Pellegrini, dall'aritmia all'idolo Montella: i segreti del nuovo "titolare" della Roma
Serie ADa piccolo lo chiamavano "Montellino" perché giocava centravanti ed esultava come Montella (a cui ha segnato il primo gol in Serie A). A 16 anni rischiò di smettere a causa di un'aritmia, a 22 segna di tacco nel derby (come Amantino Mancini) e ispira i compagni in Champions: la storia di Pellegrini
ROMA DA SOGNO, 3-1 ALLA LAZIO NEL DERBY
Papà Tonino aveva già notato la sua personalità tanti anni prima: “Lorè, non tirare eh…”. E lui che fece? Facile. Destro dai 30 metri e palla all’incrocio, con tanto di braccia larghe verso papà, suo primo allenatore all’Italcalcio. Sguardo sornione e sorrisetto: “Dovevo farlo”. Lorenzo Pellegrini aveva 8 anni e in panchina c’era suo padre, nonostante le raccomandazioni segnò un gol incredibile da metà campo. Giocava in attacco, indossava la 9 ed esultava come Montella, mimando l’aeroplano, tant’è che il suo soprannome era proprio “Montellino”.
Pellegrini... come Amantino Mancini
Oggi - e qualche anno è passato - Lorenzo Pellegrini è l'uomo capace di segnare il suo primo gol nel derby di Roma rispettando un paio di tradizioni. La prima, ormai decennale, quella di un marcatore romano e romanista che punge la Lazio e le fa male: Totti, De Rossi, Florenzi, Aquilani, prima ancora De Sisti e Amadei. Altri tempi. Ora anche lui, da Cinecittà all’Olimpico, rispettando la seconda saga, stavolta più recente: gol di tacco alla Amantino Mancini, che volò nel cielo proprio in un derby. O come Pastore, sostituito da Lorenzo pochi istanti prima, che in questo campionato ha bussato due volte… di tacco. Coincidenze e ricorrenze, con Pellegrini che esulta alla Toni, mani sulle orecchie dopo lo show: “Visto, sì?”.
Il guizzo di Pellegrini
A 16 anni rischiò di smettere per un'aritmia
Un calcio – o un tacco, se preferite – a quell’aritmia maligna che lo tenne fuori dai giochi per 4 mesi. Lorenzo giocava negli Allievi Nazionali, aveva 16 anni, i medici gli riscontrarono qualche problema durante le visite e non gli diedero l’idoneità sportiva: “Dissero che poteva essere un virus – raccontò suo padre qualche tempo dopo – magari un mal di gola, o un’influenza. Effettuammo privatamente delle analisi al fine di capire la gravità della cosa. Risultò che non aveva nulla, quindi dopo un mese ottenne l’idoneità e tornò a giocare”. Il tutto grazie al sostegno della famiglia e della fidanzata, la bella Veronica, che l'ha sempre incoraggiato, anche quando si allenava da solo.
Il gol all'idolo Montella e Di Francesco
Ma la sfiga bussa ancora. Alla prima gara ufficiale con la Roma si frattura il quinto metatarso e resta fuori un mese, ritardando la sua bella scalata. Tutto prosegue bene poi: un gol da brividi in Youth League contro il Manchester City, l’esordio in Serie A grazie a Garcia (il 22 marzo 2015, Roma-Cesena) e l'exploit con il Sassuolo di Di Francesco, che lo piazza titolare a 19 anni e per due stagioni non lo toglie più. Personalità, piedi buoni, testa alta come da bambino e inserimenti, tant’è che segna il suo primo gol in Serie A contro Montella, ex allenatore ed idolo da sempre. Quello che seguì l’intuizione di Mirko Manfré e lo confermò centrocampista nei Giovanissimi della Roma (prima dello stop di 4 mesi), cambiandogli la vita: “Ringrazio Montella per ciò che sono diventato oggi, sarà sempre importante per me”. E magari anche per un “derby-mood” del tutto particolare, visto che 16 anni fa – nel marzo del 2002 – Vincenzo segnò un poker alla Lazio ancora oggetto di sfottò. Altre coincidenze.
Pellegrini ai tempi del Sassuolo
Pellegrini sorride e festeggia, la Roma ha vinto il derby per 3-1 e lui, viso pulito e occhi buoni, ripensa alle sedute da solo durante il periodo di stop. Mai mollare, mai arrendersi, un motto diventato suo. Si è ripreso la sua Roma dopo un avvio pieno di dubbi: Nzonzi, De Rossi, Pastore... e lo spazio per Lorenzo? Dov'è? Stavolta si gode la giornata, anche grazie allo stop di Pastore. ll destino ha portato bene. L'anno scorsò arrivò all'Olimpico grazie al diritto di recompra, 10 milioni al Sassuolo e Pellegrini di nuovo a casa. Monchi felice, Di Francesco entusiasta, lui ha ripagato la fiducia della Roma con tre reti il primo anno e adesso una nel derby. Colpo di tacco da chapeau, mani sulle orecchie: "Hai visto?". Sì, stavolta tutti, e papà Tonino non si arrabbia più.