Il grande riflesso di Donnarumma, l'assist di Ionita per il gol di Sau all'ultimo secondo, il trick da calcio di strada di Ounas e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato
30 gol, 6 cartellini rossi, innumerevoli stravolgimenti di risultato nei minuti finali: quella appena passata è stata una giornata esplosiva, in cui la concitazione per il risultato ha finito per far passare in secondo piano la sua ricchezza tecnica. È stato infatti difficile contenere in un unico pezzo tutte le giocate meritevoli di avere spazio in questa rubrica. Tra queste siamo stati purtroppo costretti a scegliere, includendo l’incredibile riflesso di Donnarumma sul colpo di testa ravvicinato di Iago Falque, la punizione a giro di Bruno Alves, l’assist perfetto di Ionita per il gol all’ultimo secondo di Sau, il trick da street soccer di Ounas, lo stop al velcro di Politano e l’arte elusiva di Cancelo nel dribbling su Asamoah. C’è stato tanto da ricordare, insomma, anche lasciando da parte le incredibili rimonte di Cagliari, Sampdoria e Fiorentina.
La parata di Donnarumma
Probabilmente non smetteremo mai di discutere sul vero valore di Gianluigi Donnarumma, diciannovenne portiere del Milan. In questo pezzo, Alfredo Giacobbe si interrogava circa le prestazioni di Donnarumma della scorsa stagione, notando come un rendimento molto alto fosse macchiato da alcuni errori.
In questa stagione il portiere del Milan, oltre ad essere notevolmente migliorato con i piedi, sembra stia riuscendo a limitare il numero di errori che portano al gol, mantenendo però costante il livello di interventi che ci lasciano a bocca aperta. Perché è questa la caratteristica speciale di Donnarumma, quella di essere in grado nonostante la stazza e l’età, di avere una reattività felina.
Il colpo di testa di Iago Falque, pur non molto angolato, è piuttosto forte e soprattutto parte dal limite dell’area piccola, distante cinque metri e mezzo dalla linea di porta. La rapidità con cui Donnarumma allunga il braccio sinistro e schiaffeggia il pallone sopra la traversa è mostruosa. Belotti appostato sul secondo palo se lo guarda interrogativo con le mani tra i capelli, come farebbe con un animale mai visto prima.
La punizione di Bruno Alves
Siamo abituati a pensare a Bruno Alves come ad un giocatore di rottura, difensore arcigno sia nell’aspetto che nel gioco. A 37 anni il portoghese è ancora fondamentale per il Parma, squadra con il baricentro più basso della Serie A. Nella difesa dell’area Alves si esalta: è secondo in Serie A per spazzate, superato solo dal compagno di reparto Gagliolo, e primo per tiri totali respinti.
A tutto questo però, Alves aggiunge una sensibilità nei calci piazzati di cui forse ignoravamo l’esistenza fino a ieri, ma che lo ha visto segnare in questo modo per ben 8 volte in carriera, ultima proprio questo gioiello che ha permesso al Parma di pareggiare contro il Chievo.
La punizione di Alves pare uscita da un manuale: potente, precisa e carica d’effetto, disegna la perfetta parabola che disegneremo noi con una penna se ci chiedessero di tracciare la miglior traiettoria per segnare da quel punto. Una giocata con cui Alves ci stupisce, ci ricorda della validità di quel detto secondo cui non è l’abito a fare il monaco.
Il filtrante di Ionita per il pareggio di Sau
Sabato la Roma sembrava controllare una partita che conduceva per 2 a 0 fino a pochi minuti alla fine. Poi tra le raffiche di vento del nuovo Sant’Elia sulla spizzata di Joao Pedro è arrivato Ionita ad accorciare le distanze. Pochi minuti più tardi, con il Cagliari ridotto in nove uomini, ancora una volta Ionita, è stato in grado di servire Marco Sau per il gol del pareggio.
Lasciando ad altre sedi il processo alle scelte di Di Francesco e ai movimenti della difesa della Roma, qui è il posto in cui scriviamo che i meriti di Ionita nel rocambolesco pareggio del Cagliari sono tanti e piuttosto evidenti. La palla che fa filtrare tra sei giocatori della Roma, colpendo di prima, con una parte del piede a metà tra collo ed interno, è così immediata e precisa da sembrarci finta.
Lo stesso Ionita si vede arrivare questo pallone in una situazione un po’ irreale, con Pellegrini e Cigarini che non intervengono sulla spizzata di Cristante, si scansano quasi, lasciando a Ionita l’incombenza di occuparsi dell’ultima azione della partita. Il centrocampista moldavo sta salendo da una posizione più arretrata, occupata probabilmente in maniera casuale per presidiare la zona lasciata scoperta dalle espulsioni di Srna e Ceppitelli.
Insomma Ionita non doveva forse trovarsi lì, né doveva essere lui quello ad intervenire (se vi concentrate su di lui nei secondi precedenti lo vedrete corricchiare con poca convinzione in avanti) eppure è stato in grado in un attimo di coordinarsi e servire l’assist decisivo per Sau. Una giocata che contiene forse una certa dose di casualità, ma che brilla in una partita che ha visto gli errori, tecnici e tattici, superare gli aspetti positivi.
Il trick da calcio di strada di Ounas
Ounas è arrivato a Napoli nell’estate del 2017 dal Bordeaux senza sollevare troppo clamore. Dopo essere stato praticamente ignorato da Sarri la scorsa stagione (poco più di 300 minuti giocati in tutto), l’algerino sta finalmente riuscendo a trovare più spazio con Ancelotti, con cui ha già giocato quasi lo stesso numero di minuti. Soprattutto, Ounas sta dimostrando non solo di poter essere utile alla causa del Napoli, ma di avere qualità tecniche non indifferenti, come in questo numero da stropicciarsi gli occhi al 19esimo del primo tempo contro il Frosinone.
Ounas raccoglie una respinta di Hysaj sulla propria mediana e parte immediatamente in transizione, con falcate corte e veloci. Alle spalle lo rincorre Beghetto, che, nonostante non abbia l’intralcio del pallone, deve produrre uno sforzo massimo per reggere il passo. Qui troviamo il primo dettaglio incredibile della giocata di Ounas, che manda a vuoto la rincorsa dell’avversario aggiustandosi due volte il pallone con il tacco, prima con il sinistro e poi con il destro, per rientrare dentro il campo. È una finezza che si può apprezzare solo riguardando al rallentatore la giocata, che è eseguita ad una velocità tale che ad un primo sguardo è quasi impossibile distinguere i due tocchi. Poi però arriva il capolavoro: sulla palla sta accorciando Chibsah, che prova ad allungarsi con il sinistro per interrompere la corsa dell’avversario, ma Ounas gli ruba il tempo nascondendogli la sfera con la suola, per poi fargliela passare tra le gambe pizzicandola di nuovo con il tacco.
Se non arrivasse Insigne a rubargli quasi letteralmente il pallone, Ounas avrebbe saltato due avversari toccando il pallone quattro volte, di cui tre con il tacco. Dimostrando che ci si può divertire con un trick appariscente senza perdere in efficacia.
Lo stop al velcro di Politano
Nell’azione che tutti i tifosi interisti rimpiangono ci sono più cose buone da ricordare per avere fiducia in tempi migliori. Gagliardini ha un bilancio passivo tra l’intuito con cui legge la situazione, quello con cui si fionda in area, il movimento verso sinistra con cui si libera il tiro, e la finalizzazione (di poco) imprecisa, solo perché tra un quasi-gol e un gol vero e proprio c’è tutta la differenza del mondo.
Ma Icardi ad esempio ha fatto tutto bene e, anzi, ha dimostrato quanto il suo stile senza palla, l’abitudine a spingere le difese verso il basso e a riempire l’area, possa essere sfruttato molto meglio di quanto l’Inter non faccia finora, programmando proprio corse come quella di Gagliardini nello spazio tra centrocampo e difesa avversaria. Anche Politano ha messo in mostra la sua qualità, sterzando verso l’interno, saltando Cancelo e poi servendo Icardi rasoterra.
La minaccia potenziale rappresentata da un tiro da fuori di Politano attira Pjanic nella sua zona, liberando il corridoio per Gagliardini. Uno schema che l’Inter potrà riprovare contro qualsiasi squadra con il centrocampo a 3 e che serve a moltiplicare le armi offensive totali. Politano sta vivendo uno splendido momento di forma, sta crescendo di partita in partita, acquisendo fluidità e opzioni di gioco. La stagione è ancora lunga e chissà che da qui a giugno non parleremo del suo bistrattato acquisto dal Sassuolo come del più importante per l’Inter della passata sessione di mercato.
Joao Cancelo e l’arte di rompere il pressing
È impossibile ridurre l’impatto di Joao Cancelo sul gioco della Juventus 2018/19 ma, giusto per compensare con un po’ di sano sensazionalismo la mancanza di spazio, possiamo dire che ha avuto un effetto importante quasi quanto quello di Cristiano Ronaldo. Se Ronaldo ha modificato il funzionamento dell’attacco bianconero, Cancelo ha permesso alla squadra di Allegri di tenere palla in fase di costruzione resistendo al pressing avversario, e di venire a giocare stabilmente nella metà campo offensiva anche contro grandi squadre.
La sua giocata più importante contro l’Inter, ovviamente, resta il cross per Mandzukic, una palla curva impossibile per qualsiasi altro terzino, un colpo per cui ci vuole talmente tanta tecnica che in parte ha ragione chi lo paragona ad un’ala. Ma se Cancelo è capace anche di mettere la palla sulla testa dell’attaccante a pochi centimetri dalla porta, calciando praticamente dalla riga di fondo e con un uomo davanti, quello che fa la differenza nel quotidiano è la facilità con cui salta la pressione avversaria. Un terzino del genere fa respirare tutta la squadra, infonde una sicurezza e un senso di superiorità che davvero non hanno prezzo in un calcio in cui ormai anche squadre di media o bassa classifica (soprattutto se vengono da un campionato estero) sanno pressare con ordine e coraggio.
Nell’azione scelta questa settimana Cancelo sbilancia con un finta Asamoah, mandandolo verso il centro del campo, poi con la suola sposta la palla lateralmente e parte in avanti alle spalle del terzino ghanese. Asamoah sembra cadere per il conflitto tra la reazione istintiva del suo corpo, che segue la direzione in cui spinge Cancelo, e la razionalità di Asamoah che in fondo sa che è caduto nel più vecchio dei trucchi, quello del padrone che finge di tirare la pallina al proprio cane nascondendola dietro la propria schiena.