Serie A, Cagliari. Romagna: "La Juventus è una scuola, ma il mio futuro è qui"

Serie A

Quella contro i bianconeri sarà una partita speciale per il difensore rossoblù: "La Juventus è stata una scuola. Arrivò Del Piero, firmò la sua maglia e me la diede. Non potevo resistere. Il Cagliari ha creduto in me, ho firmato per 5 anni"

SERIE A, LE PROBABILI FORMAZIONI DELLA 20^ GIORNATA

CALCIOMERCATO: TUTTE LE TRATTATIVE LIVE - IL TABELLONE

Non sarà una partita come tutte le altre, non potrà esserlo per Filippo Romagna. Lui, che alla Juventus è cresciuto e che questa sera la affronterà da avversario. "Avevo 14 anni, vivevo a Fano, giocavo nel Rimini. Era aprile. Mi segnalò Ermanno Ferrari, grande osservatore. Gianluca Pessotto e Giovanni Rossi, dirigenti della Juve, vennero a casa. Avevo fatto un provino con l'Inter. Ma non volevo muovermi. Mi proposero di fare tre giorni a Torino con la famiglia. Al secondo mi ero già innamorato. Mi fecero arrivare Del Piero con una sua maglia. La firmò e me la diede. Ero nato milanista, idolo Pirlo, ci misi poco a diventare bianconero. La Juventus fu una scuola in tutto. Dà importanza a troppe cose: disciplina, serietà. Non si mangiava benissimo, ma il ricordo del convitto è stupendo", racconta il difensore del Cagliari nel corso di un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

"La 13 per Nesta. Il Cagliari ha creduto in me"

Colori bianconeri che ormai rappresentano il passato, perchè Romagna – difensore classe 1997 – è a tutti gli effetti un giocatore rossoblù. "Il Cagliari ha mostrato tanto interesse. E infatti ho fatto cinque anni di contratto. Il direttore Rossi era venuto a prendermi a Fano, il presidente Giulini è stato bravo. E col mio agente Montipò abbiamo deciso. Dopo Torino e la B a Novara e Brescia, che mi ha fatto bene, ho ritrovato il mare. Impatto pazzesco. Modelli? Nesta, ho il 13 come numero di maglia per lui, poi a livello tecnico Bonucci, comportamentale Chiellini, va sempre a duemila. Le mie caratteristiche? Penso di cavarmela bene nell'anticipo, devo crescere nel colpo di testa. Credo che il merito sia stato quello di non sentirmi quasi arrivato in Primavera, è un errore che alcuni fanno. A Rastelli dirò grazie a vita, ha creduto in me, mi ha fatto esordire da titolare col Napoli: c'erano degli assenti, mi ha confermato col Genoa, dicendomi 'gioca semplice'. Ora Lopez mi dà tanti consigli", ha concluso Romagna.