Serie A, Milan-Atalanta. Gattuso: "Ritiro? Normale dopo figuracce. Bonucci esempio, ancora non siamo squadra"

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Gattuso, Milan

L'allenatore rossonero parla alla vigilia della sfida con l'Atalanta: "Normale andare in ritiro dopo le figuracce con Benevento e Verona. In campo i giocatori si limitano al compitino, non giochiamo ancora da squadra. Voglio vedere i ragazzi arrabbiati, serve maggiore veleno"

SERIE A, LE PROBABILI FORMAZIONI DELLA 18^ GIORNATA

La pesante sconfitta contro il Verona al Bentegodi, il ritiro per provare a compattare l'ambiente, il desiderio di dare una sterzata a una stagione fino a questo momento difficile. Giornata di vigilia in casa Milan, con la formazione rossonera che domani alle 18 affronterà l'Atalanta a San Siro. Una gara che Rino Gattuso presenta così in conferenza stampa: "Ritiro? Siamo stati insieme più di qualche ora, è stato bello vedere le famiglie, le mogli dei giocatori. Abbiamo fatto anche una cena tra di noi. Abbiamo lavorato, abbiamo fatto qualche ora in più in campo. Il problema di questa squadra non è come lavora, ma serve maggiore veleno: che non significa spaccarele gambe all'avversario, ma che tutti diano qualcosa in più. C'è l'esperienza delle persone più grandi, con una parola o una chiacchiera in più, correggere qualche posizione in campo. Alla prima difficoltà la squadra scompare dal campo, si vede dai filmati, dall'andamento delle partite. Dopo la gara con il Verona ovviamente non ero soddisfatto perchè ogni volta che diamo campo agli avversari diamo la sensazione di subire gol ad ogni occasione. Come cominciamo ad allungarci vengono fuori tutte le nostre pecche. Ho la sensazione che la mia squadra in alcune situazioni non percepisca il pericolo. Sul secondo gol col Verona i terzini erano altissimi, ma questa è colpa mia. E' un aspetto da migliorare, altrimenti si rischiano figuracce come già successo e la responsabilità è tutta mia".

"Ritiro? Normale dopo le figuracce. In campo ci limitiamo al compitino"

Gattuso torna a parlare della decisione del ritiro: "Era il minimo venire qui a lavorare dopo il punto a Benevento e il 3-0 a Verona. Sono state scritte tante falsità, non c'è stato un giocatore che si è ribellato. Se qualcuno si ribellava eravate i primi a saperlo. Se ho pensato alle dimissioni? Non ci ho mai pensato, sono stato in sede per parlare del ritiro. Per me è una grandissima occasione, sapevo quando ho accettato che c'erano delle difficoltà. Sapevo che c'è da lavorare, ho grandissime responsabilità, il ritiro non è punitivo. La scelta di andare in ritiro è perchè dovevamo dare un segnale sia io che i giocatori alla piazza. Abbiamo fatto una figuraccia, siamo stati qua, abbiamo fatto qualcosina in più. Vedo grandissimo impegno, tante volte io non mi spiego: vedo grandi ritmi in allenamento, i ragazzi ce la mettono tutta, stanno in campo anche 30/40 minuti in più, ma questo non basta. Perché in campo diamo la sensazione di fare solo il compitino. Il lavoro che stiamo facendo in allenamento dobbiamo riuscire il più in fretta possibile a portarlo in campo. E' difficile da spiegare all'esterno, ma si tocca con mano. A Verona davamo la sensazione di poter pareggiare ma siamo fragili e la fragilità ce la andiamo a cercare ancmhe noi in tante situazioni", ha proseguito l'allenatore del Milan.

"Berlusconi vuole le due punte? Nulla di nuovo"

"Le parole di Berlusconi? Non c'è nulla di nuovo, ci ho parlato un'ora quando sono diventato allenatore. Lo sa anche mio figlio che il presidente ama i due centravanti e la mezza punta, ma in questo momento io devo valutare le caratteristiche dei miei giocatori. In queste partite si è visto Suso venire a giocare dietro la punta, c'è un lavoro dietro. Bisogna entrare piano piano nella testa dei giocatori. Il Milan non ha giocato sempre con due punte, ha giocato spesso con due mezze punte e abbiamo vinto qualcosina. Il dna del Milan è stata la difesa a quattro, ma in attacco qualcosa veniva cambiato. Non voglio fare polemiche data anche la stima che ho".

"Bonucci ci mette la faccia. Sta facendo di tutto per risolvere i problemi della squadra"

"Bonucci? Ripeto quello che ho detto la settimana scorsa: è sempre il primo a mettere la faccia davanti ai problemi, non si tira indietro, è un esempio per tutti gli altri, parlo ogni giorno con lui. Nessuno mi ha detto che tra un poco non ci vedremo più. Ad oggi è uno dei giocatori che fa di tutto per risolvere i problemi, si assume le responsabilità. E' un giocatore seguito da tutti gli altri, importantissimo. Non vedo nulla di strano che un giocatore del Milan vada a cenare con due ex compagni di squadra. Fa un po' di rumore dopo una sconfitta ma non ci vedo nulla di strano".

"L'Atalanta è una squadra che vola"

Gattuso parla poi così dell’Atalanta: "E' una squadra che vola, vengono sempre in avanti, più va avanti la partita crescono. Fanno l'Europa League, vedendo loro e vedendo noi sia la velocità che la cattiveria sono molto diverse L'Atalanta gioca a uomo a tutto campo, dobbiamo cercare di non perdere palla in uscita, poi diventa difficile. Dobbiamo avere il tempo di giocata e fare la scelta giusta. Mi aspetto la stessa mentalità dei primi venti minuti col Verona. Non dobbiamo subire gli avversari, dobbiamo tenere botta, sarà una partita molto fisica. Loro sono molto forti, hanno qualità e sanno giocare a calcio. Bisogna fare una partita di grande sacrificio per vincere. Quando abbiamo proposto il ritiro abbiamo pensato di stare qua fino alla partita con l'Atalanta", ha aggiunto l'allenatore del Milan.

"La squadra si deprime molto facilmente"

"Dobbiamo dare la sensazione di giocare da squadra. Ci arriviamo in scioltezza nella costruzione del gioco. Il problema è in transizione, facciamo fatica, dobbiamo lavorare bene sulle preventive, stare corti, insisto su questo concetto e sulla lettura. Non mi capacito quando i due terzini vanno contemporaneamente. A Verona è successo tantissime volte. Non è un caso che quando becchiamo giocatori veloci palla al piede cominciamo a sfilacciarci e perdere le distanze, dobbiamo migliorare. Siamo dei polli, ci caschiamo, dobbiamo migliorare su questo concetto qua. La vittoria di Verona poteva farci cambiare la stagione, avevo grandissime sensazioni, ho visto una squadra incoraggiarsi nello spogliatoio, cosa che non avevo visto nelle altre partite. Vedevo i ragazzi crederci, poi è venuto un risultato bruttissimo, ma vedo i ragazzi che fanno di tutto per poter migliorare sia a livello personale che di squadra. Vedo i ragazzi che stanno lì a pensare, bisogna pedalare ed assumersi responsabilità. Nel gioco del calcio ci sta che uno sbagli, si deprimono molto facilmente", ha aggiunto Gattuso.

"Voglio giocatori arrabbiati. Non giochiamo da squadra"

"Condizione fisica? Prima eravamo la penultima squadra per corsa, ora siamo la terzultima. Non sono Padre Pio. E' inutile guardare la classifica: dobbiamo pensare partita per partita, non dobbiamo fare delle tabelle e preparare le partite che dobbiamo giocare. Quando parlo con Fassone, con Mirabelli e Han Li ci chiediamo cosa possiamo fare per far esprimere questa squadra. Non è vero che la società non è presente. Parliamo di numeri, di video, discutiamo anche di quello, non solo cosa pensa la mia testa e quella dei dirigenti. Cosa serve a questa squadra per ritrovare fiducia? Non basterà una vittoria. Serve una parola in più dai senatori, una faccia arrabbiata in più, da parte di tutti, anche dal sottoscritto che già è sempre incavolato. Con questo spirito puoi vincere una, due partite, poi ci ricaschi. Oggi vorrei vedere giocatori che si aiutano, che siano un gruppo. Lo dico a voi, lo dico a loro. Perché questa squadra può e deve fare di più. Dobbiamo far giocare insieme i giocatori, vedo la qualità per tirare le punizioni, gli angoli, per far girare la palla. Ogni tanto sembra che non giochiamo da squadra. Questo manca. Quando non arrivano i risultati e i nuovi non si esprimono al massimo bisogna aiutarli, metterli in condizione sia con la società che con la squadra di esprimerci al massimo. Non tutti sono uguale, non mi comporto allo stesso modo con tutti. Ad alcuni devo dare carezze ad altri tranvate", ha concluso l'allenatore rossonero.