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Mourinho pazzo della sua Inter: "La miglior squadra che abbia mai allenato"

Serie A

Interpellato da beIn Sports riguardo alla migliore formazione da lui allenata in carriera, lo Special One non ha dubbi: "Devo essere oggettivo e rispettoso, ma rispondo Inter. Abbiamo vinto tutte le competizioni e battuto le più grandi squadre del mondo". Ecco quindi che la stagione del Triplete resta d'attualità per Mourinho dal cuore nerazzurro

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Non finisce mai la storia d’amore tra José Mourinho e l’Inter, club allenato dal 2008 al 2010 con l’indimenticabile stagione del Triplete. Era infatti l’annata 2009/10 quando i nerazzurri da lui guidati trionfarono su tutti i fronti: dallo Scudetto con due punti di vantaggio sulla Roma alla Coppa Italia decisa da Milito proprio ai danni dei giallorossi fino alla trionfale campagna in Champions League. La finale risolta dal Principe al Bernabeu, doppietta al Bayern Monaco, resta una delle immagini indelebili per il popolo interista e per lo stesso Mourinho. Lo ha ribadito l’allenatore portoghese, 55enne dai tanti titoli conquistati in panchina dal Portogallo all’Inghilterra e dall’Italia alla Spagna. Reduce dall’incarico al Manchester United, lo Special One ha risposto alle domande di beIn Sports tracciando un bilancio della propria carriera. E alla domanda sulla migliore formazione da lui allenata, Mou non ha esitato nel prendere posizione: "Devo essere oggettivo e rispettoso verso tutti, ma rispondo Inter. Abbiamo vinto tutte le competizioni e battuto le più grandi squadre al mondo: 3-1 al Barcellona in semifinale, 2-0 al Bayern nella finale di Champions. Abbiamo vinto il campionato con un numero straordinario di punti e pure la Coppa nazionale". Nessun dubbio quindi per Mourinho dal cuore interista: "Quella squadra vinse tre finali in 10 giorni, ecco perché devo dire che è la migliore".

Mourinho: "Appartengo al calcio di alto livello"

Non sono mancati gli spunti offerti da Mourinho a beIn Sports a partire dal suo futuro, lui che attualmente è commentatore per l’emittente sportiva: "Ora sono qui e spero nel prossimo futuro, in cui non penso di tornare subito in panchina, di imparare molte più cose dal calcio. Ritiro? No, sono troppo giovane per farmi da parte, avrò 56 anni fra poco e sono troppo pochi per pensare a ritirarmi. Dove sarò? Io appartengo al calcio di alto livello e voglio continuare a starci". Dagli elogi ai suoi ex giocatori Cech e Drogba al pensiero su Salah ("Quando è tornato al Chelsea è stato il club a venderlo, non io"), José ha detto la sua sull’argomento Manchester United: "Se vi dicessi che il 2° posto ottenuto in Premier League con lo United è stato uno dei lavori migliori che io abbia mai fatto, voi mi rispondereste che sono pazzo dato che ho vinto 25 trofei. Ma è così, perché la gente non sa cosa accade dietro le quinte". Nella chiacchierata con l’allenatore portoghese è stato riservato dello spazio al calcio odierno: "Oggi non fa notizia quello che di buono fa l’allenatore con i suoi giocatori, ma se ci sono problemi fra lui e la squadra. È una cattiva notizia quando c’è un allenatore che viene lasciato solo a gestire la squadra, se non c’è una struttura dietro di lui. Ricordo quando Ferguson vendette Beckham al Real Madrid e disse: 'Nel momento in cui un giocatore diventa più importante di un club, arrivederci'. È la struttura complessiva del club che deve dare disciplina a tutti". In chiusura pure una critica al mercato degli allenatori: "Si spendono tanti soldi in ogni parte del mondo per tecnici stranieri, che però allenano e non insegnano calcio. Arrivano per allenare, senza però dare informazioni in più alle persone locali. Questa è la colpa più grande. Se andassi ad allenare in Qatar, ad esempio, non avrei solo una responsabilità nei confronti del mio club o della mia Nazionale ma anche delle federazioni locali. Semmai dovessi allenare una Nazionale di quest’area, vorrei che il mio successore fosse un allenatore locale".