Continuare nel solco della tradizione o andare verso una rivoluzione? Il nome del prossimo allenatore della Juventus ci svelerà quale strada ha deciso di percorrere la società. Fabio Caressa, intanto, non esclude clamorose sorprese...
“Complimenti all’Ajax. Allegri resta”. Un passo indietro, a quelle dichiarazioni fatte da Andrea Agnelli immediatamente dopo l’eliminazione della Juventus in Champions League. A rileggerle oggi, sottolinea Fabio Caressa intervenendo negli studi di Sky Sport 24, va fatta innanzitutto una considerazione: "Quando parliamo di una società come la Juventus, parliamo di un’azienda quotata in borsa. Non deve sorprendere quindi che all’indomani della feroce eliminazione in Champions, l’obiettivo dell’anno, sapendo di aver avuto ripercussioni sul mercato finanziario, la Juventus abbia detto quelle cose per dare un’idea di stabilità agli azionisti: in quel momento era un “dovere” dell’azienda-Juventus. Poi però, nel momento in cui si decide di “andare avanti”, bisogna anche stabilire come…".
Allegri-Juve, visioni diverse
E così arriviamo a domenica scorsa, stavolta alle parole di Nedved, quel “Chi vivrà, vedrà” pronunciato con il sorrisetto di chi già sa. "Alla base del divorzio restano le idee diverse di Allegri e della Juventus sulla rosa, due visioni differenti", continua Caressa. "Quella di Allegri, secondo il quale alla squadra, per arrivare veramente a essere da finale di Champions mancava ancora qualcosa, e dall’altra quella della società che, ricordando di aver investito già tantissimo, quel “pezzetto” in più lo pretende dall’allenatore. Pochettino, zero investimenti sul mercato, il pezzetto in più al Tottenham l’ha dato; Klopp con la sua mentalità e il suo spettacolo, anche; lo stesso Guardiola, con il suo stile di gioco. Questo, quindi, immagino sia stato il punto di svolta, dopo le prime parole post-eliminazione".
Nuovo allenatore: Juve al bivio
Veniamo quindi al terzo aspetto, quello della prossima scelta della Juventus, che secondo Caressa adesso si trova a un bivio. "O vado nel solco del mio dna, della tradizione e della mia storia – e quindi un certo tipo di nomi: ricordiamo che dal 1974 a oggi ha sempre avuto allenatori italiani, a parte il solo Deschamps nell’anno di B – oppure vado verso la rivoluzione". In questa scelta, dunque, sarà determinante la “vision” dell’azienda, con un allenatore che si dovrà inserire in questa visione. "Più che il nome dell’allenatore, sarà importante la strada che la Juventus vorrà prendere".
Occhio alle sorprese
A chiusura del suo intervento, Fabio Caressa analizza anche la lista dei possibili sostituti di Allegri che inizia a circolare: da Simone Inzaghi a Deschamps (con cui si resterebbe, appunto, nella tradizione) fino ai già citati (e "rivoluzionari") Pochettino e Klopp, senza trascurare le ipotesi Mihajlovic, Sarri, Jardim. "Non mi stupirei però - dice Caressa - se alla fine venisse scelto un nome a sorpresa, uno 'alla De Zerbi'. Ci sono così tanti nomi in ballo che ho la sensazione che la Juventus possa tirare fuori il coniglio dal cilindro". Per poi precisare: "Adesso però non scriviamo che ho detto che De Zerbi andrà alla Juventus: voglio solo dire che non mi sorprenderei se il nome del prossimo allenatore della Juventus fosse uno a cui nessuno ha ancora pensato...".