Federico Bernardeschi, profilo e carriera dell'uomo del momento in casa Juve

Serie A

Luca Cassia

Ancora un gol da subentrato per il numero 33 bianconero, ingresso decisivo per strappare i tre punti a Frosinone. Mai così in forma e maturo, "Berna" si candida a partner ideale del fenomeno portoghese: ottima l'intesa tra i due nella Juventus capolista. Solo l'ultima tappa nella carriera del talento di Carrara

FROSINONE-JUVENTUS 0-2, GOL E HIGHLIGHTS

CR7: "VITTORIA IMPORTANTE, AVANTI TUTTI INSIEME"

Poco più di 30 minuti in campo, quanto basta per stravolgere la partita. Indicato tra i migliori al Mestalla, eletto l'uomo della svolta al Benito Stirpe. Momento magico per Federico Bernardeschi, asso di Allegri nella trasferta di Frosinone a blindare la leadership della Juventus in campionato. Cinque vittorie su cinque per i bianconeri, 2° gol da subentrato per il talento di Carrara. Mai visto così in forma e così maturo, lui che dall’identikit di jolly offensivo si sta rivelando una pedina preziosa arretrando di qualche metro: mezzala con libertà di movimento, 34 minuti sufficienti a cambiare il volto di una sfida delicata creando più di quanto i compagni avessero fatto in precedenza. Se i ciociari di Longo avevano retto fino al 56’, l’ingresso di Bernardeschi ha dato estro e freschezza ad una manovra troppo prevedibile: sua la rete della sicurezza in pieno recupero da attaccante di razza, controllo a rientrare e sinistro a battere Sportiello. In precedenza a dimenticare Valencia era stato Cristiano Ronaldo, superstar dall’ottima intesa con il numero 33 bianconero: non era sfuggito il grido "Sei il numero uno!" all’indirizzo del portoghese espulso in Champions, slancio di stima ripagato dall’ex Real Madrid tra i primi a congratularsi con lui a Frosinone. Pare sia scoccata la scintilla tra i due con buona pace di Dybala, ancora a secco in stagione nonostante la fiducia di Allegri. In attesa dei gol della Joya, chi brilla eccome è Federico dallo strapotere fisico come ribadito dal suo allenatore.

Ragazzo a Firenze, uomo a Torino

Allegri ha elogiato la qualità dei "ragazzotti italiani", Rugani come Bernardeschi che ha parlato di una sua "crescita lineare e continua". Ed effettivamente il ragazzo di Carrara, pagato 40 milioni di euro alla Fiorentina nell’estate 2017, pare destinato a superare il bilancio dell’ultima Serie A: 4 reti in 22 presenze, bottino realizzativo a portata di mano per lui che ha già lasciato il segno contro Chievo e Frosinone in 181 minuti disputati. Bravo Federico a farsi trovare pronto, d’altronde lo stesso Allegri ha spiegato come "a livello mentale ha capito come si deve stare in una grande squadra". Insomma, "Berna" si è fatto uomo dopo aver mosso i primi passi nella sua Carrara e nel Ponzano, scuola calcio dell’Empoli che a 9 anni lo consegnò al vivaio della Fiorentina su segnalazione di Ilario Saturni. I più attenti ricorderanno la sua partecipazione ad un reality prodotto da MTV sugli Allievi della Viola, quantomeno sul campo:  "Ho lasciato che mi riprendessero mentre giocavo - spiegava il talento classe 1994 -, ma non ho voluto telecamere nella mia vita privata. L’iniziativa sembrava interessante ma può deviare dall’obiettivo di diventare un calciatore". Una posizione non comune per l’allora ragazzino avanti e indietro da Carrara a Firenze per tre anni tra i passaggi in auto di mamma Paola e i mezzi pubblici. Lo stesso Bernardeschi ha raccontato del problema al cuore riscontrato a 16 anni, colpa di un ventricolo sinistro più grosso di 8 millimetri: scongiurato il rischio di smettere con il pallone, timore esorcizzato dai riscontri medici con il sostegno della famiglia. Non è un caso che alla firma del primo contratto professionistico, Federico abbia portato a cena i genitori centrali nella sua educazione per valori e principi.

La palestra ideale diventa la Serie B a Crotone, trampolino di lancio per tanti giovani italiani dalla ribalta allo Scida: Bernardeschi realizza 12 reti in 38 gare alla prima stagione da professionista al fianco di altri prospetti come Crisetig, Cataldi e Dezi, quest’ultimo convocato insieme a lui per lo stage primaverile del Ct Prandelli. Tornato in pianta stabile a Firenze, l’allora 20enne trequartista si ritaglia 3 gol nel primo assaggio della Fiorentina tra Serie A ed Europa League pur restando ai box per 6 mesi a causa della frattura del malleolo. Montella ne aveva intuito il talento, Paulo Sousa lo mette al servizio della squadra nel biennio seguente: cambia il numero di maglia (dal 29 al 10) così come il contributo alla causa viola con 6 gol e altrettanti assist (stagione 2015/16). Addirittura devastante l’ultima annata alla Fiorentina con 14 centri personali, lui che aveva già salutato l’Under-21 tra gli applausi trovando spazio nella Nazionale maggiore: fu Antonio Conte a schierarlo per la prima volta nel marzo 2016 poco prima di convocarlo anche agli Europei del 2016. C’era anche durante l’era Ventura in quel maledetto spareggio concesso alla Svezia, eliminazione che verosimilmente gli concederà la vetrina Mondiale per la prima volta a 27 anni. Intanto resta uno dei giocatori di punta per la nuova Italia di Roberto Mancini, Ct chiamato a ricostruire un gruppo a partire dalle qualità dell’ex viola e del vecchio amico fiorentino Chiesa. Bernardeschi diceva d’ispirarsi a Baggio e Totti oltre Del Piero e Zidane, campioni di tecnica e fantasia, certo è che l’attualissimo riferimento è Cristiano Ronaldo: da qualche settimana il numero 33 bianconero si è trasferito alla Gran Madre, uno dei quartieri più belli di Torino dove vive pure CR7. E come il portoghese si è fatto costruire una palestra nella sua nuova abitazione per allenarsi in qualsiasi momento. Da ragazzino si era sviluppato tardi, 150 centimetri d’altezza a 14 anni quando gli altri membri della squadra arrivavano a 1.80 metri. A vederlo oggi c’è da non credere: Bernardeschi si è fatto uomo studiando da vicino l’alieno venuto da Madrid.