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Roma, Zaniolo a Sky: "Ripagherò la fiducia di Mancini. Kakà idolo, De Rossi riferimento"

Serie A

Angelo Mangiante

Il centrocampista si racconta su Sky Sport: "Un onore essere qui, Kakà era il mio idolo e sarebbe un sogno diventare come lui. De Rossi un punto di riferimento, mi dà tanti consigli. Io titolare al Bernabeu? Mi tremavano le gambe, ma ho pensato solo a giocare"

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Si presenta puntualissimo all'intervista. È cordiale Nicolò. Educato. Senza mezza traccia di presunzione. Eppure un 19enne che ha già bruciato le tappe qualche aria potrebbe sbandierarla. Non è il suo caso. Ha tutto per sfondare. Mezzi tecnici e fisico scolpito. Il prototipo del centrocampista moderno. Più la personalità per essere già nel calcio dei grandi. Convocato da Roberto Mancini in nazionale senza ancora un minuto di A. Poi l'esordio, con le gambe che tremavano, nel Tempio del Bernabeu: prima ancora del campionato, come De Rossi ai tempi di Capello. Proprio De Rossi che ora è la sua guida. Poi la prima volta in A con il Frosinone fino alla prima da titolare nell'under 21.

Viaggia veloce, velocissimo il mondo di Nicolò. Senza patente, ma con un percorso da predestinato ormai delineato. Sinistro raffinato per giocare trequartista o mezzala. Accellerazioni con grande naturalezza. Fisico già pronto per battersi con avversari già navigati. Siamo solo all'inizio di quella che si preannuncia una carriera di alto livello. The best is yet to come: è lo slogan preferito della proprietà americana. Il meglio deve ancora venire. E quegli occhi attenti, quello sguardo verso l'orizzonte, quei modi così gentili nella sua prima intervista esclusiva a Sky meritano di essere visti. Con l'augurio che possa crescere sempre di più e confermarsi un patrimonio del calcio italiano. 

Ci fai un bilancio dei primi mesi alla Roma?

"E’ un grande onore giocare in questa società, una grandissima soddisfazione. Sinceramente non pensavo potessero accadere tutte queste cose belle, è una fortuna, spero di continuare così".

Cos’hai pensato quando Mancini ti ha chiamato in Nazionale?

"Stavo guardando proprio Sky, poi uscì la notizia dei 31 convocati e c’ero anche io. Ero incredulo, ho chiamato mio padre, eravamo stupiti, poi sono andato lì e mi sono giocato le mie carte. Spero mi richiami, parlerà il campo".

Raccontaci il giorno in cui hai esordito contro il Real...

"Pensavo poco, non so spiegarlo in realtà. Ma è una sensazione grandissima, non puoi immaginarla, De Rossi mi ha tranquillizzato subito, mi ha dato dei consigli, poi mi sono concentrato sul campo. All’inizio mi tremavano le gambe, soprattutto quando sentivo la musica della Champions League, ma poi ho pensato soltanto a giocare". 

Poi è arrivato l’esordio in Serie A contro il Frosinone

"E’ stata una grandissima partita, da lì abbiamo iniziato questa mini-striscia positiva. Personalmente è stata una grande soddisfazione poter esordire da titolare, ora dobbiamo continuare così". 

Che consigli ti dà Di Francesco?

"Mi dice di mettermi a disposizione, come fanno tutti, e che l’allenamento sarà lo specchio della partita. Quel giorno, prima dell'esordio, mi ha detto di entrare in campo e che tutto sarebbe andato bene".

Un consiglio di Mancini invece?

"Non mi ha parlato moltissimo, quando ci siamo salutati mi ha detto che ha grande fiducia nelle mie capacità, e l’ha dimostrato con il gesto che ha fatto. Ora gli devo dare ragione sul campo".

A Coverciano c’erano tanti totem del calcio italiano…

"Ho pensato a rubare con gli occhi ogni cosa che facevano. Giocatori come Bonucci, Chiellini e altri non li trovi tutti i giorni. Mi sono allenato però, ero lì, ho imparato molto. Ma ho ancora tanta strada da fare". 

Zaniolo al Bernabeu

Un tuo modello nella Roma?

"Il mio punto di riferimento è De Rossi, mi dà sempre i consigli giusti".

Chi era il tuo idolo da ragazzino?

"Kakà! Era un giocatore fantastico, sarebbe il mio sogno essere come lui".

Pregi e difetti di Zaniolo calciatore?

La fisicità è un pregio, poi devo migliorare con il piede debole (il destro) e pensare meno prima di fare la giocata".

Che tipo sei fuori dal campo?

"Non ho né pregi né difetti, sono un 19enne che ama divertirsi facendo le cose giuste. Il mio sogno è quello di diventare un calciatore affermato". 

In Nazionale con Mancini