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Dani Alves: "Alla Juve non mi divertivo. Il calcio italiano deve cambiare, prenda esempio dal Napoli"

Serie A

Anche il brasiliano è stato premiato al Gran Galà del Calcio per la scorsa stagione con la Juventus. Intervistato su Sky Sport, ha parlato della sua esperienza in bianconero e spiegato i motivi per cui ha lasciato Torino. E poi ha detto la sua sul momento del calcio italiano: "Deve fermarsi e ripartire, il calcio mondiale va avanti"

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Mai banale nel look così come nelle parole, sempre schietto e diretto. Parziale identikit di Dani Alves, anch'egli premiato alla serata del Gran Galà del Calcio per la sua stagione trascorsa alla Juventus. Uno scudetto e una Coppa Italia (con gol in finale), più la delusione condivisa di Cardiff. Poi qualcosa si è rotto e il brasiliano ha deciso di lasciare dopo soltanto un anno Torino. Intervistato su Sky Sport, il terzino del PSG è tornato sulla sua esperienza alla Juve e poi si è soffermato anche sul momento delicato del calcio italiano. "Il mio look? Beh, sì. Mi piace. Sono felice di aver rivisto i miei ex compagni, mi fa tanto piacere. Abbiamo fatto qualcosa di importante insieme e tornare qui per ricordare tutto è sempre bello. Alla Juve ci sono tanti professionisti che dedicano il loro tempo con amore al lavoro e io li porto tutti dentro di me. Perché l'ho lasciata? Con i miei compagni ne avevo già parlato, sono andato alla Juve anche per far capire al calcio italiano che poteva migliorare e alzare il livello. Ma non sono stato capito, volevo fare qualcosa in più ma sentivo che non era facile per me, non ero felice come lo sono abitualmente e questo mi costava fatica. Per questo ho deciso di non proseguire".

"Il Napoli difende la parola 'calcio', è un esempio"

Felicità ritrovata al PSG? Beh, con Neymar, Mbappé, Cavani... "Sono felice, ma non per questo. Lo sono perché qui mi sento libero di giocare e divertirmi. E spero che sia la Juve sia il calcio italiano capiscano che bisogna cambiare, perché il calcio mondiale l'ha fatto". Un discorso che si lega inevitabilmente all'esclusione dell'Italia dai Mondiali, che Dani spiega così: "Un problema del calcio italiano in generale, non del singolo allenatore o giocatore. Il calcio ha abbassato il suo livello, le squadre italiane che facevano benissimo in Europa non ci sono più. Il calcio italiano deve prendere esempio dal Napoli, che difende con il suo modo di giocare la parola 'calcio': ecco di cosa ha bisogno il calcio italiano, deve fermarsi un attimo e ripartire".