I giallorossi sono più in forma ma potrebbero essere distratti dalla gara di ritorno col Porto in Champions League, i biancocelesti non vincono un derby in casa in campionato da oltre sei anni e devono innanzitutto trovare un modo per essere meno prevedibili in attacco
Nella storia del derby della Capitale, la Roma in Serie A ha prevalso sulla Lazio per 54 volte contro le 37 vittorie dei biancocelesti. I giallorossi sono in vantaggio per 10-7 anche in Coppa Italia, competizione in cui la Lazio ha vinto il suo ultimo derby casalingo per 2-0, due anni fa. Il successo in una stracittadina giocata formalmente in casa in campionato manca ai biancocelesti dall'11 novembre 2012: all'epoca sulla panchina della Roma sedeva Zeman e in campo andò in scena uno dei suoi fallimenti più simbolici, la grottesca papera di Goicoechea sulla punizione di Candreva. Il portiere uruguaiano era stato voluto fortemente dal tecnico boemo e fu una delle principali delusioni nel fallimento della gestione di Zeman.
La Roma arriva senza dubbio meglio a questo derby, anche se può essere distratta dal pensiero della partita di ritorno col Porto in Champions League. La Lazio è stata invece impegnata in Coppa Italia e ha utilizzato tutti i migliori giocatori. I biancocelesti non vincono dal 2 febbraio - contro l'Empoli - e prima del pareggio contro il Milan avevano registrato tre sconfitte consecutive, le due contro il Siviglia inframmezzate da quella contro il Genoa. Pur non avendo sciolto alcune perplessità, la Roma arriva da quattro vittorie di fila che la mettono in una posizione di maggiore sicurezza, al netto della consueta imprevedibilità dei derby.
La Roma farà la partita?
Non solo in virtù dello stato di forma apparentemente migliore, ma anche per le caratteristiche generali delle due squadre, la Roma potrebbe essere maggiormente indicata come la squadra che può controllare il possesso per la maggior parte del tempo. I giallorossi hanno un possesso palla medio stagionale più alto di quello della Lazio - 52.8% contro 50.8% - e anche una migliore accuratezza di passaggi - 83.1% contro 82.3% - ma a contribuire al contesto potrebbe andare anche la scelta sul tipo di fase difensiva operata dalle due squadre.
Contro una squadra modesta contro il Frosinone, schierato anche con lo stesso modulo della Lazio, il 3-5-2, la Roma per buona parte della partita ha però fatto fatica ad attaccare contro una difesa schierata. In questo senso c'entrano anche le caratteristiche del suo trequartista, Lorenzo Pellegrini, più abile a dare verticalità e dinamismo all'attacco della sua squadra e meno a suo agio a dare ordine al fraseggio in spazi stretti contro una squadra chiusa. Per questo motivo la Lazio potrebbe decidere di lasciare libera la prima costruzione alla Roma e compattarsi in una difesa posizionale nella propria metà campo, puntando anche ad allungare gli spazi in profondità da attaccare per la velocità di Immobile.
Le probabili formazioni danno la conferma del 4-2-3-1 per la Roma, con Pellegrini nuovamente in posizione di trequartista e il rientro di Zaniolo come esterno destro, vista la prolungata assenza di Ünder. Zaniolo, in particolare, può sbloccare la verticalità della squadra non solo grazie alle sue capacità in progressione palla al piede. L’abilità spalle alla porta gli consente di dettare e addomesticare verticalizzazioni nei suoi piedi, accentrandosi sistematicamente anche da esterno destro e dando così due target principali alla squadra - lui e Dzeko - su cui appoggiarsi in verticale.
Zaniolo detta la verticalizzazione e si accentra non solo perché confida nel suo fisico, ma anche perché, pur nascondendosi apparentemente dietro due avversari, sa che De Rossi gli farà arrivare il pallone preciso in verticale.
Molto spesso nelle ultime partite, tuttavia, anche con la mediana a due c'è bisogno dell'abbassamento, a volte anche ridondante, di De Rossi per dare efficacemente avvio all'azione, nonostante Di Francesco stia provando a responsabilizzare Fazio in fase di costruzione. Il movimento, che a volte si risolve in una vera e propria salida lavolpiana, ha alcuni effetti benefici: da una parte, soprattutto se la Lazio decidesse di alzarsi un po' di più attaccando i mediani della Roma con le sue mezzali e i centrali giallorossi con le due punte, può permettere la superiorità numerica in costruzione sugli attaccanti biancocelesti. Dall'altra, il movimento incontro di De Rossi potrebbe istintivamente incoraggiare un uomo a seguirlo, allungando la squadra e scoprendo maggiormente il fianco alle verticalizzazioni della Roma.
La discesa di De Rossi attira il pressing dei due attaccanti del Frosinone: sul retropassaggio di Manolas, Olsen può trovare Marcano libero, come suggerito anche da Kolarov.
I giallorossi potranno contare sia sul dinamismo di Pellegrini, che andrà probabilmente a interagire nei movimenti più con Zaniolo che con El Shaarawy, sia sul crescente stato di forma proprio dell'italo-egiziano. In ballottaggio con Nzonzi sembra esserci Cristante, che da un lato potrebbe aumentare il dinamismo della squadra aumentandone la propensione verticale, ma dall'altro potrebbe però fornire meno copertura nella zona dove la Lazio crea più gioco. La difesa a 3 della Lazio tuttavia, oltre che disporre di un centrale duro e aggressivo come Radu nella zona di Zaniolo, potrebbe creare numerosi grattacapi ai giallorossi nella ricerca della trequarti, oltre che organizzare molti duelli interessanti come quello tra Dzeko e Acerbi e quello proprio tra Radu e Zaniolo.
A livello offensivo la Roma potrebbe anche utilizzare lo strumento del pressing, seppur diminuito di volume rispetto alla scorsa stagione. In questo senso, scoprendo eventualmente un po' il campo alle spalle della difesa, è fondamentale il recupero in formazione di Manolas, uno dei pochi centrali in Italia in grado di rivaleggiare con Immobile in velocità a campo aperto. Senza il centrale greco, per la Roma sarebbe più difficile tenere aperta la porta per poter cambiare in modo più elastico lo spartito della propria fase difensiva.
L'obiettivo in un eventuale pressing sarà probabilmente quello di marcare più stretto Radu, la fonte più importante della costruzione arretrata laziale - la Lazio è la squadra che attacca di più a sinistra in Serie A, per il 44% del tempo, grazie anche al rumeno - e fare in modo che i biancocelesti orientino il più possibile il proprio gioco a destra. La Roma potrebbe, come fatto efficacemente dall'Atalanta, lasciare libera la ricezione del centrale di centro-destra - sarà forse Bastos - e pressarlo successivamente per chiudergli le opzioni di passaggio, in modo da limitare fortemente il gioco della squadra di Inzaghi.
Le armi della Lazio
Nelle fasi centrali del campionato, per colpa dello scarso stato di forma di Luis Alberto e Milinkovic-Savic, la Lazio ha infatti semplificato il suo gioco rispetto alla scorsa stagione, andando a ricercare più frequentemente un gioco verticale, maggiormente incoraggiato dalle caratteristiche di Correa. Per il derby di stasera, invece, accanto a Immobile potrebbe tornare Luis Alberto: per la Lazio è fondamentale recuperare lo stato di forma migliore del fantasista spagnolo perché, in sua assenza, Immobile viene sovraccaricato di compiti di raccordo che non sono certamente la sua specialità.
La presenza di Luis Alberto, in qualche modo, può contribuire a disordinare le marcature della Roma. I moduli di gioco creano una naturale contrapposizione dei rispettivi triangoli di centrocampo - Pellegrini contro Lucas Leiva e i mediani della Roma contro le mezzali della Lazio - che può essere rotta dai movimenti incontro a cucire il gioco di Luis Alberto e i suoi interscambi di posizione soprattutto con Milinkovic-Savic sul lato sinistro. Come nella partita di andata la Roma potrebbe schierare Nzonzi da quella parte, sia perché maggiormente portato a difendere in avanti, e quindi a schermare eventualmente i movimenti incontro di Luis Alberto rispetto a De Rossi, più statico a protezione, sia perché il francese può duellare con maggiore successo contro Milinkovic-Savic sui palloni aerei. Il francese dovrà però fornire una partita difensiva di livello, perché sarà chiamato a neutralizzare quella che solitamente è la zona nevralgica del gioco della Lazio.
Luis Alberto viene incontro ed è costretto a uscire Nzonzi, che deve preoccuparsi anche di tagliare il passaggio verso la trequarti, dove alle sue spalle c'è molto spazio tra le linee per Immobile e Milinkovic-Savic. Una situazione che può ripetersi e che potrebbe mettere in difficoltà la Roma.
Come detto a livello difensivo la Lazio potrebbe rinunciare al pressing per compattarsi dietro, aprendo il campo alle corse di Immobile contro un Manolas non al 100%. Nella partita di andata i biancocelesti lasciarono libera la prima costruzione ai difensori della Roma, consci delle carenze in impostazioni di questi ultimi, e solo in seguito la Lazio innescava il pressing a livello della trequarti offensiva su uno scarico verso un terzino giallorosso. Forse Simone Inzaghi ha assunto questo atteggiamento perché temeva che, schiacciandosi troppo, avrebbe comunque fatto fatica ad attaccare la profondità contro Manolas e soprattutto avrebbe permesso alla Roma di sfruttare la qualità di Pastore tra le linee per aprire una difesa eccessivamente schierata. Contro la velocità e la verticalità di Pellegrini e Zaniolo, invece, per Inzaghi potrebbe essere giusto operare scelte più conservative, considerando anche il precario stato di forma di Manolas.
L'inaspettata sconfitta dell'Inter a Cagliari apre scenari interessanti non solo per Roma e Milan ma anche per la stessa Lazio, che deve recuperare la sfida casalinga contro l'Udinese e nel derby arriva forse all'ultima chiamata per la qualificazione in Champions League. Il valore della partita, a livello simbolico, va però ben oltre i 3 punti: «Nella settimana del derby a Roma cambiano gli occhi delle persone», ha detto Marco Parolo, «non puoi capire la città di Roma senza vivere almeno un derby». Forse questa è anche una delle partite più semplici da preparare a livello motivazionale per un allenatore, che più facilmente può concentrarsi su aspetti tattici. Con la speranza che tutto questo comporti il miglior spettacolo possibile, in una partita dai significati sempre molto profondi.