Il portoghese, che ha giocato la partita fra le leggende del Milan e quelle del Liverpool, ha parlato del presente rossonero alla Gazzetta dello Sport: “Gattuso avrà un grande futuro, riporterà i rossoneri in alto”. Poi sull’attaccante: “Non è Sheva, ma mi colpisce la sua capacità di adattamento”. Sul brasiliano: “Non assomiglia per niente a Kakà”
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Quasi 200 partite alle spalle, troppo per dimenticare il suo passato. Rui Costa ama il Milan anche se è tornato a vivere in Portogallo e lo guarda a chilometri di distanza. C’era anche lui nella partita fra le leggende rossonere e quelle del Liverpool. Hanno vinto gli avversari, ma poco importa. Ha ritrovato dei vecchi amici, si è commosso e ha parlato del presente del suo Milan: “Che ha bisogno di tempo – ha raccontato alla Gazzetta dello Sport - ora è in condizione di tornare in alto, con un allenatore che conosce la storia del club. Rino avrà un grande futuro. Ha fatto bene il Milan a sceglierlo e credo che raggiungerà il traguardo, che prima di tutto è tornare a giocare in Champions”. Già, lo sa bene lui. Che con quei colori ha vinto tutto. Sa bene anche quanto sia forte Piatek, perché da uomo di calcio quale è ne capisce subito la forza: “E’ un grande attaccante – ha raccontato – mi colpisce la sua capacità di adattamento. E’ arrivato al Genoa e ha fatto subito gol, idem al Milan, un club decisamente diverso come ambizione e storia. Sembra che sia lì da una vita. Impressionante. Ma non facciamo paragoni, che è inutile. Piatek non è Sheva, anche se ha risolto molti problemi in attacco. I grandi attaccanti ti danno tranquillità, perché sanno come risolvere una partita”.
"Paquetà non è Kakà"
Chi a gennaio è arrivato in rossonero è anche Paquetà: “L’ho seguito quando giocava in Brasile – ha svelato Rui Costa – lo conosco bene. Ha grandissime qualità, avrei voluto portarlo al Benfica, ma non ho potuto ingaggiarlo: già troppo caro per un club portoghese. Ha qualità e l’età per crescere ed evolversi in un calcio difficile come quello italiano”. Anche qui un paragone che incombe, quello con Kakà: “Ma non ci assomiglia per niente – taglia corto - Kakà faceva il trequartista, ma aveva anche una potenza che raramente, forse mai, si è vista in un giocatore in quella posizione. Era anomalo, era Kakà. E Paquetà è Paquetà: l’ho visto fare la mezzala, tecnicamente è molto forte, ha un mancino stupendo, di velluto”. Chiosa infine sulla Juventus, che con Ronaldo sogna la Champions: “Ripensiamo alla partita della Juve con l’Atletico, la morale è: se Cristiano è in serata, si può fare. Certo la Juve non è solo lui, è una squadra di campioni. Ma avere uno come Cristiano ti dà fiducia”.