Il difensore della Juventus spiega il suo percorso di studi: "È una cosa che non mi pesa, mi rilassa e mi aiuta a tenere la mente allenata, aiutandomi anche nel calcio. Oggi è più facile per i calciatori laurearsi, bisognerebbe incrementare le persone che giocano e studiano perché altrimenti si arriva a 35 anni senza sapere cosa fare. A 25 anni ti senti indistruttibile, ma proprio lì devi iniziare a costruirti il tuo futuro perché la carriera finisce presto"
Capitan Chiellini e... Dottor Chiellini! Nonostante gli impegni con la Juventus e con la Nazionale, il difensore 1984 è riuscito a completare gli studi conseguendo la laurea specialistica in Business administration, presso la Scuola di Management ed Economia dell'Università degli studi di Torino. Chiellini rappresenta il modello di calciatore-studente e ha raccontato la sua esperienza in una lunga intervista rilasciata a FIFPro: "Ricordo che quando ero piccolo, parlo della scuola elementare, capitava qualche volta che fingevo di non stare bene per non andare a scuola – ha raccontato il difensore bianconero - Mia mamma mi ha sempre risposto: 'Nessun problema, se non vai a scuola non vai neanche a calcio'. Ma alla fine stavo sempre bene, mi alzavo e andavo a scuola. Innanzitutto per me è un hobby, è un piacere: non mi pesava, mi teneva allenata la mente facendo altro. Quando poi mi sentivo stanco mi fermavo. Ma è una cosa che mi ha aiutato su tutto, anche nel calcio se non sei attivo mentalmente e lucido non arrivi a certi livelli. Lo studio mi ha aiutato nella vita e anche nello sport. Quando ero da solo o ero fidanzato, mi allenavo la mattina, tornavo a casa, mi riposavo e poi studiavo un paio d'ore nel pomeriggio. Poi, eventualmente, sotto esame mi portavo i libri anche in ritiro, mi aiutavano a staccare e a non pensare alle pressioni. Quando invece è nata mia figlia, ho studiato solo in ritiro, in viaggio e la sera prima delle partite. Ora è molto più semplice, ci sono corsi per studenti-lavoratori. Le università mettono delle lezioni telematiche online proprio per gli sportivi, l'Università di Torino mi ha permesso di completare i miei studi con la possibilità di corsi anche fuori orario in modo da avere tempo e modo di arrivare alla fine".
"A 25 anni ti senti invincibile, ma devi pensare già al dopo carriera"
In molti si chiedono: ma cosa spinge un calciatore che guadagno tanto a dedicarsi a una seconda attività come lo studio? "Non ho mai saltato un allenamento per andare a lezione, ma le nostre giornate sono lunghe, non lavoriamo 24 ore – prosegue - Quindi se uno vuole può tranquillamente dedicarsi a un'altra attività senza togliere neanche un minuto alla nostra professione e passione. Bisogna cercare d'incrementare le persone che studiano e arrivano alla laurea, perché la vita è lunga e sarà bellissima quando si finisce di giocare a calcio ma bisogna coltivarla prima, altrimenti si arriva a 35 anni non sapendo quel che si vuole fare. Non tutti possono restare nel mondo del calcio, poi c'è il rischio di depressione e tante persone hanno anche dei problemi economici. A me piacerebbe restare nel mondo del calcio, perché è la mia grande passione. Magari con qualche ruolo da scrivania e non di campo, ma devo imparare e non pensare che siccome ho giocato 15 anni nella Juventus e in Nazionale io sappia fare già tutto. Quando hai 25 anni ti sembra di essere indistruttibile e invincibile, ma in realtà devi già pensare al futuro perché a 35 anni la carriera finisce e c'è una vita davanti dove giocare a calcio non ti basta per vivere".