Dzeko su Roma-Barcellona: "Eravamo morti, ma siamo tornati alla vita. Totti? Un amico"

Serie A
Dzeko si racconta su The Player's Tribune (Getty)

L'attaccante bosniaco si racconta in una lettera su The Player's Tribune: "A Roma mi sento a casa, contro il Barcellona correvamo come animali. Eravamo morti, poi siamo tornati alla vita. A Manchester e Roma può succedere, è il calcio. Sono momenti davvero speciali"

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A tutto Dzeko, dagli inizi a oggi. Lui, la guerra, l'infanzia difficile a Sarajevo: "Da bambino non capisci il pericolo, ma quando suonavamo le sirene dovevamo tornare a casa e nasconderci". Difficile crescere così, ma Edin Dzeko ha superato tutte le difficoltà diventando uno degli attaccanti più forti d'Europa. E anche grazie alla Roma, soprattutto dopo gli intoppi del primo anno: "Qui sto bene e mi sento a casa". L'anno scorso, contro il Barcellona, la Roma ha toccato uno dei punti più importanti della sua storia, rimontando un 4-1 che sembrava perso. Dzeko segnò aprendo le danze, Manolas chiuse i giochi. Questo il commento dell'attaccante su The Player's Tribune. 

"Con il Barcellona eravamo morti, ma siamo tornati a vivere"

Prima di parlare di Roma-Barcellona, Dzeko si sofferma sul "momento QPR" e la vittoria che è valsa il titolo con il Manchester City: "Quel quarto di finale è stato uno di quei match di cui è possibile mostrare in seguito il nastro ai ragazzi e dire: "Guarda, guarda questa partita, e vedrai che non puoi mai mollare". Nella partita di andata perdemmo 4-1. E perdere così contro ti porta a pensare che sei morto. Ma poi, con il ritorno in casa, sono un po' fortunato e riesco a segnare il primo gol molto presto. La folla ci carica. Poi prendiamo il rigore nel secondo tempo. De Rossi tira nell'angolino in fondo a destra. Il portiere riesce anche a metterci una mano, ma De Rossi colpisce il pallone con tanta forza da farcela comunque. Hai quella sensazione del tipo... forse sì? Possiamo?". E ancora: "Stavamo giocando come animali, dando tutto ciò che avevamo. Proprio come nel 2012, in campo stiamo urlando, "Andiamo! Dai! Dai!". Poi, alla fine, all'82', Manolas segna il terzo gol. Incredibile". Conclude Dzeko: "Eravamo morti, ma siamo tornati alla vita. Può succedere a Manchester e a Roma. Può succedere ovunque. Il calcio è così". 

"Totti mi ha migliorato"

Un commento anche su Francesco Totti: "Posso chiamarlo amico, nonostante sia una leggenda. E mi sarebbe piaciuto poter venire in Italia un po' prima, perché mi avrebbe aiutato a segnare di più! Giocare con lui mi ha migliorato in maniera massiccia. Sono così felice di essere venuto in Italia. ho imparato molto sul calcio".  

Dzeko e Totti scherzano in panchina

Quella volta che giocai contro il mio idolo Shevchenko"

Lui e Sheva, Dzeko racconta il suo idolo e quando riuscì a giocarci contro, nel 2008: "Fu un grande momento. Negli anni '90 c'erano tanti giocatori, io amavo Sheva. Quando ero ragazzino, uno dei miei allenatori nelle giovanili mi chiamava proprio come lui, e mi diceva per via della mia faccia. L'ho adorato, era il mio eroe. Ogni passo dopo la guerra lo abbiamo fatto insieme. Non dimenticherò mai quando ho giocato contro di lui quando ero a Wolfsburg, nel 2008. Sheva era in prestito al Milan e giocavamo a San Siro, fu una cosa davvero incredibile. Prima della partita, nel tunnel, gli chiesi se potevo avere la sua maglia. Rispose "nessun problema". Sentì il rispetto che avevo per lui, tant' è che nel primo tempo venne da me e me la diede. Lo ricorderò per sempre, è stato un momento speciale".