Grande protagonista contro la Lazio, il portoghese è stato immediatamente lanciato dall'allenatore, che gli ha evitato il solito "periodo di apprendistato" riservato a tutti i nuovi acquisti, nonostante le pecche in fase difensiva. Il motivo? Cancelo, come il brasiliano ex-Juve, può essere un'arma tattica molto preziosa
Quattro stagioni di Allegri sulla panchina della Juventus ci hanno insegnato la pazienza e il rispetto dei tempi necessari all'inserimento dei nuovi. Cristiano Ronaldo a parte, eccezione come è giusto che sia, ci sono passati tutti, anche quelli arrivati in bianconero con l'etichetta del campione già pronto a sostenere il peso di quella maglia. Dybala, alla sua prima stagione, venne inserito dosandone sapientemente le forze; Morata diventò titolare solo da gennaio in poi, dopo che per tutta la prima parte del campionato era stato l'uomo dell'ultimo quarto d'ora (spesso al posto di Llorente), mezz'ora se gli andava bene; Douglas Costa collezionò 94 minuti in tutto nelle sue prime 7 giornate in Serie A; lo stesso Higuain partì dalla panchina nelle prime due giornate, appena approdato alla Juventus.
Subito titolare
Chiamatelo periodo di apprendistato, se volete, di sicuro Allegri sa che occorre tempo per entrare nei meccanismi della sua squadra e se utilizza il misurino lo fa sempre in vista della massima resa che sa di poter ottenere. In mezzo a tanti casi, spicca così quello di Joao Cancelo, titolare inamovibile nelle prime due giornate nonostante lo stesso Allegri ammetta che al portoghese manchi ancora qualcosa in fase difensiva. Certo, l'infortunio di De Sciglio non lascia molte alternative sulla destra all'allenatore, ma è anche vero che l'usato-sicuro di uno come Barzagli, in quel ruolo, potrebbe rappresentare un'ottima soluzione, in attesa della giusta maturazione di Cancelo. E invece...
E invece Cancelo gioca titolare, due su due da terzino destro, perché Allegri ha già tutto chiaro nella testa. Da un lato se lo coccola (durante la tournée estiva ha chiaramente detto che "Sarà uno dei top al mondo"), dall'altro non smette mai di ricordargli che deve migliorare in difesa (il fallo da rigore su Giaccherini contro il Chievo ne è la prova). Quando si spinge in avanti, invece, si sciolgono le briglie: spazio alla fantasia, al dribbling e all'istinto, con cui possono nascere avanzate e assist come quello che ha portato al gol di Mandzukic.
Cancelo come Dani Alves
Il parallelo con Dani Alves suggerito da Lele Adani, in questo senso, regge eccome: non solo perché Cancelo, come il brasiliano, può puntare l'uomo e saltarlo in qualsiasi occasione forte di una tecnica individuale superiore alla media, ma anche perché - esattamente come fu per Dani Alves - può trasformarsi in un'arma tattica importantissima. Terzino (come nelle prime due uscite), ma siamo certi che lo vedremo presto anche nei panni dell'ala, ruolo in cui Dani Alves segnò il cammino della Juve nella Champions 2016/2017 (tre gol in quella edizione). E ricordiamo che nelle amichevoli pre-campionato Allegri si è divertito a provarlo sia a destra che a sinistra, giusto per chiarire la varietà di soluzioni che un giocatore del genere può garantire. L'ulteriore spunto tattico lo fornisce ancora Adani, al termine di Juve-Lazio, quando fa notare che "come Dani Alves, Cancelo fa quasi la mezzala a volte: si accentra ma sa andare anche sul fondo".
Tecnico e veloce, due qualità che abbinate gli permettono di divincolarsi negli spazi chiusi, trovando spesso vie d'uscita impensabili: ma che ne fanno anche una delle soluzioni per far partire la manovra da dietro, una sorta di "regista" che si aggiunge a Bonucci e Pjanic, i due giocatori deputati allo sviluppo iniziale dell'azione. Di fronte a una simile abbondanza, anche Max Allegri può derogare alla sua regola del periodo di apprendistato iniziale.