Milan-Torino, la sfida tra due squadre alla ricerca di un'identità

Serie A

Federico Principi (in collaborazione con "l'Ultimo Uomo")

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Milan e Torino si affrontano in un momento interlocutorio della propria stagione, in cui le aspettative di inizio anno sembrano essere già state disattese

LE PROBABILI FORMAZIONI

 

Attraverso un percorso tattico e di ricerca della propria identità impervio come non mai, il Milan si presenta alla 14.esima giornata al settimo posto in classifica, nettamente staccato dalle prime 6. La squadra che segue immediatamente in classifica i rossoneri è proprio il Torino (ad appena un punto di distanza), suo prossimo avversario. Il Milan ha vinto 6 partite, ne ha pareggiata una (contro il Genoa, con più di un'ora giocata in 10 contro 11) e ne ha perse 6, contro tutte le squadre che lo precedono in classifica. Battere il Torino rafforzerebbe questa dimensione assunta dal Milan, in attesa di altre 7 partite consecutive contro squadre sulla carta inferiori, attraverso le quali provare a recuperare punti e autostima.

Il Toro, invece, ha attraversato un periodo non semplice durante l'infortunio di Belotti e dopo il brutto 3-1 subìto a Firenze, Mihajlovic è tornato al 4-3-3. Il tecnico serbo ha insistito su questo sistema di gioco anche dopo il ritorno del suo migliore attaccante e la partita di San Siro, più che per il risultato, sarà importante per i granata per consolidare il vecchio/nuovo sistema di gioco, soprattutto in fase difensiva, in vista della ricerca di una possibile dimensione europea.

 

Come il Milan farà la partita?

Tutte le probabili formazioni danno il Milan schierato con il 3-4-3 o 3-4-2-1. Il fatto che il Torino agisca con 3 punte potrebbe far pensare a un possibile pressing in parità numerica sui 3 difensori centrali, ma ci sono molte dinamiche che scoraggiano una pressione dei granata. Lo schema base del Milan con il 3-4-3 è quello della costruzione con i 2 mediani davanti ai 3 difensori e con gli esterni di attacco che si stringono nei mezzi spazi, favoriti dalla posizione alta degli esterni di centrocampo.

Ma in questo scenario molto di frequente si verificano combinazioni sulla catena laterale destra, che vanno a coinvolgere i due esterni (Suso più il laterale di centrocampo) e Kessié che si sgancia da mediano del centro-destra. L'ivoriano va ad attaccare lo spazio che uno dei due esterni libera venendo incontro. Il Milan, dopo il passaggio al 3-4-3, è diventato secondo nella classifica di azioni da destra (40%) dietro solo l’Atalanta. Per il Torino, quindi, andare a pressare tutti i centrali difensivi significherebbe scoprire almeno un uomo in fascia, facilitando addirittura il piano di gioco preferito del Milan. In quel caso, infatti, le due mezzali granata andrebbero ad attaccare i 2 mediani rossoneri e il Toro farebbe troppa fatica a coprire l'ampiezza.

Ragusa (che esce in pressione su Zapata) libera Calabria, che va ad attaccare Peluso in 2 contro 1 insieme a Suso. Pressare un difensore centrale laterale con un esterno d'attacco è difficile con il 4-3-3, mancando un'immediata scalata in fascia alle spalle.

 

Il Milan, però, potrebbe cambiare strategia rispetto al solito copione, approfittando della fluidità con cui passa dal 3-5-2 al 3-4-3. Come visto qui sopra contro il Sassuolo (un altro 4-3-3), infatti, i rossoneri hanno ruotato costantemente il centrocampo, alzando Kessié fin da inizio azione, più o meno sulla linea di Çalhanoglu, che si abbassava leggermente. In quel caso le mezzali del Sassuolo avevano come riferimenti proprio Kessié e Çalhanoglu (veri e propri interni di uno schieramento simile al 3-5-2) ma sul mediano Montolivo era costretto a uscire il suo omologo avversario, Mazzitelli, partendo da lontano e andando spesso in ritardo nella scalata. Il Torino ha affrontato con il 4-3-3 anche il Cagliari, schierato proprio con il 3-5-2. L'azione dei sardi partiva infatti nel momento in cui a ricevere il pallone era Cigarini, su cui scalava in ritardo il mediano Valdifiori, mentre i 3 attaccanti del Toro pressavano costantemente i difensori del Cagliari.

Tre contro tre arretrato per il Cagliari, ma basta un semplice abbassamento di Cigarini per farlo ricevere pulito e mandare a vuoto l'uscita molto lunga del mediano Valdifiori.

 

Tuttavia il Torino sembra voler schierare Rincón in posizione di mediano, più adatto alla fase difensiva e alle scalate in avanti, vista la sua esperienza nel Genoa di Gasperini. Il Milan valuterà quindi entrambe le soluzioni in fase di costruzione (mediana a 2 o mediano singolo) e sceglierà, prima o durante la partita, quella che gli permetterà di neutralizzare meglio l'eventuale pressing del Torino. Il Toro, a sua volta, potrebbe decidere di abbassarsi in un 4-5-1/4-1-4-1, dove Belotti si orienterebbe su Bonucci coprendone conduzioni palla al piede e lanci. I due centrali difensivi del Milan rimasti liberi (Zapata e Romagnoli) non sono troppo pericolosi in proiezione offensiva, e il Torino guadagnerebbe così due uomini in fase difensiva. Con il 4-5-1 i granata avrebbero riferimenti più chiari per bloccare la catena laterale destra del Milan, ma dovrebbero fare una grande partita di sacrificio e ripartenze.

I giocatori chiave

Nel Torino, Mihajlovic non intende rinunciare ad Adem Ljajic neanche in partite di sofferenza. Il serbo è il giocatore più libero e creativo della squadra, quello che effettua più passaggi chiave (2.39 per 90 minuti) contro i soli 1.11 di Niang, destinato a partire dalla panchina in suo favore. Le difficoltà che potrebbe incontrare il Toro nel pressing potevano suggerire l'impiego dell'ex milanista, più forte in ripartenza, ma sulla titolarità di Ljajic non sembrano esserci dubbi. Il Milan però potrebbe neutralizzare il giocatore più importante del Torino semplicemente impostando il pressing, che (come mostrato dall'Inter) mette facilmente in crisi i granata, non abituati a una veloce circolazione arretrata per mandare a vuoto la pressione.

Il Milan potrebbe essere incoraggiato ad attaccare alti gli avversari anche per via dell'assenza di Valdifiori, l'unico che potrebbe suggerire verticalmente preciso e di prima sugli scatti brucianti di Belotti in profondità. Contro l'Inter, infatti, i lanci lunghi del Torino hanno permesso a Ljajic di toccare poche volte la palla (49, più di Burdisso, Belotti e Obi soltanto). Di conseguenza, in assenza di una circolazione perimetrale a difesa schierata (che è lo schema ripetuto più spesso dal Torino), è abbastanza difficile che il fantasista serbo possa ricevere molti palloni puliti. La linea a 4 arretrata del Milan è un altro deterrente per l'efficacia di Ljajic, visto che ad andare in uno-contro-uno sul serbo dovrebbe essere Zapata (o Musacchio, in ballottaggio) e non Borini. Ljajic, inoltre, è chiamato al delicato compito di difendere la catena laterale destra del Milan, a meno che Mihajlovic non decida di invertire gli esterni piazzando Iago Falque a sinistra. Di conseguenza, attraverso la partita di Ljajic passerà una buona percentuale del destino del Torino.

Nel Milan sembra certo l'impiego di Bonaventura come esterno alto/trequartista sinistro, che avvalora la possibilità che Montella intenda sfruttare la soluzione del mediano singolo in costruzione, vista a Reggio Emilia. Bonaventura è infatti più efficace di Çalhanoglu come mezzala di possesso, nella gestione degli uno-contro-uno e delle pause. Queste potrebbero permettere a Rodríguez (favorito per partire titolare come esterno sinistro di centrocampo) di scegliere meglio il tempo per arrivare in corsa a crossare velocemente con il sinistro a differenza di Borini, che gioca a piede invertito quando è schierato su quella fascia ed è maggiormente abituato a una ricezione più statica. Sottolineare la centralità di Suso nel Milan è ormai superfluo, soprattutto ora che è tornato in schemi a lui più congeniali. Andrà anche ad affrontare Ansaldi, già messo in difficoltà nel derby di andata della scorsa stagione, nonostante i 6 mesi passati insieme al Genoa che dovrebbero favorire il difensore.

Per il Milan preoccupa invece la copertura della profondità su Belotti, che con il suo tempismo nell’attaccare gli spazi dietro la linea difensiva potrebbe esporre uno dei problemi più grandi mostrati dai rossoneri quando difendono. Con la probabile linea a 4 in fase di non possesso, a controllare le corse del centravanti della Nazionale sarebbero Bonucci e Romagnoli, entrambi parsi non perfettamente a proprio agio in queste situazioni, soprattutto il primo. Zapata, il difensore rossonero più abile nei recuperi, potrebbe in alcuni casi stringersi vicino ai due compagni di reparto, visto che in teoria dovrebbe ricoprire il ruolo di terzino destro del 4-4-2/4-4-1-1 in fase difensiva. Ma se il Milan riuscisse con costanza a costringere il Torino al lancio lungo, questo problema si porrebbe raramente.

Il Milan, insomma, parte favorito con l'unica incognita dello stato psicologico dei giocatori. Mihajlovic insisterà sicuramente su questo tema in fase di preparazione della partita, ma sfoderare un piano gara troppo ambizioso gli si potrebbe ritrocere contro dal punto di vista tattico.