Richiamato alla guida del Genoa dopo l'esonero di Ballardini, Ivan Juric ricomincia con un impegno difficile: di fronte ha la Juventus, capolista a punteggio pieno. Una squadra che comunque all'allenatore croato riporta alla mente anche bei ricordi
Per cominciare la sua terza avventura al Genova non poteva capitargli avversario peggiore, se fin qui Allegri non ha perso per strada nemmeno un punto. Ju-ric contro Ju-ve, l'inizio gli suonerà familiare, e gli ricorderà certamente un precedente positivo: il suo gol ai bianconeri. Una rarità, anzi un pezzo unico. Perchè in 125 partite con il Genoa Juric ha segnato solo quella volta. Nel 2006, in Serie B, e a festeggiarlo tra i compagni d'allora c'era già Criscito, ora il suo capitano.
Corsi, ricorsi e ricordi
Indimenticabili, come il 3-1 di due anni fa: finora il capolavoro dello Juric allenatore, che stese la Juve con 3 gol in mezz'ora. Trionfo che la squadra - a 19 punti e quasi in zona Europa - pagò poi carissimo. Salvo il recupero con la Fiorentina, zero vittortie in quasi 3 mesi, e 8 ko. Ultimo e fatale, il 5-0 di Pescara che spinse Preziosi a salutare Juric.
Richiamato alla fine di quella stagione, e così ancora al via un anno fa. Con la Juve, sempre la Juve, subito di scena la prima a Marassi, e l'autogol di Pjanic più il rigore di Galabinov a dare l'illusione di poter replicare la meraviglia di una stagione prima. Finì invece 2-4, e non gradì quel doppio vantaggio sprecato, il presidente, che iniziò fatalmente a riflettere sul secondo esonero: Juric lasciò a Ballardini un Genoa penultimo con 6 punti in 12 partite.
Stavolta lo eredita proprio a 12 punti, con una partita da recuperare. E sarà subito inevitabile, il confronto con il precedessore, che nella sua seconda esperienza genoana ricominciò proprio da una sfida a casa della Juve: 5 anni fa, Borriello fermò inaspettatamente la Juve di Conte. Ora tocca a Piatek provarci. Con i consigli di Ivan, che - almeno con la Juve - davanti alla porta non è stato poi così terribile.