Milan, l'ex ds Mirabelli: "Errore unire i fratelli Donnarumma. Bonucci? Pensavamo chiudesse la carriera in rossonero"
Serie AL'ex ds rossonero ha parlato della sua esperienza terminata con il licenziamento di quasi tre mesi fa, dal rimpianto sui fratelli Donnarumma alle considerazioni su Gattuso ("grandissimo allenatore, è sottovalutato) e Bonucci: "Pensavamo che finisse la carriera al Milan"
L'ex direttore del Milan, Massimiliano Mirabelli, è tornato a parlare della sua esperienza in rossonero. Lo ha fatto da ospite del Processo su 7Gold, rispondendo a domande di mercato (dai Donnarumma ad André Silva) e affrontando tematiche societarie. Mirabelli si è detto "orgoglioso di fare parte, se anche in breve tempo, della storia di questo grande club". La sua esperienza al Milan si è interrotta lo scorso luglio con il licenziamento.
L'esempio di Bonucci
Mirabelli ha spiegato che con il suo arrivo al Milan non ha trovato un terreno fertilissimo: "Abbiamo trovato un club che ha vinto tutto ma che negli ultimi tempi vivacchiava. Era assolutamente normale cambiare". Una delle mosse, forse la più forte, per provare a segnare la svolta, è stata l'ingaggio di Leonardo Bonucci dalla Juve e affidargli la fascia da capitano. Ma Mirabelli spiega: "Di questi tempi, è normale, dire qualcosa per giustificarsi. Bonucci, oltre ad essere un grande professionista, è stato con noi un grande uomo, era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene da Milanello. È stato un campione vero. Spostare gli equilibri? Era un difensore centrale. Gli equilibri li cambia la squadra o al massimo il centravanti. Pensavamo chiudesse la carriera al Milan".
I fratelli Donnarumma e Raiola
A movimentare la sessione di mercato gestita da Mirabelli c'è stata, tra le altre cose, la telenovela Donnarumma. L'ex ds commenta così: "Chi si occupa di mercato sa che quando un giocatore è in scadenza ci sono commissioni che partono da 20 o 25 milioni. Sono soldi che si danno all’agente o al calciatore. Con Donnarumma era giusto dare uno stipendio importante, anche perché abbiamo pagato commissioni. Non penso che il contratto ne ha limitato la vendita. Il calcio è cambiato". Ma c'è una cosa di cui Mirabelli si è pentito, una cosa che non rifarebbe, potendo tornare indietro: "Io purtroppo, avevo in mente, era una cosa da libro cuore, di unire i due fratelli Donnarumma. Oggi non lo rifarei per come sono andate le cose, dai protagonisti proprio la cosa non è stata capita".
Gattuso grandissimo allenatore, sottovalutato
Mirabelli sottolinea l'importanza della valorizzazione dei giocatori da parte del’allenatore: "Gattuso ha ottimizzato al massimo l’organico. Aveva mille difficoltà ma ha sfruttato al massimo la squadra. È un campione dentro, quando ha smesso di giocare si è subito dimenticato di quello che era stato da calciatore e si è rimesso in gioco da allenatore facendo le sue esperienze. Rino, dal mondo Milan e da tutti, era visto come grinta ma in realtà è un allenatore innovativo. È uno dei più bravi allenatori al mondo, è sottovalutato, lo si esalta poco. Il Milan gioca un bellissimo calcio: se ripensate al secondo gol al Napoli, è qualcosa di bellissimo. Il cammino di Gattuso è stato da terzo posto, sa insegnare calcio. È un grandissimo allenatore, ma sottovalutato".
André Silva ("Mi auguro torni al Milan") e il rimpianto Aubameyang
Tra i rimpianti o le operazioni considerate rivedibili ci sono quelle legate a André Silva e Aubameyang. Mirabelli spiega: "Andrè Silva, a mio avviso, è un giocatore di indubbio valore anche per i prossimi anni. Abbiamo fatto questa scelta ma sapevano che non era facile per un giovane portoghese giocare nel campionato italiano. Un solo anno forse è stato poco, ma lo è stato per tutti. Mi auguro torni al Milan, perché di lui ne sentiremo parlare". Sul rimpianto Aubameyang: "Questo può essere un piccolo rimpianto per cosa penso e pensavo di Aubameyang. In quei mesi avevamo la necessità di rivoltare la squadra. Il conto si fa con acquisti e cessioni, noi abbiamo speso 160 milioni nella campagna acquisti. Una squadra però non si costruisce mai in un solo mercato, ma in un percorso più lungo".