Inter-Lazio, la partita di Keita: un flashback per 'spiccare il volo'

Serie A

La 'Maravilla' potrebbe giocare titolare contro la squadra che l'ha lanciato in Serie A: Inferno e Paradiso, dribbling e polemiche, dalla doppietta nel derby con la Roma all'addio turbolento di due anni fa. Frammenti di Keita, il ragazzino preso per 300mila euro e rivenduto a 30 milioni

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Cinque minuti per stregare Tare, tre per convincere Bollini: “Organizzavamo amichevoli soltanto per farlo giocare, era devastante”. Infine un ‘autoscatto’ con Hernanes quando i selfie non esistevano. È il 2011, Keita sta per firmare con la Lazio e vola all’Olimpico per vedere la sua futura squadra. Incontra il ‘Profeta’ dopo il match e si scatta una foto: “Ho 16 anni, sai che verrò alla Lazio?”. Risposta: “Fai bene, ci servi”. Due stagioni dopo giocheranno insieme, il primo gol in Serie A arriverà a Parma. È il 10 novembre 2013.

La tripletta nella Wojtyla Cup

Oggi, dopo sei anni, Keita giocherà titolare in Inter-Lazio, ha provato a 'spiccare il volo' come diceva due anni. Un flashback di ciò che è stato. E la sua mente tornerà a quel 10 dicembre 2012, la sua prima gara ufficiale con la Lazio, 8-0 al Città di Marino nella Wojtyla Cup. Tripletta della ‘Maravilla’ e tutti in piedi, il primo squillo dopo un anno senza giocare (colpa del transfer). Bollini in panchina ad applaudire: “Aveva un dribbling spaventoso, doti fisiche fuori dal comune, una grande tecnica”. Un repertorio ormai noto, ben rodato, e apprezzato anche da Walter Sabatini, che provò varie volte a portarlo alla Roma.

137 presenze e 31 gol con la Lazio per Keita

Il blitz di Tare da 300mila euro

Keita è un volo privato per la Spagna, un feedback decisivo al ds Tare dopo un blitz a Barcellona: “È un fenomeno, prendilo”. Bastano 300mila euro, i blaugrana lo scaricano e la ‘Maravilla’ sposa la Lazio, anche grazie al consiglio di papà: “Vai in Italia, ascoltami”.

Keita si fida e parte, sceglie Roma e i biancocelesti, segnerà 31 gol tra il 2013 e il 2017 diventando uomo prima e talento poi. Arriva insieme a Domingo Berlanga dopo aver segnato 47 reti nel Cornellà. Il primo si perde, l’altro prende la numero 14 di Henry. 

Il figlio che ti fa arrabbiare

Dribbling e fantasia, ‘bacchettate’ e critiche, un addio turbolento e un colpo di tacco agli scettici. Perché Keita è così, prendere o lasciare, e forse per sintetizzarlo potremmo riprendere la frase che Sarri utilizzò per Higuain, quando tornò a Napoli dopo aver firmato con la Juve: “È come un figlio che ti ha fatto arrabbiare”. Una sintesi perfetta, perché Keita è stato proprio questo: un eccesso, amato e odiato, mai nel limbo. Inferno e Paradiso. Il figliol prodigo con cui ti arrabbi e a cui perdoni tutto con una carezza, dopo la ramanzina.

Due gol nel derby di Roma nel 2017

Dal derby all'addio

L’eroe dell’Olimpico dopo il gol al Bayer Leverkusen che forse vale il ritorno in Champions (poi sfumato con la sconfitta al ritorno), il colpevole che “voleva andar via” dopo l’auto esclusione in Supercoppa Italiana contro la Juve, poi vinta da Inzaghi. Quello che ti risolve un derby con una doppietta, il ribelle che distrugge una Lamborghini su Corso Francia. 

Il Campione d’Italia con la Primavera nel 2013. Poi va in campo e segna, 16 guizzi nell’ultimo anno grazie a Inzaghi, un nuovo ruolo da seconda punta che tutt’ora si porta dietro, anche all’Inter: “Se dovessi segnare alla Lazio forse non esulterei, per rispetto”.

"Ero un bambino, ora spicco il volo"

Il motivo è chiaro, l’ha scritto lui su Instagram il giorno dell’addio: “Guardo Roma dall’alto e vedo la storia, lo Scudetto Primavera, gol e sofferenze, applausi e critiche”. I tifosi che l’hanno incitato: “Ero un bambino quando sono arrivato a Roma, piccolo e sognatore, mi avete accompagnato fino al momento del salto. Ora sono pronto a spiccare il volo”.

Sapeva che sarebbe arrivato, fin dai tempi in cui giocava nei campetti di Arbucies, in Catalogna, quando un signore lo vede giocare e va da suo padre: “Compragli tante scarpe, questo ragazzo grazie al calcio viaggerà molto”. Roma, Montecarlo, la Coppa d’Africa in Gabon nel 2017 e il Mondiale di Russia l’estate scorsa, sempre con il Senegal.

La partita dei ricordi

Oggi Milano, l’Inter di Spalletti, l’allenatore che ‘si innamorò’ di lui grazie a “quella doppietta” nel derby con la Roma nel 2017, quando Luciano era l’allenatore giallorosso. Oggi gli ha dato fiducia e se lo gode, 4 gol e 3 assist in 23 gare stagionali, molte da subentrato. Perché negli anni si è portato dietro la nomea di "spaccapartite". 

Keita giocherà titolare in Inter-Lazio, il forfait di Lautaro e le condizioni di Icardi hanno reso possibile il tutto nel passato, alimentando i ricordi. I frammenti di un ragazzo ambizioso ma sincero. Zenit e Nadir del calcio, i poli opposti dell’affetto, soprattutto a Roma, dove il 'chaval' è diventato Keita Balde. Basta uno sguardo dall'alto per ricordarlo.