Sassuolo, Boateng: "Sono tornato in Italia per la famiglia e… la pasta"

Serie A

Grande protagonista con la maglia del Sassuolo in questo avvio di campionato, Kevin-Prince Boateng ha parlato ai microfoni della Bild dei motivi che lo hanno spinto a lasciare la Bundesliga per tornare in Serie A: "Qui c’è un’autostrada che mi porta a Milano, dalla mia famiglia. E poi la pasta… Qualcosa di così buono non è normale"

BOATENG: "FELICE DELLA MIA CARRIERA, MA AVREI POTUTO FARE DI PIU'"

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Due gol nelle prime tre partite di campionato, prestazioni più che convincenti e un ruolo da leader riconosciuto. Per Kevin-Prince Boateng è iniziata una nuova vita con il Sassuolo. Protagonista assoluto in questo avvio di stagione con la maglia neroverde, il ghanese ex Milan ha deciso di tornare in Italia dopo l’ultima annata trascorsa in Bundesliga, con l’Enitracht Francoforte, e conclusa con la vittoria della Coppa di Germania – trofeo che a Francoforte mancava da 30 anni – ai danni del Bayern Monaco. Diverse le motivazioni che hanno spinto Boateng a scegliere nuovamente la Serie A, da quelle più consuete ad altre molto più particolari. A chiarirle è stato lo stesso calciatore, intervenuto nel corso di un’intervista ai microfoni della Bild.

Pasta, amore mio

Non soltanto la vicinanza della famiglia, ad influire sulla decisione di Kevin-Prince Boateng anche… il cibo. Proprio così, ad ammetterlo in maniera scherzosa è stato lo stesso calciatore del Sassuolo. "Ho scelto di tornare in Italia perché rispetto a Francoforte qui c’è un’autostrada che mi collega a Milano, dove c'è la mia famiglia – ha spiegato il ghanese -. E poi qui c’è anche la pasta, che è davvero molto, molto buona. Di recente mi è capitato di andare a mangiare in un ristorante e la pasta che mi hanno servito era talmente buona che sono corso in cucina per abbracciare la cuoca. Qualcosa di così buono non è normale, infatti bisogna anche stare attenti a non ingrassare". Ad essere decisiva nella scelta di Boateng anche la partenza dell’allenatore Kovac in direzione Bayern Monaco: "Ero andato all’Eintracht per lui, non è un segreto. Sono andato via anche perché lui ha lasciato la panchina - ha chiarito il giocatore -. Ma comunque volevo andare via da una squadra tedesca lasciando un buon ricordo di me. Sapere che tornando a Francoforte la gente mi accoglierebbe a braccia aperte è bellissimo. Finalmente non mi hanno cacciato".

Maturità

Nell’ultimo periodo Boateng ha anche smesso i panni del bad boy per diventare un esempio per i compagni più giovani: "Nelle ultime tre o quattro stagioni mi sto impegnando di più. Prima avevo qualche problema con la disciplina – ha aggiunto il classe ’97 -, invece ora ho capito che è necessario essere sempre dei professionisti, anche fuori dal campo. Un voto alla mia carriera? Al momento mi darei un bel 7: certe volte mi sono avvicinato anche all’8, altre invece sono andato fin sotto il 5". A Sassuolo sperano che il giudizio possa crescere ancora.