Serie A, le migliori parate della stagione

Serie A

Federico Aquè

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Donnarumma su Milik, Szczesny su Schick, ma anche Cragno contro il Chievo: le parate più decisive, spettacolari e pazze della stagione appena conclusa

I 10 MIGLIORI GIOCATORI DEL CAMPIONATO

E LA FLOP 10

Alla fine del campionato, con 163 interventi, Nicolas è stato il portiere che ha compiuto più parate. Il Verona ha chiuso con la seconda peggior difesa dopo il Benevento ed è la squadra che ha subito più tiri a partita: 18,7 in media. Nicolas è stato il portiere titolare dell’Hellas ed è normale che abbia finito per essere il più impegnato di tutti. Il numero di parate effettuate, come si capisce, resta un parametro poco indicativo del valore di un portiere, mentre se si guarda la percentuale di tiri parati si può avere una fotografia migliore delle prestazioni di un portiere: in questo senso, il migliore in assoluto resta Buffon (82,7%), poi ci sono Alisson (80,8%) e Meret (80%).

La consueta solidità della Juventus, che ha chiuso il campionato con la migliore difesa (24 gol subiti) e il minor numero di tiri concessi a partita (8,3 in media), ha ovviamente avuto un ruolo chiave nel rendimento di Buffon e Szczesny, che si sono alternati durante la stagione, ma entrambi i portieri hanno comunque mantenuto standard piuttosto alti. Al suo primo campionato da titolare con la Roma, invece, Alisson è stato la principale novità nel gruppo dei migliori portieri, imponendosi forse come il migliore in assoluto. Handanovic ha avuto un calo nella seconda parte della stagione, ma resta uno dei più affidabili, mentre Reina ha  dato un contributo inferiore rispetto ai rivali, venendo protetto dal grande rendimento difensivo del Napoli: nella classifica dei tiri parati (71,6%) si piazza solo al dodicesimo posto.

La stagione verrà ricordata soprattutto per essere stata l’ultima di Buffon con la maglia della Juventus: tra i portieri italiani chiamati a raccoglierne l’eredità il più continuo è stato Perin, che potrebbe sostituire Buffon non solo in Nazionale, ma anche alla Juve, visto il forte interesse dei bianconeri, mentre Donnarumma ha alternato errori e parate eccezionali. Questa raccolta delle migliori parate del campionato appena concluso si apre proprio con un suo intervento.

La parata più incredibile: Donnarumma su Milik

È difficile giudicare la stagione di Donnarumma, nel complesso al di sotto delle aspettative (gonfiate dalle note vicende per il rinnovo del contratto), ma meno negativa di quanto si tende a credere. Tra i portieri di prima fascia, Donnarumma è stato il peggiore per percentuale di parate (70%), ma alcuni suoi interventi sono stati tra i più belli e difficili del campionato: ad esempio la parata sul tiro ravvicinato di Iago Falque dopo aver respinto il colpo di testa di Belotti nella gara d’andata contro il Torino, oppure, sempre contro i granata, ma nella sfida di ritorno, l’intervento con la punta delle dita sul tiro di Ljajic negli ultimi minuti.

La sua parata destinata a rimanere nella nostra memoria è però quella su Milik. È la 32.esima giornata, il Napoli si sta giocando lo scudetto contro il Milan, ma a pochi secondi dalla fine non ha ancora sbloccato lo 0-0. L’occasione giusta arriva da un cross di Maggio, che toccato da Insigne arriva sul sinistro di Milik al limite dell’area piccola. Come scriveva Francesco Lisanti, l’attaccante polacco si preclude la possibilità di calciare sul palo più lontano rispetto alla posizione di Donnarumma con un primo tocco che gli lascia un unico angolo di tiro, ma la distanza è davvero minima e al portiere rossonero basterebbe una piccolissima esitazione per precludersi la possibilità di intervenire. Invece è velocissimo a scendere a terra, una delle sue qualità migliori, e sfruttando tutta la lunghezza del suo corpo riesce ad arrivare fino all’angolo basso alla sua sinistra e a deviare il pallone. Durante la stagione Donnarumma ha sofferto più del dovuto i tiri dalla distanza, forse non è una coincidenza che la sua parata più bella sia arrivata su un tiro così ravvicinato.

La parata più scenografica: Consigli su Bonaventura

Mancano poco più di trenta secondi alla fine e il risultato tra Milan e Sassuolo è 1-1. I rossoneri arrivano da due risultati negativi, la sconfitta contro la Juventus e il pareggio nel derby, i primi segnali di una flessione che spegnerà le speranze di rientrare nella lotta per la Champions e costringerà la squadra di Gattuso a guadagnarsi il sesto posto all’ultima giornata battendo 5-1 la Fiorentina. Il finale di stagione avrebbe però potuto essere diverso se quei secondi che vanno dal controllo di petto di Bonaventura alla deviazione di Consigli avessero avuto un altro esito.

Il mancato intervento, piuttosto goffo, di Lemos dà a Bonaventura il tempo di preparare il tiro con la massima concentrazione possibile, controllando i rimbalzi e colpendo la palla in modo da indirizzarla sul palo più lontano. Consigli, che era più vicino al palo alla sua destra, utilizza gli attimi che Bonaventura impiega per tirare per raccogliere a sua volta le energie e darsi la spinta verso sinistra. Il tuffo è impeccabile e allungando il braccio sinistro il portiere del Sassuolo riesce a conservare il pareggio, allontanando il Milan dal quarto posto. Bonaventura e Consigli sembrano trasmettersi a distanza la tensione delle fasi preparatorie, esibendosi in due gesti vicini alla perfezione stilistica.

La parata più importante (?): Szczesny su Schick

Alla diciassettesima giornata la lotta per lo scudetto non si era ancora ridotta a una sfida tra Juventus e Napoli. Distante tre punti dai bianconeri, ma con una partita da recuperare, la Roma arrivava a Torino con la speranza di agganciare la Juve e tenere aperta la lotta per il titolo. Invece il gol di Benatia nel primo tempo porta in vantaggio la squadra di Allegri e l’1-0 resiste fino al terzo minuto di recupero del secondo tempo.

Scoccato il 94’, però, un’incomprensione tra Benatia e Chiellini lancia Schick in conduzione solitaria verso la porta. Szczesny avanza fino quasi al dischetto e resta in piedi finché Schick non carica il tiro col sinistro. A quel punto il portiere polacco scende a terra distendendosi per coprire il più possibile lo specchio della porta, Schick non alza la palla e Szczesny riesce a deviarla con la gamba sinistra.

Alla prima stagione in bianconero, Szczesny ha accumulato 17 presenze in campionato, iniziando a prendere le misure al ruolo di erede di Buffon, che dovrebbe interpretare in maniera compiuta a partire dal prossimo anno. Esclusi rigori e autoreti, il polacco e Buffon hanno subito lo stesso numero di gol, 9, con il secondo che è stato il migliore nella percentuale di parate e anche il più efficace considerando gli Expected Goals. Il valore degli xG concessi dalla Juve è stato più alto nelle partite con Buffon in porta rispetto a quelle con Szczesny, il che significa che l’ormai ex capitano bianconero ha affrontato tiri più pericolosi e con più alta probabilità di trasformarsi in gol, ma è comunque riuscito a limitare i gol subiti allo stesso livello di quelli di Szczesny. Quella parata su Schick, in quel momento della stagione, è stata comunque decisiva per costruire il filotto di vittorie che tra dicembre e marzo ha posto le basi per il settimo scudetto consecutivo della Juve.

La parata più pazza: Sorrentino su Schick

Il concetto di pazzia è un cliché che viene spesso accostato ai portieri. Sorrentino lo ha usato per commentare la parata con la gamba sul tiro di Schick: «È uscita la pazzia che è in me». La partita contro la Roma arriva dopo che il Chievo ha perso 5-0 con l’Inter ed è ovvio che Sorrentino desideri cancellare immediatamente il ricordo di quella brutta giornata.

Il livello di esaltazione raggiunto dal portiere del Chievo, in una partita in cui compie una serie di interventi eccezionali che blindano lo 0-0, tocca il suo punto più alto quando la palla arriva a Schick al 37’ del secondo tempo grazie a un bel passaggio di Perotti dalla fascia sinistra. Schick si ritrova senza marcature sulla lunetta, il suo controllo è un po’ macchinoso, ma comunque non gli impedisce di costruirsi il tiro. Sorrentino segue l’azione del ceco coprendo il palo più vicino, preparandosi a tuffarsi alla sua sinistra quando Schick carica il tiro in diagonale. La traiettoria della palla, però, cambia per una deviazione: Sorrentino ha un riflesso imprevedibile e, pur essendosi coordinato per andare dalla parte opposta, riesce a respingere il tiro alzando la gamba destra. Quella di Sorrentino contro la Roma è stata forse la prestazione di un portiere che più ha inciso sul risultato, la parata con la gamba su Schick la rappresenta in maniera simbolica.

La parata più estrema: Cragno su Inglese

Al 38’ della partita tra Chievo e Cagliari, Birsa batte un calcio d’angolo con traiettoria a uscire che trova il taglio di Inglese oltre il primo palo, uno schema abituale per i gialloblù, che era valso il primo gol del campionato nella trasferta contro l’Udinese, grazie anche a un’indecisione di Scuffet. A difendere la porta del Cagliari c’è invece Cragno, che inizialmente si allontana dalla linea di porta per controllare l’area piccola e avere la possibilità di intervenire sulla palla con un’uscita alta, poi, vista la traiettoria scelta da Birsa, torna velocemente a difesa del primo palo e in un attimo riesce a coordinarsi per deviare il colpo di testa piuttosto forte, ma a mezz’altezza, di Inglese.

Cragno interviene quando ormai la palla sta per superare la linea di porta: la distanza tra una grande parata e uno sforzo inutile a volte può essere una questione di centimetri.