Serie A, le migliori giocate della 36^ giornata

Serie A

Marco D'Ottavi, Dario Saltari, Emanuele Atturo

La rovesciata di Belotti, l'assist di de Roon, il passaggio di Pellegrini e altre grandi giocate dall'ultima giornata di campionato

SERIE A, GLI SQUALIFICATI PER IL PROSSIMO TURNO

IL CALENDARIO DELLA 37^ GIORNATA

Un’altra giornata di campionato non è riuscita a fare chiarezza sulle due decisioni che devono ancora essere prese: l’ultima retrocessa e la definizione dei posti per Champions League ed Europa League. Anzi, se possibile le cose sono ancora più complicate. La vittoria dell’Empoli ha messo in difficoltà altre squadre, e anche davanti tutte vincono e tutte sperano.

Stiamo quindi vedendo alcune squadre che provano a dare il massimo per raggiungere l’obiettivo, la situazione migliore per vedere delle grandi giocate risolutive.

L’assist di de Roon

La grande stagione dell’Atalanta ha sicuramente in copertina Ilicic, Gomez e Zapata, ma non può prescindere dalla solidità di tutti gli interpreti che hanno fornito prestazioni di altissimo livello per tutto il campionato. Tra i meno evidenti c’è Marten de Roon, che dopo un inizio difficile, in queste ultime giornate è spesso risultato tra i più incisivi. Dopo l’esperienza in Premier League, Gasperini lo ha rivoluto a Bergamo per comporre con Freuler una coppa di centrali di centrocampo forte fisicamente, ma anche pronta mentalmente.

Il lancio con cui de Roon trova il taglio di Barrow dietro la linea di difesa del Genoa sembra quasi finto, il giocatore lo esegue senza apparente sforzo, la palla viaggia come su una nuvola tagliando due linee pur rimanendo sempre a mezza altezza. È un assist davvero pregevole, un coniglio nel cilindro del giocatore olandese, a cui non è richiesto questo tipo di giocate, ma che dimostra come l’Atalanta stia alzando il proprio livello di gioco in tutti i suoi componenti per centrare un obiettivo fortemente voluto.

Il gol in rovesciata di Belotti

 

Astraiamo un attimo il gesto di Belotti e consideriamolo come un normale gol: sarebbe l’ottavo di Belotti nelle ultime 10 giornate, il gol della vittoria a pochi minuti dalla fine, che permette al Torino di rimanere in scia per un posto in Europa. Belotti dopo una stagione statisticamente incredibile e una molto complicata, quest’anno sembra aver trovato una stabilità che ha fatto bene a lui e al Torino. Un gol quindi importante a prescindere, che però è anche straordinario: uno dei migliori della stagione.

Questo gol in rovesciata, che è il secondo a Consigli in quella porta (forse un record), è un saggio delle migliori qualità del Gallo, ovvero esplosività e potenza. Il giocatore del Torino vede il cross di De Silvestri, e anche un po’ per la pigrizia del suo marcatore, ha il tempo di staccarsi e coordinarsi con relativa tranquillità. Questo non toglie però nulla alla bellezza della sua rovesciata che è stilisticamente perfetta: Belotti colpisce il pallone quasi più in mezza rovesciata, numericamente sarebbe una trequarti rovesciata, vista la posizione obliqua nel momento dell’impatto. Non deve neanche angolare troppo la sua conclusione, la palla colpita di taglio parte centrale ma subito scappa verso la destra di Consigli che non può farci nulla. Un gol bello e difficile che regala al Torino una speranza concreta.

L’azione di Ronaldo, la parata di Mirante

Fa piacere descrivere all’interno della stessa azione i gesti di due giocatori non più giovani (34 e 35 anni) e dalla parabola così differente: da una parte il giocatore più famoso del mondo (i social dicono che è il più seguito) arrivato in Serie A per gli ultimi anni di carriera, dall’altra un portiere che - partito dalla Juventus - ha sempre occupato il ruolo di estremo difensore di squadre di medio-basso livello prima di avere un’occasione a 35 anni.

Due giocate prettamente fisiche: l’azione travolgente di Ronaldo, quasi vintage-Ronaldo, che salta quattro giocatori, circumnavigando Fazio, per poi mettere Dybala davanti alla porta; lo slancio di Mirante che anticipando le intenzioni di Dybala si butta sulla sua destra arrivando a respingere la sua conclusione a botta sicura. Da quando è diventato il titolare, Mirante è il portiere che fa più parate 83,33% in serie A. In nove presenze ha mantenuto la porta inviolata per cinque, ha parato un rigore a Sanabria e ha subito appena due gol nelle ultime 6 partite.

Il salvataggio di Bastoni

Quando parliamo di Alessandro Bastoni dobbiamo ricordarci che è nato nel 1999, e che è il difensore under-20 con più presenze in questa stagione di Serie A. Contro il Bologna non ha certo giocato una partita impeccabile, e anche la giocata che abbiamo inserito nasce da una sua piccola disattenzione. Mentre Palacio arriva sul fondo Bastoni lo guarda, dimenticandosi che ci sarebbe da marcare Santander che gli corre davanti, provo a ricevere per spingere la palla in porta.

Bastoni però è un difensore dalle grandi qualità, e in una finestra di tempo strettissima ha l’intuizione di chiudere la linea di passaggio. Bastoni però ha anche la razionalità per non andare sul pallone con il piede destro, con cui sarebbe stato impossibile non farsi autogol, ma ci va col sinistro, riuscendo nell’impresa di mettere la palla sul fondo. A un quarto d’ora dalla fine, un grande gesto tecnico e soprattutto una grande prova di lucidità.

Il passaggio in mezza rovesciata di Pellegrini

Questa stagione ha lasciato diverse luci e alcune ombre sul talento di Lorenzo Pellegrini. Dopo un inizio di stagione disastroso, il centrocampista della Roma si è affermato in maniera del tutto inaspettata da trequartista, segnando di tacco al Derby e prendendosi la titolarità da trequartista nel nuovo 4-2-3-1 di Di Francesco. Per via di alcuni infortuni e dell’appassimento del progetto tattico del tecnico abruzzese, però, Pellegrini è sembrato diluire quanto fatto nella prima metà di stagione con prestazioni meno scintillanti.

Con l’arrivo di Ranieri e l’avvento del suo 4-4-2 rigido e reattivo, Pellegrini è sembrato ancora di più senza collocazione, in un gioco iperverticale che non ne favorisce di certo la sua qualità cerebrale. Eppure, il suo talento riesce comunque a fiorire a volte, come degli steli d’erba che crescono tra le spaccature del cemento. In questa occasione, ad esempio, è costretto a riciclare un campanile uscito fuori dall’area di rigore, dopo l’ennesima parata di Mirante. Pellegrini ha Pjanic alla spalle e prova a controllare il pallone che piove dal cielo, ma senza successo. Il rimbalzo dà tempo anche a Matuidi di rinvenire, e allora il centrocampista della Roma è costretto ad inventarsi una giocata controintuitiva: sposta Pjanic con il corpo e poi, per anticipare l’intervento di Matuidi, la colpisce molto in alto, quasi in mezza rovesciata, indirizzandola verso Dzeko.

Pellegrini non ha un talento accecante, ed è spesso impreciso quando è costretto a giocare di fretta e in verticale. Ma sembra avere un’intelligenza limpidissima, che gli permette comunque di eccellere in un calcio in cui il tempo per pensare è sempre meno. Sarebbe interessante vederlo l’anno prossimo con un allenatore che riesca finalmente a metterlo a suo agio.