Il difensore bianconero si è raccontato in una lunga intervista: "Non sarò di certo piacevole da affrontare, ma non sono mai stato scorretto. Anzi, ora sono anche meno impulsivo, ho fatto l'abitudine a certe situazioni"
Analizzare da tutte le angolazioni le caratteristiche di un ciclo vincente. Cambiato nei giocatori e negli allenatori, nel tempo. E dopo sei scudetti vinti e un campionato così equilibrato, c’è chi sospetta che questo potrebbe non essere l’anno della Juventus, ancora una volta. “E’ una stagione stimolante tanto quanto le altre e lo sarà sempre, perché la Juve fa la corsa su sé stessa. Non ci si annoia mai a vincere, è come una droga, una cosa di cui si ha bisogno. Una volta provate quelle emozioni si fa di tutto per provarle ancora” ha spiegato Giorgio Chiellini in un’intervista rilasciata a Rivista Undici. Da Conte ad Allegri, le richieste ai difensori sono cambiate nell’interpretazione tattica. Eppure, Chiellini sembra rimasto sempre lo stesso: “Bisogna disturbare i movimenti degli attaccanti, cercando di prevenirli. Sono sempre stato così. Non sarò di certo piacevole da affrontare, ma non sono mai stato scorretto. Anzi, ora sono anche meno impulsivo. Quando avevo 22 anni ogni partita era un modo per sfogare l’agonismo e l’adrenalina, diventava una battaglia. Ero fastidioso. Ora mi ci sono abituato, ma quando si è all’inizio è tutto una scoperta e non si capisce bene dove indirizzare l’energia e la tensione”.
Fondamentali persi
Il calciatore della Juve ha riflettuto criticamente sulla trasformazione del gioco dei difensori. “Da quando è arrivato il ‘guardiolismo’, si è snaturata l’arte di saper difendere, e c’è un buco generazionale impressionante per questo. I ragazzi arrivano in A che si aprono bene, sanno passare la palla, lanciano a lunghe distanze ma non sanno marcare, come fare un uno contro uno. Io cerco di indirizzare i giovani nella gestione della vita, in alcuni atteggiamenti che sono fondamentali per fare i giocatori. Perché la giocata è solo l’ultima parte di un processo da vivere ogni giorno e i rischi non sono pochi” ha proseguito Chiellini. Che non ha problemi ad immaginarsi nel suo futuro lontano dal campo: “Il calcio è la mia vita da tanto tempo e quando smetto voglio rimanere nell’ambiente. Più dietro la scrivania, che in panchina”.