La presentazione dei principali temi tattici di una sfida tra l'Inter di Spalletti e la Fiorentina di Pioli, forse la squadra più divertente da guardare di questo campionato di Serie A
La Fiorentina è la più bella sorpresa di queste prime cinque giornate di campionato. Soltanto dodici mesi fa sembrava una squadra declassata dopo anni vissuti al di sopra delle proprie possibilità, discesa in una media classifica che ha da tempo sepolto qualunque ambizione di progettualità e continuità tecnica sotto l’urgenza di restare a galla.
Poi il vento della rivoluzione si è placato, e dalle ceneri del ciclo precedente è emersa una squadra giovane, talentuosa e combattiva. L’esempio migliore per illustrare la progressiva trasformazione è proprio il doppio confronto con l’Inter della passata stagione. Nella gara di andata, che coincideva con la prima giornata di campionato, la Fiorentina fu travolta per 3-0 a San Siro dai colpi di Icardi e Perisic, ma già nella gara di ritorno seppe bloccare con agilità tutte le fonti di gioco dell’Inter, conquistando un meritato pareggio.
A quel nucleo di giocatori, Corvino ha aggiunto una collezione di acquisti hipster accuratamente selezionata in compagnia di un bicchiere di Ardbeg e di un Montecristo. Adesso la Fiorentina sta viaggiando sulla media di due punti a partita: ha vinto le tre in casa contro Chievo, Udinese e Spal, e ha ottenuto un punto e due buone prestazioni nelle trasferte contro Napoli e Sampdoria. Per vendicare definitivamente la falsa partenza della passata stagione, potrebbe non esserci momento migliore.
Cosa rende la Fiorentina speciale
Il segreto della crescita della Fiorentina è in primo luogo la conferma di Stefano Pioli, probabilmente il tecnico ideale per plasmare i gioielli più brillanti in vetrina all’interno di un contesto tattico elettrizzante, fondato sulla verticalità e l’imprevedibilità offensiva. Come ha sottolineato con un certo orgoglio lo stesso Pioli nell’ultima conferenza stampa, la Fiorentina è una delle squadre più avanti del campionato nella definizione di un’identità tattica, di uno spartito comune a tutti i giocatori in campo.
Nel merito dell’argomento Pioli ha usato parole particolarmente incisive: «dobbiamo rimanere sempre consapevoli della nostra identità, da difendere e portare avanti ogni volta che scendiamo in campo». Ha innalzato l’organizzazione di gioco a vessillo da difendere, a valore fondante dei recenti successi. Per questo è facile immaginare che anche in trasferta a San Siro la Fiorentina rimarrà fedele alle sue idee, portando in campo tutti i meccanismi mostrati finora, tutta la complessità e la dirompenza dei suoi giochi d’attacco.
I due terzini stringono al centro per prevenire il rischio di una transizione, mentre quattro uomini attaccano contemporaneamente la linea a cinque della Spal. Il taglio incrociato di Simeone e Benassi attira l’attenzione di Fares, lasciando Chiesa libero di ricevere sul lato opposto. Per certi versi, la Fiorentina rappresenta un’avanguardia del calcio contemporaneo.
Difendere contro la Fiorentina non è semplice. Serviranno di ispirazione all’Inter il primo tempo contro l’Udinese e il secondo tempo contro il Napoli, ovvero le due frazioni di gioco in cui la squadra di Pioli non è riuscita a produrre tiri in porta. Udinese e Napoli ci sono riuscite spezzando il fiato alla costruzione della Fiorentina, iniziando la fase di recupero palla oltre la linea di metà campo, e coinvolgendo tutti i giocatori in campo per vincere contrasti nelle zone delicate, così da insinuare dubbi e timori nella linea di difesa.
Di sicuro gli inserimenti di Benassi e gli isolamenti di Chiesa meritano un’attenzione speciale, almeno un uomo che vada a ingrossare la difesa a quattro perché quando Biraghi e Chiesa occupano i corridoi laterali, e Benassi si aggiunge all’attacco, la Fiorentina arriva a schierare cinque uomini in linea intorno all’area di rigore. Di solito il centro-sinistra è territorio di competenza di Brozovic, per cui gli attacchi nello spazio di Benassi lo costringerebbero a un lavoro che non ha sempre la forza né la sensibilità di interpretare.
Potremmo quindi vedere un triangolo di centrocampo leggermente diverso nell’Inter, anche al di là del tradizionale ballottaggio tra Vecino e Gagliardini. Saranno interessanti anche gli esiti dei duelli individuali, perché se l’esplosività di Simeone rischia di essere ridimensionata da una delle difese più fisiche del campionato, Chiesa potrebbe esporre limiti e fragilità di Asamoah finora rimasti sotto la sabbia.
La varietà di soluzioni della Fiorentina emerge anche in fase di costruzione. In questo caso l’allargamento di Vitor Hugo crea i presupposti per un movimento interno “da falso terzino” di Hancko, che si accorge in tempo della linea di passaggio e va ad occuparla.
Quali sono le armi dell’Inter
Chiesa è il fulcro intorno a cui ruota l’attacco della Fiorentina. I momenti di anarchia che a tratti sembrano assorbirlo, quando da destra si ritrova a sinistra assecondando il flusso dell’azione, sono in realtà indispensabili alla pericolosità della Fiorentina. Pioli si è dimostrato perfettamente consapevole: «Se si vuole essere imprevedibili, c'è il rischio di perdere la posizione. Devono essere bravi quelli dietro a rimediare. Noi vogliamo creare dubbi agli avversari».
Nonostante la fluidità con cui si muovono i suoi attaccanti, al momento la Fiorentina può vantare anche la terza difesa del campionato per xG concessi, un’altra medaglia che Pioli si è appuntato al petto: «questo il nostro modo di giocare e di fare calcio: l'obiettivo è fare un gol in più dell'avversario. Non è il numero degli attaccanti a decidere, ma l'equilibrio di squadra». Nelle pieghe di questi equilibri deve cercare di infilarsi l’Inter, ritoccando una fase offensiva spesso balbettante in queste prime uscite.
Contro la Sampdoria, Spalletti ha iniziato con Politano e Candreva schierati a piede invertito, che era stato uno dei principali esperimenti del precampionato, ma fin qui non ha prodotto grandi dividendi. Dopo l’infortunio di Politano, si è visto costretto a riproporre Perisic e Candreva sui loro binari preferiti come nella passata stagione e l’Inter ha ritrovato qualche certezza in più, attaccando in modo più tradizionale il compatto blocco centrale della squadra di Giampaolo. Può funzionare anche contro la Fiorentina.
Così disposta, la Fiorentina vuole invitare il passaggio di Linetty per la sovrapposizione di Murru, ma manca la copertura su Caprari, che si trova ricevere da solo a centro area. Nainggolan può prendere appunti.
Lo spazio sul lato debole è una potenziale debolezza della squadra di Pioli, che Napoli e Sampdoria sono riuscite a esporre in determinate occasioni, attaccando in ampiezza e in velocità la linea di difesa. La Fiorentina ha come obiettivo il recupero immediato del pallone, per cui tende a compattare i reparti in una porzione ridotta di campo, da cui bisogna avere la qualità di uscire per tempo. A quel punto però gli spazi si aprono, e anche un attacco statico come quello dell’Inter può creare le condizioni per un uno contro uno risolutivo, o un taglio di Perisic sul secondo palo, esattamente come un anno fa.
L’Inter può permettersi di attaccare con quella lentezza perché poggia su una linea di difesa di assoluto talento e dai meccanismi rodati, la seconda del campionato per xG concessi, in cui dovrebbe tornare De Vrij per far riposare Miranda. Finché i difensori tengono alta la linea e vincono tutti i contrasti è veramente difficile attaccare in transizione l’Inter, anche al netto delle palle perse nell’altra metà campo. Questo però è il terreno ideale della Fiorentina, Pioli lo sta coltivando da oltre un anno, e potrebbe essere già arrivato il momento di raccoglierne i frutti.