe. Qui per far vincere la Roma"

Serie A
Monchi, ds della Roma (getty)

Il ds giallorosso parla dell'addio del capitano: "Quando gli ho detto che sarebbe stato il suo ultimo anno mi son tremate le gambe". Sul momento della squadra: "L'obiettivo è vincere. Tutto è migliorabile, ma sono contento. L'Atletico? Non diamoli per morti"

Il ritiro di Francesco Totti è ancora vivo nella memoria di tutti i tifosi giallorossi. Ma non solo: anche in quella del nuovo direttore sportivo del club, Monchi, arrivato nella Capitale proprio in uno dei momenti più significativi della storia della società e della città. Ai microfoni di El Mundo, il ds ha raccontato per la prima volta i momenti intensi in cui ha dovuto comunicare all’ex capitano giallorosso la decisione: “Credo che Totti abbia apprezzato il fatto che la questione gli venisse detta guardandolo negli occhi. E sicuramente questo è stato importante per mettere le basi di una relazione umana e professionale tra noi due. Quando gliel'ho detto (che sarebbe stato il suo utimo anno, ndr) mi sono tremate le gambe. Perché non lo stavo dicendo a un calciatore qualsiasi, lo stavo dicendo a Francesco Totti”.

"Obiettivo: vincere. Non diamo per morto l'Atletico"

Monchi ha parlato anche delle ambizioni della Roma, in piena lotta per lo Scudetto e a un passo dalla qualificazione alla fase a eliminazione diretta della Champions League: "Sono qui per soddisfare i tifosi - ha raccontato il ds - il mio obiettivo è che un giorno la realtà sia quello che sognano da tanto: vincere. Non parlo concretamente di un titolo, ma di metterci in una posizione che ci dia la possibilità di lottare ogni anno per vincere: dobbiamo essere costantemente nell'élite così che quando ci sarà una possibilità, sapremo coglierla". A proposito di bilanci, Monchi si riserva di giudicare a fine stagione il mercato fatto la scorsa estate: "I conti tornano? Tutto è migliorabile, ma sono contento. Dico sempre però che i frutti del mercato si raccolgono il 30 giugno: stiamo vivendo in una dittatura brutale dei risultati”. Mercoledì l’Atletico Madrid: “La fine del Cholismo? No. Non dobbiamo dare per morto l'Atletico. Mi piace quello che ha fatto Simeone, per due ragioni. Ha saputo rinascere da una situazione molto complicata dopo due anni consecutivi in B fino a lottare con le migliori squadre d'Europa; e poi perché lo ha fatto all'ombra del Real Madrid”, ha concluso.