Serie A, record pazzi e imprese memorabili: tutte le curiosità

Serie A

Luca Cassia

Dal "cattivo" Montero allo specialista Mihajlovic, non mancano le curiosità nella storia della Serie A (Foto Ansa)
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Il doppio "gol olimpico" in Bologna-Fiorentina, evento mai visto in Serie A, entra di diritto tra le pagine storiche del campionato italiano. Record e stranezze che ammettono altre prodezze individuali: guai a dimenticare i primati al contrario tra espulsioni e autoreti fino alle imprese più folli

Due gol da calcio d’angolo in pochi minuti, un evento inedito nella storia della Serie A. L’ultimo incrocio tra Bologna e Fiorentina, archiviato all’intervallo con il doppio "gol olimpico" di Veretout e Pulgar nell’arco di 3’, scrive un nuovo capitolo tra i record indimenticabili del campionato italiano. L’arte di segnare direttamente dalla bandierina celebra quindi per due volte un gesto tecnico eccezionale, prodezza che alle nostre latitudini vanta un maestro come Massimo Palanca seguito dai mancini diabolici di Maradona e Mihajlovic, Recoba e Diamanti senza dimenticare il destro vellutato di Roberto Baggio e del Papu Gomez. Magie da corner e non solo tra le pagine più curiose negli almanacchi del nostro torneo.

Specialisti da fermo, rigori e dolori

Oltre all’eccezionalità del pomeriggio al Dall’Ara, la stagione in corso ha già celebrato l’exploit di Simone Verdi in occasione della sfida al Crotone lo scorso 4 novembre: punizione vincente calciata con il sinistro, poi il bis con l’altro piede nel nome di un raro ambidestrismo nel pallone. Due calci piazzati a bersaglio in 90’ come accadde a Wesley Sneijder ai tempi dell’Inter: chi ricorda il 4-3 nerazzurro ai danni del Siena nell’anno del Triplete? A giro dal limite e di potenza dai 25 metri, solo una formalità per l’olandese intoccabile nella squadra di Mourinho. Meglio di Verdi e Sneijder, tuttavia, c’è solo Sinisa Mihajlovic: tre i gol direttamente su punizione siglati dall’ex difensore serbo il 13 dicembre 1998 in Lazio-Sampdoria. Si tratta di un record in una singola partita detenuto dal massimo esecutore in materia (28 gol) in partnership con Andrea Pirlo. E dopo quel 5-2 da incubo per il portiere Ferron, chi pagò per tutti fu l’esonerato Spalletti all’epoca allenatore blucerchiato.

Situazioni da palla inattiva come le punizioni, i calci di rigore circoscrivono altri primati nella storia del campionato italiano. Ne furono assegnati tre a favore di una singola squadra per la prima volta all’Atalanta, vittoriosa 4-2 contro il Livorno il 6 gennaio 1949. L’unica tripletta segnata dal dischetto in Serie A? Chiedete a José Altafini, impeccabile in Spal-Napoli (1-4 del 5 febbraio 1967) con 3 trasformazioni su altrettanti tentativi calciati sebbene non allo stesso portiere. Sono invece due le partite in archivio con 4 penalty assegnati alla stessa squadra: il 15 settembre 1991 l’Inter superò 2-0 il Verona con una doppietta di Desideri, l’unico a realizzare uno dei rigori fischiati a differenza dei compagni Matthäus, Brehme e Ciocci. Appartiene agli anni ’90 anche Piacenza-Bologna 5-0 del 27 febbraio 1999: due esecuzioni fortunate sulle tre calciate da un 22enne Simone Inzaghi, autore di un tris in giornata insieme a Rastelli e al rigore di Piovani.

Il rovescio della medaglia dal dischetto va a premiare i portieri, addirittura due volte in soli 90’. Detto del poker di rigori assegnati in Inter-Verona del ’91, metà dei quali parati da Gregori, altri numeri '1' hanno concesso il bis dagli undici metri. L’ultimo a riuscirci fu Federico Marchetti, incubo del carpigiano Mbakogu nel maggio 2016, impresa centrata in precedenza anche da Consigli in Cagliari-Atalanta (stop a Larrivey e Conti) oltre a Sereni in Torino-Siena del 23 settembre 2007 sebbene Maccarone riuscì a segnare sulla seconda ribattuta. All’elenco si aggiunge anche l’atalantino Pinato, spauracchio di Daniel Andersson nel 2000, che si aggiudicò un ricco premio in capperi e vino. Più a ritroso i portieri dal doppio exploit in una singola partita coinvolgono anche Rampulla e Pizzaballa, Mattrel e Vieri fino a Santarelli e Gandolfi, Casari, Merlo e Olivieri.

Espulsioni e autoreti: record al contrario

Prodezze individuali incise nella storia, un discorso coerente anche per quegli episodi meno fortunati ma comunque insuperabili. Prendete Dario Bonetti titolato con Roma, Juventus e Sampdoria negli anni ‘80, difensore che detiene il primato delle giornate di squalifica in Serie A pari a 39 turni. Scorretto ma nemmeno troppo, basti pensare alle sole 3 espulsioni rimediate in campionato. Il "cattivo" per eccellenza è piuttosto Paolo Montero, primo per distacco in materia di cartellini rossi (16) davanti ai 12 di Falcone e Di Biagio, Ledesma, Pinzi e Muntari. "Io non ho mai commesso falli cattivi", spiegò ai tempi della Juventus: certo è che nei 13 anni tra Atalanta e bianconeri rimediò altrettante espulsioni dirette.

Il record di cartellini rossi (5) in una singola stagione è invece condiviso tra Luigi Apolloni (2000/01) in forza all’Hellas Verona e Gabriel Paletta, tutt’altro che un vanto nello scorso campionato al Milan. L’espulsione più veloce? De Sciglio in Milan-Napoli del 2015, 42 secondi a superare il triste primato di Lulù Oliveira (50'') in Reggina-Cagliari targata 1999. L’incontro da Far West in Serie A ci riporta piuttosto a Sampdoria-Piacenza, 6^ giornata della stagione 1997/98 vinta 3-1 dai liguri: l’arbitro Bettin della sezione di Padova cacciò Balleri, Djeng e Franceschetti da una parte, Piovani e Rossi dall’altra. Mai un’altra partita del campionato italiano è terminata in 8 uomini contro 9.

Un altro incontro da sottolineare è Inter-Catania del 29 gennaio 1961, match vinto 5-0 dai nerazzurri con l’aggravante di 4 autoreti ospiti: si tratta di un record imbattuto da 57 anni. I giocatori che condividono il maggior numero di autogol (8) in Serie A sono Riccardo Ferri (Inter e Sampdoria) insieme alla bandiera rossonera Franco Baresi. Se l’ex difensore interista punì esclusivamente Walter Zenga, circostanza più unica che rara, l’ex capitano del Milan segnò due volte nella sua porta in 90’ in occasione di Pescara-Milan 4-5 del 13 settembre 1992: dopo il vantaggio abruzzese di Max Allegri e la rimonta firmata da Maldini e Lentini, la doppia autorete di Baresi riportò avanti il Pescara prima del tris di Van Basten. Altri "doppiettisti" al contrario? Stefano De Agostini (Milan-Cremonese 7-1 del ’96) e il compianto Giuliano Giorgi, protagonista sfortunato nel 4-3 finale di Fiorentina-Brescia datata 8 febbraio 1987.

Pioggia di gol e inferiorità numerica

Senza rispolverare partite d’inizio Novecento dai risultati spietati, dall’avvento del campionato a girone unico l’incontro che ha riservato più reti (12) risulta Milan-Atalanta 9-3 del 15 ottobre 1972. Un’abbuffata di gol propiziata in primis da Prati, Rivera e Bigon. Il Torino è invece l’unica squadra di Serie A ad aver realizzato 10 reti in 90’: vi riuscì nel maggio 1948 travolgendo 10-0 l’Alessandria, lo scarto più esteso di sempre nel massimo torneo italiano. Granata che nell’annata 1940/41 archiviarono pure il pareggio più ricco di gol (5-5 contro l’Ambrosiana), mentre il divario da record in trasferta premia gli 8-0 del Padova al Venezia (stagione 1949/50) e del Milan al Genoa nel 1955. È ancora il calcio in bianco e nero a rendere merito alla coppia Silvio Piola e Omar Sivori, i soli giocatori a realizzare 6 centri in una singola partita rispettivamente in forza a Pro Vercelli e Juventus. Decisamente meno nota l’eccezionalità di Lucchese-Novara disputata il 26 dicembre 1948 e vinta 5-1 dai toscani: si tratta dell’unico incontro di Serie A iniziato in 10 contro 11 dal primo minuto, d’altronde due piemontesi soffrirono di febbre alta e la squadra aveva raggiunto Lucca in sole 12 unità. Al Novara non riuscì l’impresa in inferiorità numerica a differenza del Milan: la più larga vittoria in 10 uomini applaude i rossoneri il 17 gennaio 1988 contro il Como, schiantato 5-0 con tutte le reti segnate senza un giocatore in campo. Fece addirittura meglio il Milan targato Montella nell’ultimo campionato a Bologna, battuto 1-0 in 9 contro 11 grazie a Pasalic dopo le espulsioni di Paletta e Kucka.

Da Poggi a Pugliesi

Da oltre 16 anni il record del gol più veloce realizzato in Serie A è un vanto di Paolo Poggi a segno dopo 8,9 secondi in Fiorentina-Piacenza del 2 dicembre 2001. Quanto basta per scippare il primato a Marco Branca, che in forza all’Udinese aveva punito proprio i viola al Franchi dopo 9''. Nessuno come Poggi né tantomeno come Nicola Amoruso, 13 maglie diverse vestite in campionato delle quali 12 omaggiate con la rete: entrambi restano traguardi assoluti nel torneo di casa nostra, il secondo condiviso con Marco Borriello. Può invece fare gli scongiuri Fabio Pecchia, allenatore del pericolante Hellas Verona: da calciatore assaporò la retrocessione per 5 volte con Sampdoria, Torino, Napoli, Como ed Ascoli all’insegna della sfortuna. Bocciature e tabù realizzativi, vedi alla voce Francesco Janich: ex libero classe 1937, mai a segno nelle 425 partite accumulate in Serie A quantomeno senza ricevere espulsioni in carriera. Non è mai troppo tardi invece per Maurizio Pugliesi, l’esordiente più anziano di sempre nella massima serie all’età di 39 anni e 140 giorni: era il 15 maggio 2016, ultima di campionato al Castellani contro il Torino battuto per 2-1 quando Giampaolo regalò la passerella da protagonista al portiere azzurro. Si è ritirato lo scorso luglio, naturalmente a record raggiunto.