Al 36' del primo tempo contatto falloso su Nicolò Zaniolo di Danilo D'Ambrosio, ma Rocchi non vede e il Var sorprendentemente non interviene. C'è anche un fallo di Perisic su Zaniolo nell'azione dell'1-0 interista. Chiaro il mani di Brozovic
RISULTATI SERIE A: TABELLINI E HIGHLIGHTS
Mentre l'Uefa accelera sull'uso del Var nelle Coppe, in Italia la macchina va a sbattere un'altra volta. L'incidente tra l'altro porta danni collaterali, perché quasi subito dopo il mancato rigore per la Roma arriva anche il gol del vantaggio dell'Inter, anche questo macchiato da un particolare da rivedere. La domanda è: se Rocchi non vede (e la sensazione è che non veda davvero nulla, dato che addirittura sposta la testa nel momento decisivo) lo sgambetto di D'Ambrosio a Zaniolo, perché il Var, Fabbri, non lo richiama ad una "on field review"? La risposta non può che essere nel solito famigerato errore "chiaro ed evidente", che Fabbri non considera tale. Un errore chiaro invece è proprio quello di Fabbri, perché va bene che l'interpretazione è soggettiva, ma qui siamo un po' oltre: dribbling, contatto, caduta, e arbitro coperto, difficile spiegare il mancato intervento?
Diverso il discorso sul contatto Perisic-Zaniolo da cui poco dopo nasce il gol del vantaggio dell'Inter. Qui è Rocchi che giudica non fallosa la spinta del croato sul romanista, e nonostante il fallo ci fosse il mancato richiamo del Var è comprensibile, sia per l'entità non clamorosa sia perché la "fase di attacco" potrebbe non essere stata considerata come già iniziata (Perisic è nella propria metà campo con le spalle alla porta della Roma).
Resta l'irritazione della Roma, poco lenita dal rigore del 2-2 concesso con l'intervento del Var: sulla volontarietà del mani di Brozovic possono esserci davvero pochi dubbi. Semmai, è un rigore come quello dato al Milan contro il Parma che ripropone la differenza troppo ampia tra i tocchi di braccio, su cui ormai si fa la moviola in campo, e la diversa tolleranza, e discrepanza, sui contatti in area. Rizzoli, che senz'altro non ha condiviso la gestione dell'episodio D'Ambrosio-Zaniolo, chiederà spiegazioni a Fabbri e Rocchi, ma dovrà anche raddoppiare gli sforzi per trovare una uniformità di giudizio che sembra davvero smarrita.