Uscito dal Milan 9 anni e 87 giorni fa, Paolo Maldini ci rientra ora da dirigente: i suoi giorni a Milanello a studiare la squadra, la lunga attesa per la partita di Napoli e per l'incontro con Carlo Ancelotti, il suo ultimo allenatore in carriera
Non potrà mai essere un ritorno quello di Paolo Maldini al Milan. Al massimo un nuovo incontro. Perché non potranno mai essere 9 anni e 87 giorni distanti ad aver sbiadito in lui i colori rossoneri. A Milanello si muove come se fosse a casa: conosce tutti gli angoli dello spogliatoio, i segreti di un ambiente che lo ha reso uomo e che lui ha onorato praticamente per 50 anni.
Oggi per Maldini è nuova vita. Una vita vista da un’altra prospettiva, quella del dirigente: non si perde un allenamento, parla con Gattuso, osserva da vicino la squadra – gli equilibri della squadra, la cosa che da capitano, forse, sapeva fare meglio.
Sabato il suo ritorno su un campo da calcio farà effetto: a chi lo ha atteso per anni, a chi lo ha voluto in questo nuovo percorso, e a chi come Ancelotti lo abbracciò per ultimo in quel suo strano addio da San Siro nel maggio del 2009 e lo riabbraccerà probabilmente per primo sabato, al San Paolo.
Maldini e il Milan a casa del Napoli, avversario leale per decenni, allenato ora da Carlo Ancelotti, simbolo dei rossoneri per più di dieci anni tra campo e panchina. E poi il doppio ritorno del “Pipa” Higuain e di “Pepe” Reina, e Gigio Donnarumma, nuovamente nella sua terra. Sarà Napoli-Milan, o forse c’è qualcosa di più.