I 110 anni dell'Inter, Porrà: "La sua storia è un percorso romanzesco"

Serie A

Giorgio Porrà

Presentando l'appuntamento con "L'uomo della domenica" dedicato ai 110 anni dell'Inter (Sabato 10 alle 13.30 e 23.45 - Sky SuperCalcio), Giorgio Porrà ha raccontato alcuni dei personaggi che hanno accarezzato la storia di uno dei club più importanti del nostro campionato

Succede quando ci sono queste belle ricorrenze tonde, c'è questo percorso romanzesco da raccontare, stiamo parlando di un club che ha vinto 18 scudetti, 3 Coppe dei Campioni, 2 Intercontinentali e che non è mai retrocesso, che ha avuto fuoriclasse assoluti come Meazza e Ronaldo, tanto per citarne due distanti quasi un secolo, che ha avuto presidenti mecenati e illuminati come i due Moratti, che ha avuto una storia molto molto personale tra lacrime e sorrisi, sempre in bilico tra drammi shakespeariani e concerti di Ligabue o Celentano. In casi come questi condensare una storia così diventa piuttosto complicato. Ho focalizzato l'attenzione su alcuni di questi simboli, con criteri soggettivi, partendo da Meazza fino a Zanetti.

Angelillo, i pennelli al posto dei tacchetti col record di gol

E' scomparso da poco, andava accarezzata la memoria. Ha ballato praticamente per una stagione, quella 1958-59, quella dei famosi 33 gol però non ha vinto nulla. Il suo destino beffardo e imperfetto lo ha portato addirittura a vincere il titolo nel Milan di Rocco. Però aveva dei pennelli al posto dei tacchetti e in quella stagione fece delle cose meravigliose. Ma le suggestioni sono non soltanto calcistiche, perché Angelillo fu crocifisso per delle sacrosante ragioni del cuore. Si era innamorato della famosa ballerina e per questo venne accompagnato alla porta e crocifsso dal bigottismo del tempo.

Boninsegna, il "nano Bagonghi" diventato gigante

Resta una figura iconica per tante ragioni: perché era un centravanti formidabile e perché si è costruito attorno una bella dimensione letteraria. E' stato uno dei privilegiati a cui Gianni Brera ha regalato un nomignolo per via della testa grossa, delle gambe corte. Brera diceva "Quando lo vedo in campo mi sembra il nano Bagonghi del circo". Era il periodo in cui i giocatori affrontavano i giornalisti che scrivevano cose così e Boninsegna gli chiese: "Ma perché mi hai chiamato in questo modo?", e Brera gli rispose: "Perché hai il culo basso e perché sembri il nano Bagonghi". Poi lui gli ha spiegato, in carriera, che anche i nani possono diventare dei giganti.

Ronaldo e il dilemma dell'interismo

Ronaldo sorprendeva anche Valdano che pensava che il pallone gli sfuggisse sempre dai piedi, poi lui lo gestiva e lo telecomandava a proprio piacimento. Ronaldo è un personaggio interessante non solo per parlare di calcio ma per ragionare intorno all'interismo. E' difficile trovare un altro personaggio amato come è stato Ronaldo, nelle cadute e nelle resurrezioni, come è stato amato da Moratti, un giocatore atteso, come se quei tendini di cristallo, quelle ginocchia fragili fossero una sorta di contrappasso per questo talento sublime. Poi c'è stato il distacco con lui che se ne va al Real, fu traumatico. Mi piacerebbe sapere se tutto questo da un interista è stato elaborato, ma per l'accoglienza che gli è stata riservata in questi giorni, penso proprio di sì.

Le definizioni di "Inter"

Ci sono delle citazioni splendide che ho provato a rintracciare. Michele Serra dice che "l'Inter è una meravigliosa capriola della vita", lo stesso Moratti che dice, e lui sa di cosa parla, che "l'Inter è un infinito esercizio alla pazienza". Beppe Severgnini dice che "l'Inter è il serial killer delle illusioni dell'interista". Ecco chi pensava che tutte queste cose si potessero archiviare dopo il Triplete possono mettersi l'anima in pace vista la situazione attuale. Ma è proprio questo il bello dell'Inter, queste discese, queste risalite continue, questo sentimento che non riesci a definire e anche vedere dei cyborg come Zanetti trasfigurati nel momento del trionfo.

Zanetti, il custode dell'interismo

Lui c'è sempre stato nelle luci e nelle ombre e continua ad esserci. Penso che l'importanza di Zanetti ora come prima sia immutata anche come vice presidente. Proprio per il discorso di prima: nessuno come lui ha orgoglio, titoli per garantire una felice sopravvivenza all'interismo. Anche se il club ha cambiato pelle, c'è stato questo restyling con gli occhi a mandorla, ma l'Inter è l'Inter, un pezzo fondamentale nella storia del Paese e lui è il Tractor con due cosce come copertoni e con questi capelli misteriosamente appiccicati in testa sempre allo stesso modo. E' lui il custode dell'interismo e deve continuare a esserlo.

L'uomo della domenica: speciale 110 anni Inter"

"L'INTER E' UNA MERAVIGLIOSA CAPRIOLA DELLA VITA"

Michele Serra

Gli appuntamenti tv

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