L''allenatore serbo ritorna ufficialmente sulla panchina dei rossoblù, laddove tutto era cominciato nel 2008. Per lui accordo basato su un contratto di sei mesi più un altro anno in caso di salvezza. Prende in mano un Bologna diciassettesimo in classifica e senza vittorie da settembre
BOLOGNA, CHE POKER DAL FROSINONE: INZAGHI AL CAPOLINEA
Sinisa Mihajlovic e il Bologna, è arrivata l'ufficialità. La società rossoblù ha raggiunto l’intesa al termine dell’incontro avvenuto in città con l'agente dell’allenatore serbo.
Contratto di 6 mesi con opzione di 1 anno in caso di salvezza, e non 2 come invece chiedeva Mihajlovic inizialmente: questi i dettagli dell’accordo raggiunto tra le parti. Il serbo è quindi pronto a prendere il posto di Pippo Inzaghi sulla panchina del Bologna. Domani la presentazione alle 16.45 dopo il primo allenamento a Casteldebole previsto a porte aperte per le 14.30.
Mihajlovic, primi obiettivi di mercato
Mihajlovic vuole i rinforzi per centrare l'obiettivo salvezza con il Bologna. Uno dei primi nomi fatti dal serbo è Basta, connazionale di Mihajlovic. Piace sempre Halilovic, già richiesto al Milan la scorsa settimana. L'ultimo nome, sempre per l'attacco, è quello di Simone Edera del Torino.
Sinisa a Bologna, parte due
Un ritorno, quindi. Di tempo ne è passato da quel 3 novembre 2008, quando Mihajlovic subentrò all’esonerato Daniele Arrigoni. In quel caso prese in mano una squadra al diciottesimo posto, che aveva perso otto partite nelle prime dieci giornate e che ne aveva vinte soltanto due. L’esordio con la Roma, altra sua ex. Un pareggio il risultato finale, quello per cui metterebbe la firma per la trasferta di San Siro che lo aspetta. Poi altri otto risultati utili consecutivi, una bella boccata di ossigeno per la lotta salvezza. Infine, però, un girone di ritorno da dimenticare, culminato in dieci sconfitte. L’ultima delle quali – quella casalinga contro il Siena - fatale. Di lì l’esonero, con la squadra che viene affidata a Papadopulo. 4-5-1 il modulo prevalentemente usato in quei mesi, Di Vaio l’unica punta. Adesso si ritrova il 3-5-2 di Inzaghi. Una squadra capace di segnare solo 16 gol e di incassarne 34. La vittoria manca dal 30 settembre scorso, dal 2-1 rifilato all’Udinese. A Sinisa il compito di far tornare il sorriso a Saputo che nel 2008 – ai tempi della prima esperienza del serbo sulla panchina del Bologna – assisteva all’inaugurazione dello Stade Saputo, l’impianto che ospita le partite casalinghe del suo Impact de Montreal. Spera fra cinque anni di riassistere alla scena con il nuovo Dall’Ara, il cui progetto è già stato presentato.
Record ed esoneri, la panchina a due volti di Mihajlovic
Una nuova sfida per Sinisa, che riparte dopo la brevissima esperienza di Lisbona. Lo Sporting CP lo aveva ingaggiato lo scorso giugno. Poi l’esonero dopo appena nove giorni da parte del nuovo presidente della squadra portoghese, che lo priva della sua prima esperienza su una panchina di un club non italiano. Sarebbe stata l’occasione migliore per ripartire dopo la deludente conclusione della sua parentesi al Torino. Un primo anno dal grande girone di andata e dal quarto attacco più efficace del campionato. Poi le difficoltà nel ritorno e l’esonero nel gennaio 2018 dopo la sconfitta in Coppa Italia nel derby contro la Juventus. Perché la sua carriera da allenatore è fatta così, fra record e delusioni. Dai miracoli sulla panchina del Catania (record di punti i A per il club) alle difficoltà con la Fiorentina. Dalla cavalcata europea – prima del calo – con la Sampdoria alla mancata qualificazione al Mondiale 2014 con la Serbia e all’annata negativa con il Milan. Un modo di allenare combattivo, grintoso, proprio come lo era in campo. Fatto di sincerità, anche al costo di dire verità scomode e di pungere i suoi giocatori pubblicamente. Adesso dovrà scuotere una città intera, in subbuglio dopo i recenti risultati. Il Bologna deve ripartire. Spera di farlo con il sergente Sinisa, tornato per concludere quello che aveva iniziato undici anni fa.