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Serie A, il Festival di 'Saremo': otto talenti da primo premio

Serie A

Marco Salami

Metà Sanremo, metà Serie A: uno sguardo a chi nella categoria “Giovani”, nel campionato, potrebbe vincere il primo premio. Nati dal 1990 in su, italiani e con in mano il futuro del nostro calcio. Da Donnarumma a Meret, passando per Cristante e Insigne: otto talenti in gara al Festival di 'Saremo'. E ad ognuno la propria canzone

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Tradizione e storia, e anche un po’ di mito. Perché Sanremo è Sanremo, e ogni anno incolla davanti alla tv milioni di italiani. Il festival della canzone, lo show per eccellenza. Tra star del cinema, della musica, cantanti affermati e giovani promesse. Già, Sanremo “Giovani”, una categoria che negli anni ha sfornato talenti della musica italiana come Bocelli, Ramazzotti, Pausini. Campioni ancora acerbi, pronti a sbocciare, cosa che accade nella musica così come nel pallone. Perché Sanremo è Sanremo, ma anche il calcio è pur sempre calcio, quel gioco bellissimo che cattura gli occhi di altrettanti milioni di appassionati, dagli stadi alle tv. E se la categoria “Giovani” fosse anche in Serie A? Talenti, ovvio, anche qui la definizione calza a pennello. Per loro, tutti nati dal 1990 in poi: giovani già affermati, in attesa di consacrazione o ancora in fase di decollo. Vero, per partecipare al festival come “giovane” basta essere sopra i 16 anni - si legge dal regolamento ufficiale - e non oltre i 36. Un'età evidentemente ancora molto tenera, quando si parla di una professione come quella del cantante, potenzialmente lunghissima. Più rigide le fasce d’età di uno che invece gioca col pallone sui campi della Serie A. Già, e - sicuramente - i 27 (quasi 28) anni di Immobile non fanno di lui un ragazzino; ma sono pur sempre giovani, tutti quanti, e italiani. Sono otto i nomi che spiccano nel gruppo, e per ognuno proprio una di quelle canzoni che ha vinto l’edizione giovani del Festival di Sanremo in passato. Dai piccoli prodigi della musica a quelli del pallone, perché - in quella che è ancora l’alba del fallimento Mondiale - sono proprio loro la speranza per il futuro del nostro calcio, prossimo o remoto che sia. 

Gianluigi Donnarumma - La solitudine

Era il 1993, quell’edizione del Sanremo giovani la vinse Laura Pausini, e Gigio Donnarumma aveva ancora sei anni davanti prima di nascere. Classe 1999, probabilmente la più grande speranza del calcio italiano. Mai si era arrivati a tanto: paragonare un (ai tempi) minorenne a un mostro sacro come Buffon. Il talento è enorme, i tratti del grande portiere ci sono, così come le investiture. Eppure la scorsa estate è stata turbolenta, e non poco, col contratto in scadenza, il rifiuto alla firma e il dietrofront. Con tanto di polemiche, e tifosi inviperiti contro il loro talento numero uno. La solitudine fu la canzone con cui Laura Pausini vinse quell’anno, un sentimento che non può non aver provato anche lo stesso Donnarumma, solo e abbandonato da quel tifo rossonero che lo aveva idolatrato fino a poco prima. Poi tutto si è risolto, e il 99 del Milan si è riallacciato i guantoni per la stagione: 33 presenze, 34 gol subiti. Qualche critica in più sul campo, qualche grande parata (ormai questione di abitudine) e lo sfortunato autogol nell’ultima partita contro l’Udinese. Contro la Spal sarà in campo per continuare la rincorsa all’Europa. Lui insieme a tutta la squadra, ma non più da “solo”.

Ciro Immobile - Terra promessa

Il Festival di Sanremo esiste dal 1951, addirittura da prima ancora che la televisione comparisse in Italia. La prima edizione “Giovani” è però datata 1984, e vinse Eros Ramazzotti cantando Terra Promessa. Un titolo dallo spunto biblico, quasi a indicare un luogo da sogno. La terra promessa, ovvero quella che spetta a qualcuno, di diritto, quella in cui ci si dovrebbe inevitabilmente ritrovare. Questione di origine e non solo è quello che lega Ciro Immobile alla sua Napoli. Lui che, più precisamente, è di Torre Annunziata. Eppure in azzurro non ci ha mai giocato, ma ci giocherà contro, al San Paolo nel weekend di Serie A. Titolare dopo il rientro contro il Genoa, in una sconfitta casalinga che pesa, specie dopo anche il ko di San Siro contro il Milan. Quel giorno l’assenza di Immobile pesò, per uno che ha già segnato 20 gol in 20 partite di Serie A. Capocannoniere, e uomo decisivo da tutta la stagione, al passo con i grandi goleador europei. Torre Annunziata e Napoli sono sicuramente la sua terra, ma la promessa (del gol) la continuerà a mantenere in biancoceleste per la Lazio.

Federico Bernardeschi - La notte dei pensieri

Chissà come sarà stata la notte di Federico Bernardeschi, tra la vigilia della partita e il giorno del suo ritorno a Firenze, dove è esploso, ma con la magia bianconera, quella degli eterni rivali. Sicuramente di pensieri - piena di pensieri - come cantò un giovane Michele Zarrillo nel 1987, poi vincitore dell’edizione. Si prevedono fischi al Franchi, come fu in tempi più recenti per Salah e Cuadrado. Affrontare il proprio passato, e per giunta da “nemico”, non è mai semplice. In più Bernardeschi ha una chance importante dal primo minuto, per la Juve e per la sua stagione. Prima lo stop di Dybala, dunque anche Douglas Costa acciaccato. L’ala destra è sua, per spiccare il volo. In stagione ha già giocato 16 partite in A, solo 5 da titolare, bottino: 3 gol e 5 assist. Il Franchi è crocevia della stagione, specie col Napoli a ospitare la Lazio. Serve allora mettere da parte tutti i pensieri per Bernardeschi, perché vincere è la cosa più importante.

Federico Chiesa - Oggi sono io

Alex Britti, 1999, la sua chitarra e Oggi sono io, cantata con tanto di premio finale quando Enrico era diventato papà del piccolo Chiesa da un paio d’anni. Già, di padre in figlio, un passato nei viola (3 anni) e 8 gol ai rivali di sempre della Juventus per Enrico Chiesa. E potrebbe essere proprio il papà a insegnare al figlio come colpire i bianconeri nell’anticipo della 24^ giornata. Se Bernardeschi è passato dai “nemici”, l’altro Federico è rimasto in città, anche e soprattutto per dimostrare - nel big match che apre il lungo weekend di A - che sì, Oggi sono io il Chiesa che può decidere la partita. Non il papà, ovvio, quello rimarrà un ricordo legato al passato. Il presente però è quello che conta, quello ancora da scrivere, e vuole essere lui a segnare alla Juventus (sarebbe il primo gol), per vincere, salire in classifica e diventare re per una notte.

Lorenzo Insigne - Nu juorno buono

Il nastro si riavvolge più velocemente, e il salto è al nuovo millennio, anno 2014. Rocco Hunt vince con una canzone dedicata alla propria terra. Certo, lui è di Salerno, ma l’amore verso le proprie origini è anche quello che lo lega a Lorenzo Insigne, spostato più a nord direzione Napoli. Città, la sua, da amare, dai vicoli al mare… al calcio. Insigne lo fa, ogni giorno, e sul campo dal 2012 quando è rientrato in azzurro dopo le esperienze nelle serie minori. Mai come quest’anno il sogno scudetto è possibile, raggiungibile per davvero. Dovesse succedere realmente altro che Nu juorno buono - come recitava il titolo della canzone vincitrice dell’edizione Giovani - sarebbe una grande festa, specie per uno come lui, di Napoli e con la città nel cuore. Eppure al San Paolo nella 24^ giornata di campionato arriverà la Lazio di Immobile, con cui ha condiviso un magico anno a Pescara. Big match, partita tesissima sull’asse con Firenze dove giocherà la Juve e che dirà molto sulla corsa scudetto. 10 sono i gol e 8 gli assist, in poco più di 30 presenze stagionali, per Insigne, anima e cuore di un Napoli che non vuole fermare la sua corsa al tricolore.

Bryan Cristante - Stai con me (forever)

Altro talento italiano, altro giovane, classe 1995, e un coro unanime che sembra sollevarsi da tutto il mondo Atalanta: Stai con me (forever). La canzone la cantarono nel 2001 i Gazosa, boy band poi scomparsa dalle frequenze delle radio italiane. Eppure il tema del pezzo funziona. Cristante è scuola Milan, centrocampista di talento dall’inserimento facile, passato per il Benfica, e poi tornato in Italia. L’Atalanta non ha in mano il suo cartellino (dai portoghesi è in prestito), un buon motivo per chiedere ancora più a gran voce il suo acquisto definitivo nella prossima estate. In Serie A le presenze sono già 21 (su 23), con 7 gol e un assist, più le grandi prestazioni in Europa League, la doppietta sul campo dell’Everton, il passaggio del turno e l’appeal di tanti club in giro per l’Europa. Insomma, Bryan Cristante è uno da tenersi molto stretto. Forever…

Federico Ricci - Amici come prima

Prima e dopo, tra passato e presente: è un po’ quello che è capitato a Federico Ricci, sempre rossoblù, ma passato dalla Liguria (sponda Genoa) alla Calabria del Crotone nell’ultimo mercato di gennaio. Un ritorno, e un’amicizia ritrovata - come cantavano Paola e Chiara in Amici come prima nel 1997. Ricci nel Crotone ci aveva infatti già giocato, anche se in Serie B, stagione 2014-15 e seguente, quella della prima storica promozione in Serie A. Lui quell’anno di gol ne fa 11, più 8 assist, uno degli uomini della storia insomma. Dunque il Sassuolo, più Genoa, senza mai però trovare troppo spazio nell’ultimo anno e mezzo. A Crotone ci è tornato con una presentazione da urlo: gol e assist, e 3-0 decisivo nella lotta salvezza rifilato al Verona. Grande gioia, un nuovo innesto fondamentale in squadra e Amici come prima insomma, per rincorrere la terza annata consecutiva in Serie A.

Alex Meret - Il mare calmo della sera

Da Donnarumma a Meret, altro talentino della porta. Scuola Udinese, dal 2016 alla Spal. 30 presenze e 26 gol subiti nel suo primo anno in B, dunque la promozione, lo stop muscolare e il debutto in A nel pareggio contro l’Inter di qualche settimana fa. Andrea Bocelli vinse l’edizione Giovani nel 1994 con Il mare calmo della sera, la stessa calma che deve avere un giovane con lui - e chi lo ha in squadra - di crescere e migliorare. Senza pressioni e senza paragoni prematuri, perché bruciare un portiere - bastano anche solo un paio di passi falsi - è molto facile. Nel 24^ turno di Serie A avrà contro proprio Donnarumma, altro che ha bruciato ancora di più le classiche tappe di crescita. Da porta a porta sarà un faccia a faccia che potrebbe quasi avere il sapore dell’investitura, non fosse che il 99 del Milan ha due anni in meno. E allora Meret può proseguire sulla sua strada, quella dei talenti in gara al Festival di... "Saremo".