Napoli-Juventus, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Fabio Barcellona

Allegri e Sarri si sfidano per la sesta volta da quando siedono sulle rispettive panchine e hanno sempre dato vita a partite tatticamente bloccate. Cosa dobbiamo aspettarci questa volta?

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Da quando siedono sulle panchine di Juventus e Napoli, Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri si sono incontrati già 6 volte. Il tecnico bianconero ha vinto 3 volte, quello azzurro 2, di cui una nella partita di ritorno della semifinale di Coppa Italia della passata stagione, a qualificazione praticamente già acquisita per i bianconeri. I precedenti tra i due ci raccontano di quanto si siano evolute le due squadre, e ricostruiscono le premesse per provare a immaginare lo scenario strategico su cui si giocherà la partita di stasera.

La prima sfida tra Allegri e Sarri risale all’andata al San Paolo della stagione 2015/16. Siamo nel settembre del 2015 e le due squadre, specialmente la Juventus, sono in difficoltà. Sarri aveva da poco abbandonato l’idea di adottare anche al Napoli il 4-3-1-2 fortunato di Empoli; Allegri, come spesso gli capita nella prima parte della stagione, era ancora alla ricerca di un’identità tattica definita per la sua squadra. Per l’unica volta nella storia delle sfide tra i due allenatori, Allegri, contro il 4-3-3 di Sarri, non ha schierato la sua fase difensiva con il 4-4-2 ma ha scelto un centrocampo a rombo e due punte. La partita era stata vinta abbastanza nettamente dal Napoli e da allora, la maggiore conoscenza delle direttrici di gioco del 4-3-3 degli azzurri, ha convinto l’allenatore bianconero a difendersi con continuità con due linee da 4 giocatori.

La passata stagione, nella gara d’andata vinta per 2-1 allo Juventus Stadium, Allegri ha scelto all’inizio il 3-5-2, salvo poi rifugiarsi dopo appena 15 minuti di gioco, nel 4-4-2 con Pjanic spostato dalla posizione di mezzala a quella di esterno di sinistra. Al ritorno, una Juventus in vantaggio in classifica, e con due risultati su tre a disposizione, ha giocato entrambe le fasi di gioco con un prudentissimo 4-4-1-1. Infine, nel doppio confronto in Coppa Italia, la Juventus ha confermato in entrambe le occasioni il suo 4-2-3-1.

Come Allegri può fermare l’attacco di Sarri

Nella conferenza stampa successiva alla partita vinta contro il Crotone, Allegri ha ricordato come le sfide con il Napoli siano state sempre molto bloccate. Lo sviluppo tattico dei match è figlio della strategia scelta costantemente da Massimiliano Allegri per contrastare la fase offensiva del Napoli.

Il possesso palla della squadra di Sarri non è mai conservativo e tende sempre a creare i presupposti per generare pericoli per la porta avversaria, disordinando la struttura e generando superiorità posizionale. Per questo, in fase preparatoria e in zona arretrata, il Napoli fa circolare molto la palla per attirare la pressione e creare gli spazi alle sue spalle. Le ricezioni spalle alla porta del mediano, in particolare Jorginho, e le giocate a muro con il centrale difensivo, hanno proprio la funzione di tirare fuori dalla linea, in pressione, un centrocampista avversario.

Le ricezioni corte e spalle alla porta di Jorginho “puliscono” la traiettoria di passaggio verso la punta, attirando verso la palla il mediano dell’Udinese Balić, deputato a proteggere la sua linea difensiva.

Quando si avanza nel campo il Napoli comincia a fare largo uso degli half-spaces per manipolare a proprio vantaggio la struttura difensiva avversaria. La risposta di Allegri ai princìpi di gioco adottati dalla fase offensiva del Napoli è sempre stata quella di resistere agli inviti al pressing schierando la sua squadra con un blocco costituito da due linee da 4. Le distanze ridotte tra i reparti e i suoi componenti hanno avuto la funzione di ridurre gli spazi tra le linee e di intasare il centro, ostacolando la ricerca degli half-spaces degli avversari e dirottando la manovra sull’esterno. Il baricentro basso adottato dalla Juventus ha cercato di rispondere all’esigenza di negare la profondità necessaria agli inserimenti dei centrocampisti e a sviluppare con velocità la fase di rifinitura e finalizzazione della manovra.

Nonostante la linea di centrocampo del Sassuolo sia particolarmente stretta, Insigne si posiziona nell’half-space di sinistra e Jorginho lo raggiunge con un passaggio taglia-linee.

La scelta di difendere con due linee da 4 uomini ha permesso invece alla Juventus di garantirsi innanzitutto una superiorità numerica contro i 3 attaccanti avversari e di occupare senza affanni la zona mediana del campo.

I precedenti sembrano lasciare poco spazio a un’interpretazione tattica diversa da parte della Juventus. Possiamo già immaginare i bianconeri bassi e compatti con due linee, di cui quella arretrata composta da 4 giocatori, pronte a proteggere e ad affollare il centro del campo.

Le due linee da 4 strette e ravvicinate con cui la Juventus ha provato a proteggere il centro e negare gli half-spaces al Napoli nella partita dello scorso aprile.

Come attaccherà la Juventus

Nelle ultime due uscite la Juventus ha giocato con un modulo di gioco fluido, disegnando un 3-4-2-1 in fase di possesso palla che si convertiva in fase difensiva in un 4-4-2 con lo scivolamento all’indietro di tutti i giocatori del lato sinistro del campo. L’adozione della difesa a 3 in fase offensiva ha aiutato l’uscita del pallone dalla difesa e garantito, al contempo, una maggiore protezione centrale in fase di transizione difensiva contro le eventuali ripartenze veloci degli avversari. Un punto debole della Juventus in questo inizio di stagione.

Il 3-4-2-1 in fase di possesso palla delle ultime due partite della Juventus (il centravanti Mandzukic è fuori dall’inquadratura). In questa occasione Dybala e Marchisio hanno scambiato la loro posizione nel quadrilatero interno del 3-4-2-1.

Contro il pressing del Napoli, la Juventus potrebbe tuttavia scegliere di disporsi con una linea arretrata a 4 anche in fase di possesso palla, per provare ad avere superiorità numerica contro i 3 attaccanti avversari o, comunque, costringere la squadra di Sarri ad alzare in pressing una mezzala, aprendo potenziali spazi da attaccare alle sue spalle.

Il tema della resistenza al pressing della Juventus sarà centrale nell’andamento della partita. La capacità dei bianconeri di risalire il campo palleggiando contro squadre che, come il Napoli, attuano un pressing aggressivo e organizzato, è sembrata in questo inizio di stagione piuttosto ondivaga, come l’ultima partita contro il Barcellona ha evidenziato. In ogni caso la squadra di Allegri, contro il pressing offensivo avversario, ha sempre preferito un’uscita del pallone piuttosto essenziale, privilegiando passaggi verticali alle spalle delle linea di pressione o le conduzioni palla al piede dei suoi uomini di fascia. Per questo saranno importanti il contributo delle ricezioni ai fianchi di Jorginho e le iniziative individuali di Douglas Costa e, se saranno in campo, di Cuadrado e Alex Sandro.

Consolidato il possesso, la Juventus proverà, come di consueto, a muovere il pallone da una parta all’altra del campo, cercando di spostare orizzontalmente i blocchi difensivi del Napoli, sempre piuttosto orientati sul lato forte, per stirare le distanze tra i giocatori partenopei e trovare fuori equilibrio la struttura difensiva avversaria.

Come arriva il Napoli alla sfida di stasera

Il Napoli sembra arrivare alla partita contro la Juventus in un momento leggermente meno brillante del proprio gioco. Nell’ultima partita contro l’Udinese la squadra di Sarri ha tirato verso la porta avversaria solo 8 volte: il suo record negativo in tutto il campionato. Il trend poco positivo dei numeri offensivi del Napoli viene però da lontano: se nelle prime 7 partite i partenopei segnavano 2.9 gol a partita, tirando quasi 20 volte in porta, nelle successive 7 i gol per partita sono diventati meno della metà (1.4) e i tiri 16.7. Anche le statistiche offensive avanzate hanno mostrato un netto calo, passando da 2 xG per match nella prima metà del campionato a 1.4 xG nella seconda.

Le difficoltà del calendario non sono da trascurare, ma un abbassamento dell’efficacia e dell’efficienza offensiva del Napoli è innegabile. Di contro, le straordinarie performance difensive sono invece rimaste immutate. La squadra di Sarri subisce mediamente 0.44 xG a gara e il ritmo si sta mantenendo costante dall’inizio del campionato. La precisione del pressing e una linea difensiva finalmente accurata nell’alternare, in funzione della pressione sul pallone, la compressione degli spazi in avanti alla copertura della profondità, rendono il Napoli una squadra solidissima e difficile da colpire. Rimane la debolezza nella difesa delle palle inattive calciate dagli avversari verso l’area di rigore: in campionato il Napoli ha subito ben 3 reti in queste situazioni, solo una in meno di quelle subite da azioni dinamiche. Dall’altro lato del campo, va detto che solo la Lazio ha segnato più della Juventus da situazioni di strategia.

Il peso delle assenze

Se il piano gara del Napoli è immutabile, quello della Juve può essere previsto con un buon grado di approssimazione nelle sue linee più generali, ma le assenze in casa bianconera rendono meno chiari i dettagli, che verranno definiti dalle scelte di formazione di Massimiliano Allegri.

La Juventus deve fare i conti con gli infortuni: a quello annunciato di Lichtsteiner, si sono aggiunti, nell’ultimo allenamento, quelli di Howedes e soprattutto di Mario Mandzukic. Con Gonzalo Higuain reduce dall’operazione alla mano, il croato avrebbe avuto una maglia da titolare nel ruolo di centravanti e sarebbe stato importante per dare un’opzione aggiuntiva alla squadra per risalire il campo, utilizzandolo come terminale di palle lunghe direttamente dalla difesa. Mandzukic era anche un’opzione offensiva interessante: la Juventus avrebbe potuto cercare i cross verso il palo debole attaccato dai tipici movimenti del croato.

Oltre a Higuain, anche Cuadrado e Bernardeschi sono reduci da infortuni e poco allenati. Nella conferenza stampa pre-partita Allegri ha sottolineato come la formazione dipenderà dai giocatori offensivi che avrà a disposizione e che deciderà di schierare. L’impressione è che solo uno tra Cuadrado e Higuain sarà schierato nell’XI titolare, per avere comunque in panchina un’arma da utilizzare eventualmente a partita in corso. Se il prescelto sarà il centravanti argentino, non sarà improbabile il ricorso al 3-4-2-1 in fase di possesso con De Sciglio sulla fascia destra e tre difensori centrali di ruolo. Sull’altra fascia non sarebbe sorprendente vedere Asamoah, probabilmente ritenuto da Allegri più adatto di Alex Sandro nel contenimento dei tagli di Callejon. Se Higuain non fosse in grado di partire dal primo minuto, le alternative per Allegri si ridurrebbero ulteriormente e sarebbe possibile vedere un centrocampo a 3 e uno stretto 4-5-1 in fase difensiva, che, in ottica Juventus, avrebbe il pregio di difendere bene le catene laterali, in particolar modo quella sinistra, del Napoli.

Una tipica azione della Juventus che dal suo lato forte, il destro, isola Douglas Costa sul lato debole. In questo caso il brasiliano premia l’inserimento interno di Matuidi. Uno sviluppo di gioco che potrebbe essere ricercato anche con il 4-3-3.

Sull’altra panchina l’unico dubbio di Sarri sembra essere quello tra Maggio e Mario Rui. L’assenza di Mandzukic rende meno pressante per il Napoli l’l'esigenza di aumentare il più possibile i centimetri della squadra e aumenta la probabilità di vedere il terzino portoghese sulla fascia sinistra al posto dell’infortunato e preziosissimo Ghoulam.

Il bilancio complessivo degli scontri delle ultime due stagioni tra il Napoli di Sarri e la Juventus di Allegri vede i bianconeri prevalere grazie a una strategia mirata a contenere il gioco offensivo del Napoli e al contributo delle individualità che hanno spesso orientato partite altrimenti bloccate. Il quadro tattico della partita di stasera sarà probabilmente simile a quelli passati. La Juve dovrà dimostrare di essere ancora in grado di reggere un’intera partita al massimo dell’attenzione richiesta dal suo piano gara, qualcosa di non scontato in questa stagione; per il Napoli invece sarà importante riuscire a sviluppare il proprio calcio ed evitare di cadere nelle trappole preparate da Allegri, finendo per giocare la partita che fa comodo alla Juventus.