Ancora Romagnoli, ancora all’ultimo respiro. Come contro il Genoa e come anche nel suo terzultimo gol rossonero contro il Napoli nel 2017. Dal novantesimo in poi è il suo momento, e quello del Milan: tre reti fatte e due subite in pieno recupero. Beffa nel derby e contro l’Atalanta ma gioia in extremis anche con Cutrone contro la Roma
C’è un bivio nella partita del Milan contro l’Udinese, uno di quei momenti che forse cambiano la stagione e la storia: l’infortunio di Higuain? Certo, perché da lì in poi i rossoneri cambiano marcia anche senza il loro giocatore più forte, e vincono. Ma c’è anche un’altra slinding doors che ha per protagonista sempre Alessio Romagnoli, l’uomo della provvidenza. Minuto numero 17, Lasagna riceve dalla sinistra il cross di Samir e anticipa a centro area proprio il capitano del Milan: la marcatura è troppo larga, l’ex Carpi gira in porta ma la volée di mancino esce di un soffio alla destra di Donnarumma. Destino, capitolo primo. Perché sarebbe potuto essere 1-0, errore difensivo pesante, gol subìto per la sedicesima volta consecutiva e tutto ancora più in salita. E invece… Quel tiro esce e circa una settantina di minuti dopo è sempre il “13” a firmare la vittoria. Prima recuperando palla per il contropiede e poi finalizzando con una botta sotto la traversa. Croce (anche senza conseguenze) e delizia, come contro il Genoa dove prima aveva infilato la propria porta con una sfortunata deviazione e dunque quella giusta, beffando Radu con una palombella clamorosa. Parola d’ordine: novantesimo minuto. Sempre lì, come anche nella sua terzultima rete con la maglia del Milan, a Napoli nel novembre del 2017 e al 92’, già peròcoi padroni di casa sul doppio vantaggio e che alla fine vinceranno 2-1. Quella sarà anche la penultima panchina di Montella da allenatore del Milan. Poi l’arrivo di Gattuso e tutta un’altra storia da scrivere (rigorosamente nel recupero).
Come Zapata
Quanto pesino i due capolavori in extremis di Romagnoli si vedrà soltanto a fine stagione. Lui, per non sbagliare, segna. Difensore dal gol facile che in rossonero è già arrivato a quota otto centri. I primi due arrivarono in Coppa Italia ma la gioia numero uno in Serie A porta con sé un altro clamoroso incrocio del destino. Aprile 2017: derby di ritorno, Romagnoli segna sempre nel finale e all’83’ il gol dell’1-2 che poi avrebbe portato al pari all’ultimo respiro di Zapata, suo compagno di battaglia proprio a Udine con cui per la prima volta il Milan ha chiuso la partita da imbattuto. Quando non c’è nemmeno da chiederselo: ovviamente sempre al 97’, con le due reti separate da appena trentun secondi di differenza. Destino, capitolo secondo. Sempre quello legato al nome di Alessio Romagnoli.
Die Hard
Eppure il suo mancino chirurgico della Dacia Arena non è il gol più tardivo di questa stagione: lo batte Kevin Prince Boateng, che in Cagliari-Sassuolo segnò addirittura su rigore al 99’. In totale sono però quattro i centri rossoneri post novantesimo: uno ininfluente del 4-1 di Suso proprio sul Sassuolo e tre pesantissimi: il doppio jolly pescato da Romagnoli e quello di Cutrone contro la Roma nella terza giornata. Meglio anche dell’Inter, che di reti ne ha trovate sempre quattro nel recupero (e con cui condivide il record) ma solo due decisive: Sampdoria e proprio derby, che il Milan ovviamente ricorda bene. Il totale per i rossoneri fa tre fatti all’ultimo respiro e due subiti: quello di Icardi preceduto dal 2-2 beffa dell’Atalanta con Rigoni a San Siro. Insomma, quando nelle partite del Milan arriva la segnalazione del recupero meglio non cambiare mai canale. E ancor di più se gioca Alessio Romagnoli.