Lazio-Udinese, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Federico Aquè

Le squadre di Simone Inzaghi e Massimo Oddo sono tra le più in forma della Serie A. La loro sfida sarà interessante per i tanti talenti in campo, ma anche anche per i diversi punti in comune nel modo di giocare

 

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Per una strana coincidenza, Lazio e Udinese hanno affrontato le stesse avversarie nelle ultime due giornate: il Chievo e la SPAL. La squadra di Simone Inzaghi le ha battute segnando a entrambe cinque gol, quella di Massimo Oddo ha strappato due pareggi. I momenti di forma sembrano quindi molto diversi: l’Udinese è in calo dopo cinque vittorie consecutive, la Lazio è in questo momento la candidata più credibile per il terzo posto. Eppure la sfida sarà meno scontata di quanto sembrano suggerire i recenti risultati. Limitandoci agli ultimi due mesi di campionato, possiamo considerarla quasi come uno scontro diretto: nelle 8 partite giocate da quando Massimo Oddo è subentrato a Luigi Delneri sulla panchina dell’Udinese, soltanto Juventus e Napoli hanno conquistato più punti dei friulani e della Lazio.

Con Oddo, l’Udinese ha trovato una solidità invidiabile, subendo solo 5 gol in 8 partite. La Lazio può invece contare su un potenziale offensivo debordante, che la mette quasi allo stesso livello delle migliori squadre d’Europa: nei cinque principali campionati soltanto il Manchester City, il PSG e il Barcellona hanno una media gol superiore a quella della squadra di Simone Inzaghi (2,7 reti a partita), che può vantare il miglior attacco della Serie A (53 gol segnati).

Si potrebbe pensare a due squadre costruite su basi opposte, e invece i tratti comuni sono diversi: dalla verticalità della manovra alla fase di non possesso poco aggressiva sulla prima costruzione avversaria per avere campo da attaccare in transizione. Lazio e Udinese sono tra le squadre più brillanti e organizzate del campionato quando gli spazi si aprono e difendono in maniera simile, con una linea a 5 che occupa l’ampiezza e protegge i corridoi interni con le uscite dei tre difensori centrali, ma lascia alle mezzali molto campo da coprire, sia in orizzontale che in verticale – non a caso Parolo e Milinkovic-Savic sono i giocatori che percorrono più chilometri nella Lazio, mentre Barak e Jankto sono rispettivamente al primo e al terzo posto nell’Udinese.

Al di là dei punti di contatto più generali, le due squadre hanno ovviamente ambizioni e rose molto diverse. Anche e soprattutto perché sul piatto i biancocelesti possono mettere la qualità di due dei giocatori più in forma del campionato.

L’importanza, sempre maggiore, di Milinkovic-Savic e Luis Alberto

Il primo pensiero di Oddo non può che andare ai due giocatori più decisivi della Lazio, specie ora che l’infortunio di Immobile li obbligherà a farsi carico in misura maggiore anche dei compiti di finalizzazione. Contro il Chievo, Milinkovic-Savic ha segnato una doppietta, Luis Alberto ha invece sbloccato la partita con un tiro deviato. La loro influenza nel gioco biancoceleste è già enorme e l’assenza di Immobile dovrebbe allargarla ancora un po’.

Entrambi sono determinanti per la progressione della manovra della Lazio, verticale e spesso anche diretta, con i difensori che lanciano lungo oppure vengono invitati a saltare una o due linee, attirando di proposito la pressione per aprire spazi nello schieramento avversario. Milinkovic-Savic è onnipresente, sia con la palla a terra che quando viene alzata e diventa il principale riferimento di chi imposta: come da tradizione, è il biancoceleste che ingaggia più duelli aerei. Luis Alberto, invece, garantisce una risalita del campo maggiormente palleggiata, muovendosi continuamente in appoggio nella zona del pallone.

Quando si avvicina a Milinkovic-Savic la Lazio diventa difficilmente difendibile, per l’intesa tecnica raggiunta dai due e i continui scambi di posizione, amplificati quando a sinistra gioca Lulic, che pur partendo dall’esterno è a suo agio anche dentro il campo. Simone Inzaghi ha però spiegato di voler evitare squalifiche in vista della partita contro il Milan, e il bosniaco è diffidato. Al suo posto potrebbe quindi giocare Lukaku, migliorando sensibilmente la capacità di affondare e arrivare sul fondo a sinistra, la fascia su cui la Lazio costruisce la maggior parte dei suoi attacchi, ma limitando gli scambi di posizione e l’imprevedibilità.

La tranquillità col pallone di Milinkovic-Savic e Luis Alberto basta comunque per avanzare, e spesso si trasforma in un buco nero che risucchia le attenzioni avversarie, una situazione forzata da entrambi per aprire spazi per i compagni.

Milinkovic-Savic attira tre avversari, Immobile e Leiva sono liberi di ricevere.

 

Le scelte di Oddo sul centro-destra aiuteranno a capire che piega prenderà la partita. Barak è abbastanza strutturato per reggere l’impatto con Milinkovic-Savic, è probabile che ne seguirà tagli e inserimenti, ma alle sue spalle saranno fondamentali la copertura del mediano e le uscite tempestive del centrale destro. I movimenti del serbo e di Luis Alberto richiedono pulizia estrema nelle scalate e tempestività negli scambi di marcature. Contro la SPAL, davanti alla difesa è stato schierato Balic, che potrebbe fare spazio alla fisicità di Hallfredsson, o magari a Fofana, probabilmente la migliore soluzione possibile per abbinare forza e tecnica e che potrebbe giocare anche da mezzala al posto di Jankto. Sulla decisione di Oddo peserà ovviamente la strategia pensata per attaccare la Lazio. Sul centro-destra in difesa ha invece giocato Nuytinck, particolarmente indicato per contrastare Milinkovic-Savic nei duelli aerei, ma che potrebbe avere difficoltà a seguirne i tagli. Oddo non ha comunque molte alternative: ha recuperato Angella, mentre Stryger Larsen, schierato anche da centrale, dovrebbe giocare da esterno, vista l’indisponibilità di Widmer.

Quali sono le alternative a Immobile e Lasagna

L’assenza dei due migliori centravanti, non solo per i gol segnati ma soprattutto per la loro importanza nel gioco delle due squadre, è un’altra curiosa coincidenza che accomuna Lazio e Udinese. Entrambe si ritrovano senza i loro attaccanti più bravi ad allungare le difese avversarie e a tagliare alle loro spalle, un aspetto decisivo per due squadre così verticali e abituate ad attaccare in spazi aperti.

Contro il Chievo, è toccato a Felipe Anderson sostituire Immobile. La Lazio ha guadagnato imprevedibilità sulla trequarti, ma ha perso profondità: il brasiliano è abituato a ricevere sui piedi e a creare pericoli in prima persona piuttosto che a finalizzare quanto costruito dai compagni. Simone Inzaghi ha recuperato Caicedo, ma in conferenza stampa ha spiegato che il suo impiego da titolare è prematuro. La conferma di Felipe Anderson, o magari l’impiego a sorpresa di Nani, arricchirebbero le possibili soluzioni sulla trequarti, ma la Lazio dipenderebbe in misura maggiore sugli inserimenti delle mezzali e di Luis Alberto per allungare la difesa dell’Udinese e occuparne l’area di rigore.

Luis Alberto attira Salamon fuori posizione, Immobile taglia davanti a Vicari per ricevere il passaggio di Radu. Oltre ai suoi gol, la Lazio dovrà rinunciare anche a questo tipo di movimenti garantiti da Immobile.

 

Nell’Udinese, al posto di Lasagna dovrebbe giocare Maxi López, le cui caratteristiche obbligano i friulani a ricalibrare i propri attacchi. Toccherà infatti a mezzali ed esterni assicurare la profondità persa con l’infortunio di Lasagna, mentre il centravanti argentino sarà utile soprattutto nelle combinazioni corte e nel gioco spalle alla porta con cui aiutare la squadra ad alzare il baricentro.

Come stanno giocatori più forti dell’Udinese

La striscia di risultati utili ottenuta dall’Udinese con Oddo si è sostenuta sui grandi momenti di forma di Jankto, Barak e de Paul. Il primo per la sua capacità di giocare di fatto in due ruoli, mezzala ed esterno, con l’alternanza di movimenti profondi e larghi, il secondo per la sensibilità negli inserimenti, con cui ha realizzato 5 gol nelle ultime 6 partite, il terzo per la facilità con cui ha svolto i compiti di regista offensivo, diventando un riferimento per la gestione dei tempi di attacco, sia in transizione che impostando da dietro, muovendosi incontro e lasciando liberi quei corridoi occupati con naturalezza da Jankto e Barak.

Tutti e tre sono però sembrati in calo contro la SPAL e la loro presenza dal primo minuto contro la Lazio non è affatto scontata. Vale soprattutto per Jankto, poco incisivo e sostituito nel secondo tempo da Hallfredsson. Oddo ha scelto quindi di invertire il triangolo di centrocampo schierando Barak trequartista dietro de Paul e Lasagna, una mossa che potrebbe replicare conto la Lazio, magari per specchiarsi con due interni e un trequartista nel triangolo di centrocampo biancoceleste e facilitare le marcature.

È difficile, comunque, pensare a un atteggiamento particolarmente offensivo sull’impostazione avversaria. Oddo ha scelto fin dall’inizio della sua gestione di assecondare le caratteristiche dei suoi giocatori più forti e la loro capacità di coprire molto campo, con o senza palla, attaccando soprattutto in transizione. La preparazione degli attacchi non può quindi prescindere da una fase difensiva che regali spazi in cui correre una volta recuperato il pallone. È probabile che mirerà le zone in cui la Lazio è più vulnerabile, ai lati di Leiva e dietro i centrali, con verticalizzazioni rapide. Per questo, Oddo ha bisogno che de Paul, Barak e Jankto, se tutti e tre saranno in campo, tornino a brillare come nel periodo migliore.