In un'intervista all'emittente belga HLN, la cui versione completa andrà in onda domenica, Radja Nainggolan torna a parlare dell'addio alla Roma, della sua stagione in nerazzurro fin qui contraddistinta da troppi problemi fisici e della nazionale belga: "Belgio capitolo chiuso. Ho avuto divergenze con Monchi. Gli infortuni? Frustranti"
Sarà un derby senza Radja Nainggolan quello di domenica sera a San Siro. La conferma è arrivata anche da Luciano Spalletti in conferenza stampa: il centrocampista belga non recupera e non andrà nemmeno in panchina. Radja però fa comunque parlare di sé in queste ore per un’intervista concessa all’emittente belga HLN: il giocatore dell'Inter – come si intuisce dai primi spezzoni del reportage che andrà in onda domenica – si racconta come sempre senza filtri, a partire dalla stagione in corso e dai problemi fisici che l’hanno contraddistinta: "Devo imparare ad affrontare tutto questo, prima giocavo 50 partite all’anno senza infortunarmi, ora mi faccio male spesso. È frustrante, ma sto cercando dei piccoli accorgimenti: quando vado al ristorante porto il cibo che mi dicono di mangiare all’Inter, ho perso peso e ho smesso di fumare. Non è facile, ma ci riesco".
"Non potevo più restare a Roma con Monchi"
Poi Nainggolan torna sulle vicende che hanno portato alla sua cessione dalla Roma all’Inter la scorsa estate, con particolare riferimento ad un rapporto con Monchi che – ammette Nainggolan – era diventato ormai insostenibile: "Ho avuto divergenze con il direttore sportivo della Roma. Non si è comportato professionalmente nei miei confronti, un'ulteriore prova di quanto sia falso il mondo del calcio. Se mi avesse detto da uomo'vogliamo venderti', gli avrei risposto 'ok'. Invece cercava di vendermi a mia insaputa in Turchia… Lì capii che non potevo restare a Roma. Era o lui o me. Perché con la mia personalità, se fossi rimasto, avrei potuto scatenare una guerra mondiale ogni giorno". E a proposito di addii, Nainggolan conferma anche quello alla nazionale belga: "Tornare? No, non più. È un capitolo chiuso. È stata una scelta dolorosa, ma ne sono felice. Dopo averci pensato 20.000 volte, ora almeno non ho più questi problemi. È stato un addio in sordina? E cosa avrei dovuto fare, organizzare una partita di gala per il mio addio?".