Lazio-Inter, le chiavi tattiche della sfida

Serie A

Daniele V. Morrone

Lazio e Inter si giocano lo spareggio per accedere alla prossima Champions League: quanto conterà il rientro di Immobile, come si argina l'influenza di Cancelo e chi vincerà lo scontro tra Leiva e Rafinha? 

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Sia Inter che Lazio sono consapevoli di giocarsi uno spareggio, e che perdere significherebbe dover modificare tanto il giudizio sull'intera stagione corrente, quanto i progetti per quella futura (in palio non c’è solo la vetrina della Champions, ma anche i 40 milioni che i gironi assicurano). Se per l’Inter la vittoria è l’unico risultato utile, il fatto che la Lazio possa permettersi anche il pareggio potrebbe cambiare l’approccio della squadra di Inzaghi alla gara, ma non ha modificato la necessità di riavere in campo i giocatori che nelle ultime settimane hanno saltato le partite. Entrambe le squadre hanno recuperato giocatori importanti, ma è la Lazio che ha forzato la mano per avere la possibilità di schierare il suo 11 titolare. L’Inter dovrebbe tornare a schierare Miranda in difesa al posto di Ranocchia, mentre Gagliardini non dovrebbe partire titolare (al suo posto Vecino). Per la Lazio i rientri sono anche di più dato che parliamo di Luiz Felipe, Parolo e soprattutto Immobile (Luis Alberto al momento non sembra poter cominciare al posto di Felipe Anderson). Proprio il centravanti della Lazio e della nazionale è l’osservato speciale di questa partita, perché la sua assenza è coincisa con gli ultimi due pareggi della squadra di Inzaghi, che hanno portato a questo spareggio si fatto.

Quanto conta il ritorno di Immobile



Immobile ha un gioco ormai in osmosi con i compagni del reparto offensivo, che lo porta a fare continui movimenti alternando quelli incontro a quelli in profondità così da trovare il momento giusto per poter sfruttare il filtrante dei rifinitori. Quando gioca Caicedo la Lazio utilizza il suo fisico possente per far salire tutta la squadra, lanciando su di lui per poi giocare la seconda palla (una situazione simile a quella già vista con Milinkovic-Savic) e sfruttandone la propensione al contrasto duro. La Lazio con Caicedo si trova un giocatore che, pur con caratteristiche diverse, replica in parte il gioco del centravanti titolare: ma se Immobile esalta la produzione offensiva della sua squadra con i suoi movimenti senza palla, dopo aver cucito il gioco, Caicedo fatica a moltiplicare le opzioni di passaggi, facendo da target fermo in area di rigore. Oltre al fatto che al momento della finalizzazione è difficile per Caicedo salire al livello avuto da Immobile in questa stagione.

Immobile quest’anno viaggia a 3.7 tiri ogni 90’ in Serie A, di cui 1.9 finiscono nello specchio della porta. Caicedo invece a 2.2 ogni 90’ (meno anche di Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Nani), di cui 1 nello specchio.

Caicedo rimane un attaccante che la sua occasione da gol a partita la crea (o la riceve in dono dai compagni) ma rimane una differenza sostanziale tra i due se si parla di capacità di definizione di quanto creato. La capacità di finalizzazione di Immobile è la ragione principale che ha permesso alla Lazio di segnare anche più di quanto effettivamente prodotto in termini di occasioni da gol: la Lazio è la quarta squadra per xG prodotti in stagione con 38.34, molto dietro rispetto ai 46.34 del Napoli e ai 44.92 della Roma, eppure ha segnato 57 gol (5 gol più del Napoli e 15 gol più della Roma).

La differenza tra Caicedo e Immobile quindi è evidente all’occhio ed ha un peso chiaro dal punto di vista tattico, perché un giocatore è parte integrante del sistema, mentre dell’altro viene preso quanto fa comodo chiedendogli comunque di sforzarsi nel mimare un minimo quello che già l’altro fa per non lasciare la squadra senza i meccanismi noti.

Caicedo è un giocatore migliore di quanto sembri dai movimenti pesanti in campo, ma rimane un giocatore che recita il copione di un altro. La presenza o meno di Immobile quindi cambia sostanzialmente la Lazio in termini di finalizzazione e di sicurezza nel fare il proprio calcio.

La situazione De Vrij 



Se il ritorno di Immobile sembra essere un punto di partenza necessario per Inzaghi per giocare la propria partita, in realtà la settimana è stata dominata dalla situazione con il centrale De Vrij. Durante la settimana Simone Inzaghi non ha lasciato la minima traccia sulla sua decisione riguardo la presenza o meno di De Vrij, che com’è noto passerà ufficialmente all’Inter da giugno: «Ci alleneremo durante la settimana e poi deciderò per il meglio della squadra. De Vrij è un professionista esemplare e un ottimo giocatore, se giocherà lo farà al meglio onorando la società, i tifosi e i compagni con cui ha condiviso tante gioie in questi anni».

Il giocatore ha comunque fatto sapere di volerla giocare la partita per chiudere degnamente il suo ciclo a Roma e in settimana la squadra si è allenata con la teorica linea titolare formata proprio da De Vrij con Luiz Felipe a destra e Radu a sinistra. Il rientro nell’11 del giovane brasiliano è stato suggerito da Inzaghi in settimana e vista la poca sicurezza che da Wallace in questo momento sembra difficile non immaginarlo titolare nella partita più importante della stagione.

Luiz Felipe è un giocatore che ovviamente si può giovare della presenza di De Vrij al centro, più che essere lui il centrale. 



Nell'azione qui sopra Luiz Felipe si sgancia in conduzione leggendo lo spazio libero davanti e avanza fino a trovare il momento giusto per la verticalizzazione su Milinkovic-Savic. Una lettura che non ha nessuno tra i difensori della Lazio.



Con la possibilità di salire avendo le spalle coperte, Luiz Felipe (o Ramos, se preferite, come porta scritto sulla maglia) può mostrare meglio la sua padronanza nel giocare traccianti verso Milinkovic-Savic, che è in fondo ancora il pattern principale con cui la Lazio vuole iniziare l’attacco posizionale.

Avere la possibilità di costruire il rombo di impostazione con De Vrij alla base, Lucas Leiva vertice alto e Radu e Luiz Felipe ai due lati è una sicurezza in fase di impostazione e di resistenza alla pressione. Soprattutto in vista di una partita in cui il lancio lungo vorrà essere sfruttato, non dovendo la Lazio impostare una gara necessariamente votata alla vittoria. Scalare Luiz Felipe al centro e mettere Wallace a destra non solo porta ad un abbassamento del livello in fase di marcatura di Icardi, ma diminuisce sensibilmente la capacità della Lazio di avere opzioni in fase di impostazione.

Il fattore Cancelo

La questione che invece pone l’Inter agli avversari è come scegliere di difendere un terzino così peculiare come Cancelo. Per l’Inter, Cancelo significa creatività e profondità non solo nella fascia destra, ma anche nel mezzo spazio di destra, dov’è solito muoversi in conduzione sfruttando il lavoro di Rafinha per liberargli spazio e il fatto che Candreva garantisce un’opzione sempre presente largo a destra. Soprattutto per una squadra che utilizza un solo esterno di fascia come la Lazio sarà importante per Inzaghi istruire i suoi interni di centrocampo nel leggere come si muove Rafinha, per non seguirlo e liberare quindi alle loro spalle spazio per Cancelo. Posto, poi, che Candreva richiede comunque l’attenzione del centrale di sinistra, Radu, forse il movimento più difficile da difendere è il triangolo in velocità tra i due quando Cancelo fa la sovrapposizione esterna, che gli permette di guadagnare la fascia e la possibilità di arrivare al cross.

Il modo in cui le avversarie dell'Inter scelgono di difendere Cancelo è spesso legato a come vogliono anche attaccarlo. Cancelo è un giocatore tanto influente in fase di possesso da imporre nell’Inter comunque una serie di precauzioni per attenuarne l’impatto negativo in fase di perdita del pallone. Perché pretendere che Cancelo possa avere tanto peso offensivo e che poi non venga attaccato subito alle spalle da un lancio in caso di perdita è utopico.

Per questo la presenza del centrocampista centrale di destra in grado di coprirgli le spalle è fondamentale, ma viene chiesto anche al centrale difensivo interista da quel lato di staccarsi dalla linea per uscire aggressivo e togliere spazio alle spalle di Cancelo. 

Leiva limiterà Rafinha?

Per la manovra dell’Inter, ma anche per la tenuta della Lazio, il duello fondamentale sarà quello tra i due brasiliani Rafinha e Lucas Leiva. Al Brasiliano dell’Inter viene chiesto di muoversi e associarsi, ripulire la manovra, resistere alla pressione e generare un lato forte: la zona di ricezione di Rafinha, quindi, è fondamentale per l'Inter; ma in quella zona gioca proprio Lucas Leiva.

Rafinha viene spessp incontro al pallone, anche oltre il centrocampo, difficilmente quindi si può marcare a uomo (se non temporaneamente, in determinate situazioni) e dopo aver capito dove muoversi per ricevere con spazio, il brasiliano dell'Inter può sfruttare il controllo orientato per giocare la palla fronte alla porta e far avanzare la palla.

Rafinha si sgancia dalla marcatura e legge lo spazio dietro l’avversario in movimento per posizionarsi. Nessuno esce aggressivo e quindi può ricevere lì libero.

Per Lucas Leiva non dovrà assolutamente essere un problema lasciare la zona di partenza per seguire Rafinha e cercare l’anticipo. In questo senso lo stile aggressivo di Leiva sembra poter combaciare con le tendenze di Rafinha e limitare quindi il vantaggio per l’Inter di un rifinitore tanto libero di svariare. È anche vero però che se c’è un giocatore in grado di sfruttare il campo dopo aver superato con il controllo il marcatore è proprio Rafinha....

Sarà una partita nella partita da cui dipenderà molto per entrambe le squadre. Chissà che non saranno proprio loro a determinare la nobiltà della coppa europea che Lazio e Inter giocheranno il prossimo anno.