L'attaccante della Fiorentina si è raccontato in una lunga intervista: "Ad essere sincero però essere figlio d'arte non mi ha mai veramente interessato. Non l'ho sentito né come un privilegio, né come un peso. Non è che ti fanno a giocare a calcio per questo, devi essere forte"
Dall’infanzia alla sua crescita calcistica, fino a diventare uno dei giovani più interessanti del calcio italiano, una futura certezza. Federico Chiesa si è raccontato al Corriere dello Sport, in una lunga intervista. “Appena mio padre mi ha dato un pallone in mano l'ho subito colpi con i piedi, questione di DNA. A casa mia si respirava calcio, a cinque anni ho cominciato a giocare, fino ad arrivare alla Serie A. Ad essere sincero però essere figlio d'arte non mi ha mai veramente interessato. Non l'ho sentito né come un privilegio, né come un peso. Non è che ti fanno a giocare a calcio per questo, devi essere forte: questo è uno di quegli ambienti in cui alla fine le raccomandazioni non ci possono essere” ha spiegato il giocatore della Fiorentina. Sono stati i viola a lanciarlo in Serie A, in particolare Paulo Sousa, a cui Chiesa dedica un ringraziamento: “L'allenatore più importante per me sarà sempre Sousa, perché è quello che mi ha dato fiducia, fatto esordire in Serie A e formarmi come calciatore”. Sulla fede calcistica, la risposta è diplomatica: “Non ho mai tifato per una squadra, però mi appassionava il Milan dei campioni, quello di Kakà e Shevchenko”.
"Sané il mio riferimento"
Come modello di riferimento, Chiesa non prende nessun grande campione già esperto ma un calciatore in rampa di lancio come lui: “Sané mi piace molto, gioca nel City con altri grandi campioni come De Bruyne. Mi piace come interpreta il ruolo, lui come altri esterni, però tengo lui come riferimento perché abbiamo un anno di differenza ed è bello vedere un ragazzo della mia età che gioca così bene in una squadra che punta a vincere tutto”. E’ un momento in cui tanti giovani si stanno ritagliando spazi sempre più importanti: “Nell'Under 21 ho visto giocatori pronti ad avere un ruolo importante per il futuro: Barella, Locatelli, Cutrone, Romagna hanno fisico e tecnica e le potenzialità per diventare campioni”. Sulla lotta scudetto: “Sono rivali molto forti, il Napoli gioca bene e la Juve vince da sei anni, si deciderà tutto nelle ultime partite. Al momento sembra uno scontro alla pari”. Infine, un pensiero sul futuro. “Penso solo ad allenarmi, non al futuro. Il mio unico pensiero è la partita della domenica, sul calendario della mia squadra. Il resto poi verrà” ha concluso Chiesa.