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Roma, Alisson: "Vorrei vincere qui. La Sud è casa mia, quando giochiamo in Champions mi sento un lupo"

Serie A

Il portiere giallorosso si è raccontato in una lunga intervista a Roma Tv. Tanti i temi trattati: dall'ambientamento a Roma al rapporto con la famiglia, da Totti a Di Francesco. E il brasiliano sceglie anche la parata più bella: "Quella su Saul, contro l'Atletico"

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LA "FORZA" DI ALISSON? PARATE "STELLARI". VIDEO

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È l’uomo del momento in casa Roma, ma resta umile. Questa, probabilmente, la sua forza: “Penso di non essere insostituibile e vengo ad allenarmi a Trigoria ogni giorno pensando di fare il mio meglio e lavorare forte, per aiutare la Roma a vincere”. Parole di Alisson, il portiere giallorosso si è raccontato nel corso di una lunga intervista a Roma Tv. Una chiacchierata durante la quale sono stati toccati diversi argomenti, a partire dal suo passato: “Ricordo con piacere l’esperienza all’Internacional, erano bei tempi. Sono stato fortunato perché ho lavorato con tanti professionisti e mi sono fatto tanti ottimi amici”. Nella squadra brasiliana giocava anche il fratello di Alisson: “Non è solo mio fratello, ma il mio migliore amico. Faceva il terzo portiere, siamo cresciuti insieme sia in squadra che a casa”. E a proposito di casa, Alisson non smette mai di ringraziare i suoi genitori: “Sono qui grazie a loro, hanno speso tanto in termini di energie. Mio padre mi ha sempre detto che dovevo sognare in grande e io l’ho ascoltato”. Anche la fede gioca un ruolo importante nella vita dell’estremo difensore giallorosso: “Dio è al primo posto, la fede mi aiuta facendomi vedere il lato positivo nelle cose. È stato così anche quando non ero titolare”.

Il trasferimento a Roma

Dal Brasile a Roma, non un salto facile: “Il primo periodo è stato difficile, soprattutto per il cambio di metodologia d’allenamento. Sia tecnicamente, ma anche come abitudini: il primo anno, quando non ero titolare, giocavo una volta ogni tre settimane e non è stato facile. Ma ho aspettato il mio momento con pazienza e ho preso la maglia da titolare: non la lascerò”. Dal punto di vista dell’ambientamento, è stato importante il suo connazionale Juan Jesus: “Tutta la squadra mi ha accolto benissimo, Juan mi ha aiutato tanto qui a Roma perché conosceva la mia situazione. Sua moglie ha aiutato la mia, è stato importante. E anche i romani mi hanno accolto molto bene. Ora mi sono adattato in tutto e per tutto, mi trovo davvero bene qui”.

Totti, Falcao, la curva Sud

Dici Roma e pensi alle sue bandiere. Totti sicuramente, ma per un brasiliano come Alisson è inevitabile parlare anche di Falcao.: “È un idolo sia qui che all’Internacional. Uno dei più grandi: anch’io come lui vorrei vincere un titolo qui, la squadra lo merita e io vorrei farne parte. Anche nel vecchio stadio dell’Internacional i tifosi che incitano la squadra stavano in curva sud: qui alla Roma è diventata la mia casa”. Da Falcao a Totti, ripensando al giorno dell’addio al calcio del capitano giallorosso: “Un giorno triste, ma anche bello. La felicità di aver giocato con una leggenda come lui e la tristezza per il suo addio. Ma siamo fortunati perché è con noi tutti i giorni. La fascia di capitano è comunque in buone mani: De Rossi non parla sempre, ma quando lo fa è con autorità. Sa cosa dire e quando dirlo”.

"Quando gioco in Champions con la Roma mi sento un lupo"

Dal passato al presente e al rapporto con Di Francesco: “Un allenatore bravo, abbiamo un gran rapporto. Ha cambiato il nostro atteggiamento, siamo più cattivi e difendiamo tutti, a partire dagli attaccanti. Ci aiutiamo tutti. E io mi sento parte della manovra in campo, qui si gioca con il portiere: sono migliorato molto con i piedi”. Ma la sua specialità restano le mani: è con quelle che fa miracoli. “La parata più difficile? Lo sono tutte, ma se devo scegliere la più bella dico quella su Saul contro l’Atletico Madrid. Non la dimenticherò mai, sarà perché era in Champions League… una competizione che mi fa sentire un lupo”. Un lupo “tranquillo”, però. È lui stesso a definirsi così: “Sono un tipo tranquillo, per vivere bene mi basta la mia famiglia, mia moglie e la mia bimba: è nata qui, è sia romana che brasiliana. Cosa mi manca del Brasile? Gli amici e i genitori, quando posso porto qualcuno qui per sentire meno la mancanza. Ma la città (e il cibo!) mi piacciono”.