Serie A, le migliori giocate della 26^ giornata

Serie A

Federico Aquè ed Emanuele Atturo

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Il gol di Gómez alla Fiorentina, l'assist di Correa per Caicedo nel derby, i dribbling e un ultimo passaggio delizioso di Gervinho contro l'Empoli e altri grandi momenti dall'ultima giornata di campionato

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CLASSIFICA SERIE A, QUAGLIARELLA COME CR7

PAPU GOMEZ RE DEGLI ASSIST IN SERIE A

Lo scontro al vertice tra Napoli e Juventus era la partita più attesa della 26.esima giornata e si è conclusa con la vittoria dei bianconeri, che hanno fatto un altro passo verso lo scudetto. È stata soprattutto una sfida tesa e ricca di episodi, con due espulsioni e un rigore sbagliato da Insigne. Alle spalle delle prime due in classifica, il campionato è più che mai vivo nelle posizioni che valgono la qualificazione alle coppe europee della prossima stagione. Il Milan ha scavalcato l’Inter al terzo posto battendo il Sassuolo, la Lazio è rientrata nella lotta per la Champions dominando la Roma nel derby, mentre l’Atalanta, il Torino e la Sampdoria continuano a restare in alto grazie alle prestazioni dei loro giocatori più forti, come Gómez, Sirigu e Quagliarella. Non sono stati però gli unici protagonisti dell’ultima giornata.

I dribbling di Gervinho

Contro l’Empoli, Gervinho ha segnato il suo nono gol in campionato sorprendendo la linea alta dei giocatori dell’Empoli, che si aspettavano un cross, con uno scatto in profondità a ricevere una punizione laterale battuta rasoterra di Siligardi. In appena 20 partite Gervinho ha così eguagliato il suo record di gol stagionali in Serie A, 9 appunto, stabilito nel suo primo anno alla Roma.

A Parma l’ivoriano ha trovato un contesto tattico che ha esaltato le sue qualità lasciandogli in ogni partita ampi spazi in cui lanciarsi palla al piede. La fase offensiva della squadra di D’Aversa è tra le meno elaborate della Serie A e le iniziative di Gervinho sono spesso fondamentali per risalire il campo e creare occasioni.

Al minuto 80 della partita contro l’Empoli, col risultato fermo sul 2-2, Gervinho ha raccolto un passaggio sbagliato di Barillà, deviato da Di Lorenzo all’altezza del centrocampo, e come è solito fare ha puntato la porta palla al piede, liberandosi dell’esterno dell’Empoli con una finta di corpo. Quando è stato raggiunto da Di Lorenzo, Gervinho ha rallentato rientrando sul destro per saltarlo di nuovo e con un altro tocco ha evitato anche il raddoppio di Bennacer. A quel punto ha dosato l’ultimo passaggio con una sensibilità che non sempre dimostra di avere, mettendo Barillà davanti al portiere. L’azione si conclude con l’intervento in uscita di Dragowski perché la mezzala gialloblù controlla male la palla, ma sintetizza l’importanza delle iniziative di Gervinho per alzare la qualità del gioco del Parma.

L’assist di Correa

Joaquín Correa è stato il giocatore più decisivo di un derby in cui la Lazio è sembrata l’unica squadra in campo ad avere chiare idee di gioco, studiate per colpire i punti deboli dell’avversaria ed esaltare i propri punti di forza. Il trequartista arrivato in estate dal Siviglia da un po’ di tempo ha trovato una buona continuità di rendimento e ha ravvivato la fase offensiva della Lazio, che in questa stagione è rimasta lontana dai livelli mostrati nello scorso campionato, chiuso col miglior attacco con 89 gol.

Contro la Roma, Correa ha punito per due volte le disattenzioni della difesa giallorossa su due falli laterali battuti dalla Lazio, nel primo caso creando il gol di Caicedo e nel secondo procurandosi il rigore, trasformato da Immobile, che ha definitivamente indirizzato la partita. La giocata con cui ha permesso a Caicedo di sbloccare il derby è essenziale ma perfetta per tempi e modi della rifinitura. L’argentino supera la brutta marcatura di Fazio facendo scorrere la palla, poi aspetta il momento giusto per mettere Caicedo davanti a Olsen, con un passaggio dosato con dolcezza per impedire il possibile intervento di Juan Jesus, indeciso se seguire la palla o l’attaccante alle spalle. Caicedo può così aggirare Olsen e appoggiare comodamente in porta.

Il gol di Gómez

Contro la Fiorentina, Gómez ha giocato un’altra grande partita. Da quando Gasperini lo ha spostato trequartista centrale - dopo una carriera passata sulla fascia - il talento di Gomez sta facendo brillare i suoi lati più peculiari: la sua sensibilità tecnica, la sua bravura nelle letture e, in particolare, il suo gioco spalle alla porta. Una dimensione in cui spicca soprattutto grazie alla forza delle sue gambe, alla reattività che ha negli spazi più stretti.

In questo caso riceve un pallone in una zona teoricamente poco vantaggiosa per un attaccante. Poco oltre il centrocampo, rivolto verso la propria porta, con due avversari addosso. Se fermiamo le immagini c’è un momento in cui Gómez sembra rassegnarsi a scaricare il pallone all’indietro, ma il pressing della Fiorentina è pigro: Milenkovic gli lascia troppo spazio vitale, e Gómez è bravo a prenderselo tutto, girandosi e puntando la porta. A quel punto la Fiorentina scappa all’indietro, impensierita dai movimenti di Zapata e Ilicic, e allora Gómez punta il centro e mantiene la lucidità, oltre che la precisione col suo calcio di destro per segnare il gol del vantaggio dell’Atalanta. Con questa rete Gómez è arrivato a 6 gol e 7 assist in Serie A: numeri di spessore, che eppure non riescono a fotografare del tutto la ricchezza del talento di Gómez, la sua influenza su ogni situazione di gioco dell’Atalanta.

Il riflesso di Sirigu

Salvatore Sirigu non prende gol da sei partite e arrivando a 557 minuti di imbattibilità ha battuto un record che al Torino apparteneva a Luciano Castellini, il portiere dell’ultimo scudetto. Sirigu è protetto da una delle fasi difensive più aggressive ed efficaci del campionato, ma ha allungato questa striscia di imbattibilità con alcune grandi prestazioni e in questo momento è forse, insieme a Donnarumma, il portiere più in forma del campionato.

Quella contro il Chievo non è stata una partita semplice per il Torino, che ha impiegato 76 minuti per sbloccarla con Belotti e l’ha messa in cassaforte con due gol di Rincón e Zaza nei minuti di recupero. Sullo 0-0 Sirigu è stato decisivo quando Depaoli ha trovato lo spazio per crossare da destra e Djordjevic è rimasto da solo nell’area piccola. Il portiere del Toro nel frattempo aveva scelto di proteggere la porta indietreggiando invece di uscire e cercare di anticipare l’attaccante. Djordjevic quindi colpisce al volo allungando la gamba sinistra e Sirigu para il tiro scendendo alla sua sinistra, bloccando poi la palla sul secondo tentativo, piuttosto sciatto, di Djordjevic. L’attaccante del Chievo sicuramente poteva sfruttare meglio l’occasione, ma il riflesso di Sirigu resta notevole, vista la distanza ravvicinata del tiro.

Il tunnel e l’apertura di esterno di Saponara

Nelle ultime settimane Riccardo Saponara ha sfruttato l’infortunio di Gastón Ramírez per prendersi il ruolo di trequartista titolare della Sampdoria. Il vertice alto è una posizione delicata per il centrocampo a rombo di Giampaolo ed è la più contesa: l’alternanza tra Ramírez e Saponara, anche all’interno delle partite, è stata una costante della stagione della Samp.

I due ovviamente interpretano il ruolo di trequartista in modo diverso in base alle loro caratteristiche. Saponara è specializzato nell’ultimo passaggio e tenta spesso giocate complesse, come ha dimostrato in occasione del secondo gol di Quagliarella alla SPAL. L’azione si sviluppa a destra, Bereszynski avanza palla al piede e Saponara scatta per ricevere dietro Fares quando quest’ultimo lascia la sua posizione per pressare il terzino destro della Samp. Il trequartista blucerchiato si trova quindi largo sulla fascia e pensa subito a tornare verso il centro, Fares però sta rientrando a chiudergli quell’opzione e Saponara lo salta facendogli un tunnel. All’altezza del vertice destro dell’area di rigore il numero 5 della Samp resiste alla spallata di Kurtic e poi ha la lucidità, dopo aver fatto scivolare sul suo lato tutta la difesa della SPAL, di anticipare Valoti e allargare il gioco a sinistra. Linetty va a raccogliere la palla e sul suo cross Quagliarella segna di testa il gol del 2-0.

Il tiro al volo di Quagliarella

Con la doppietta alla SPAL, Fabio Quagliarella ha raggiunto Cristiano Ronaldo in vetta alla classifica dei marcatori con 19 gol. La prima rete, in particolare, è uno dei classici di Quagliarella, che prende posizione su Cionek su un cross da destra di Bereszynski e un attimo dopo si coordina per girare la palla in porta con una mezza rovesciata.

La conclusione più bella della sua partita è però arrivata al 24’, quando aveva già segnato i due gol che hanno permesso alla Sampdoria di battere 2-1 la SPAL. Quagliarella segue con lo sguardo un lancio abbastanza casuale di Bereszynski scappando alle spalle di Cionek e dopo un rimbalzo tira al volo di sinistro da una trentina di metri, vedendo Viviano fuori dai pali. A negare all’attaccante di Castellammare di Stabia l’ennesimo grande gol dalla distanza della sua carriera è solo il palo. La gestione dei secondi successivi è piuttosto confusa. La difesa della SPAL protesta per un fuorigioco, un replay mostra che la posizione di Quagliarella è regolare, il guardalinee non segnala nulla ma l’arbitro fa ripartire il gioco con una punizione vicino al cerchio di centrocampo. Chissà cosa sarebbe successo se la palla fosse entrata.