Napoli-Milan, da Ancelotti a Higuain, Reina e Donnarumma: quanti affari di cuore

Serie A

Luca Cassia

Ancelotti e Higuain, Reina e Donnarumma: Napoli-Milan è sfida speciale per tutti e quattro (Foto Getty)

Incrocio dal sapore amarcord quello di sabato al San Paolo, big match tra azzurri e rossoneri dalle vecchie conoscenze in campo. Sarà il primo match da avversario di Ancelotti contro il Milan dall'addio nel 2009. Prima volta da ex anche per Reina a differenza di Higuain (5 gol in 6 confronti). E poi c'è Donnarumma, originario di Castellammare di Stabia

ADL: "NAPOLI FORTISSIMO, ANCELOTTI VALORIZZA LA ROSA"

LA '7' A CASTILLEJO: I NUMERI DI MAGLIA DEL MILAN

GIGIO E GATTUSO, OBIETTIVO DA CONQUISTARE: RIFARE GRANDE IL MILAN

È già il Napoli di Carlo Ancelotti, allenatore di ritorno in Italia dopo nove anni e uscito vittorioso nel primo esame contro la Lazio. Un avvento votato alla continuità del lavoro di Maurizio Sarri con qualche accorgimento, vedi Hamsik convertito in regista per ovviare alla partenza di Jorginho nonché la presenza di Milik al centro dell’attacco. Buona la risposta del polacco, netta la posizione di Allan che ha sottolineato le differenze in panchina tra preparazione e idee tattiche. Esordio rinnovato in Serie A quello di Re Carlo prossimo alla sfida più sentita, quella di sabato contro il Milan dove militò da centrocampista (dal 1987 al ritiro nel 1992) ma soprattutto da allenatore: 8 gli anni alla guida del Diavolo tra titoli e campioni ai suoi ordini. Non sarà l’unico ex di scena al San Paolo nell’incrocio dal sapore amarcord.

Ancelotti contro l'allievo Gattuso

Detto della dolce rivoluzione di Carletto al Napoli, il big match della 2^ giornata sarà il primo confronto assoluto tra Ancelotti e il Milan dal suo addio nel 2009. Escludendo infatti i test estivi maturati alla guida di Chelsea e PSG, Real Madrid e Bayern Monaco, il tecnico di Reggiolo non ha più affrontato il "suo" Diavolo. Il destino ha voluto metterlo subito di fronte al passato, 8 titoli in bacheca dove spiccano lo Scudetto del 2004 oltre alle due Champions League targate 2003 e 2007. Nemmeno il tempo di plasmare gli azzurri che il calendario ritaglia il confronto da ex, lui che affrontò da avversario i rossoneri per l’ultima volta il 25 febbraio 2001 (Juventus-Milan 3-0 con Tudor, Inzaghi e Zidane a segno). Decisamente una vita fa, qualche mese più tardi venne invece promosso da Berlusconi in luogo di Terim ricollocando un altro pezzo di Milan nella società. Già, perché l’Ancelotti giocatore aveva collezionato 9 trofei nell’era Sacchi e riuscirà a ripetersi alle redini del club. A pochi metri da lui ritroverà Gattuso nelle vesti di collega, allievo che ne conosce ogni segreto complice la lunga militanza nel centrocampo di "Carlo Magno" puntuale ad applaudirne la promozione in panchina: "Sei stato l’anima del Milan e lo sarai anche da tecnico". Aspettatevi un abbraccio caloroso anche con Paolo Maldini, incognita invece nel caso di Leonardo dopo la rottura risalente ai tempi di Parigi.

Higuain, fischi e gol al Napoli

Ad Ancelotti il compito di conquistare una città dopo aver strabiliato in tutta Europa, traguardo nel mirino del nuovo Milan chiamato ad imporsi in Serie A come nel panorama internazionale. Non è un caso che l’erede della maglia numero 9, nient’altro che una maledizione per chi l’ha indossata nel post Inzaghi, sia stata destinata a Gonzalo Higuain. Un presente in rossonero dopo l’ottimo biennio alla Juventus, parentesi inaugurata dall’assegno monstre pari a 90 milioni di euro per abbandonare Napoli. Era il 26 luglio 2016, core 'ngrato a detta degli ex tifosi che non hanno mai tollerato il suo addio con destinazione Torino. Si era congedato dagli azzurri realizzando 92 gol in 147 gare con tanto di record nella Serie A 2015/16 (36 centri in una stagione), roba mai vista dai tempi di Nordahl. Ormai nota alle cronache la diatriba con Aurelio De Laurentiis, cercato con lo sguardo in tribuna dopo l’ultimo gol decisivo in campionato (1 dicembre 2017). Veleni e battibecchi con il passato se consideriamo pure il risentimento di Insigne a causa della sua esultanza al San Paolo. Sono ben 5 le reti segnate da ex in 6 incontri tra Serie A e Coppa Italia, competizione quest’ultima dove causò l’eliminazione di Sarri in semifinale due anni fa. In realtà i maligni ricordano anche il guizzo contro l’Inter a San Siro nell’ultima stagione, gol che affossò i sogni Scudetto del Napoli. Nessuno sconto di Gonzalo alla sua ex squadra, risparmiata dalla gioia personale solo nel primo confronto ravvicinato.

I napoletani Reina e Donnarumma

Uno è originario di Castellammare di Stabia nell’area metropolitana del capoluogo campano, l’altro è madrileno ma dal cuore napoletano. Compagni di squadra da questa estate, Donnarumma e Reina condividono ruolo e club tra i pali del Milan con gerarchie ben definite: Gigio è il titolare per Gattuso, Pepe il primo riferimento per il ragazzo classe 1999 complici i 17 anni di differenza. Nel curriculum di Gianluigi è la scuola calcio Club Napoli della natia Castellammare a ribadire il legame con la città interrotto dai rossoneri nel 2013, Napoli che invece è stata la dimora del portiere spagnolo per 4 stagioni solo intervallate dal passaggio da vice al Bayern Monaco nel 2014. Seconda scelta in Baviera e pure in rossonero per Reina, 182 presenze e un trofeo (Coppa Italia del 2014) al netto dell’affetto incondizionato del pubblico campano. Lui che ritrovò Benitez all’impatto in Serie A prima di vivere i fasti dell’era Sarri, anni indimenticabili che ne hanno segnato l’appartenenza alla città da lui "difesa" (ricordate il coro più amato dal San Paolo?). E poi la rottura con De Laurentiis e l’omaggio dello stadio all'addio, tifosi che sabato gli riserveranno un’accoglienza speciale. Indolore la separazione sebbene l’intesa con il Milan fosse arrivata in largo anticipo: Pepe ritorna a casa e riabbraccia la sua famiglia azzurra, poco importa se dalla panchina.