A 27 anni inizia ad allenare, a 40 dice basta e diventa lo scout di Mourinho al Real Madrid. Ha fatto 300 milioni di plusvalenze al Monaco. Dopo aver riportato il Lille in Champions League è il candidato più serio a ricoprire il ruolo di nuovo ds del Milan
Due soprannomi per raccontare la sua storia, partiamo dall'ultimo: "Il Mago delle plusvalenze". Scovare diamanti in giacimenti sconosciuti, frutto di uno scouting dettagliato, tremila profili visionati ogni anno e una valutazione da 1 a 5: A1 (talento sicuro), A2 (giocatori di squadra), B1 (possono sfondare), fino alla D, gli scarti. Parla 5 lingue (portoghese, francese, spagnolo, italiano, inglese) e si fida dei suoi collaboratori. Quando un giocatore riceve tre rapporti positivi, Luis Campos va a vederlo di persona.
Le plusvalenze di Campos
Negli anni ne ha scovati molti: nel 2013 porta Martial al Monaco per 5 milioni, uno 'scarto' del Lione, nel 2016 lo rivende allo United per 80. Oppure: prende Lemar per altri 5 e lo vende all'Atletico tre stagioni dopo, a circa 70. Poi Bernardo Silva (preso a 15, ceduto a 70), Fabinho (6, 45), Bakayoko (acquistato a 8, ceduto a 45) e molti altri, fino a Mbappè: "Tra due o tre anni vincerà il Pallone d'Oro". Dalle giovanili del Monaco al Psg, 180 milioni di plusvalenza: "È come un puzzle. I pezzi giusti, nei posti giusti. Non voglio sembrare arrogante, ma penso che creerò altri 'capolavori' come questo nella mia carriera".
Luis Campos ha fatto grande il Monaco (300 milioni di plusvalenze in tre anni), ha portato il Lille in Champions League e adesso è pronto per il Milan, è lui il più serio candidato a prendere il posto di Leonardo. Una storia che inizia da lontano, in Portogallo, anche se il suo primo soprannome era tutt'altro che positivo: lo chiamavano "campa", in portoghese vuol dire "tomba". Questo perché portava le sue squadre nel "cimitero della retrocessione".
Il suo metodo di scouting è stato ripreso in tutto il mondo
Dalla panchina a 'Re Mida' del Monaco
Gioca qualche anno, poi si diploma come educatore dello sport all'università di Porto. A 27 inizia ad allenare. Parte bene, alcuni giocatori ne lodano "il bel gioco" e l'ossessione per la tattica, poi prende un paio di batoste e decide di cambiare. Nel 2003 retrocede con il Varzim, nel 2005 con il Beira-Mar, l'ultima stagione prima della metamorfosi definitiva.
Campos smette di allenare e si reiventa consulente tecnico, riprendendo anche la sua cattedra all'università di Bercelos, vicino Braga. Collabora con qualche club e si presenta in Porsche alle lezioni, fino alla grande chance nel 2012: Mourinho lo chiama al Real Madrid, i due si conoscono da tempo e c'è stima reciproca: "Ci siamo piaciuti subito".
Un anno ai Blancos, poi la consacrazione al Monaco come direttore tecnico del presidente Rybolovlev, il miliardario russo che ha costruito una squadra vincente dopo averla presa dalla Serie B. I due legano subito. Campos si definisce 'uomo nell'ombra', quello che non ama le interviste, ma i suoi critici lo accusano di manipolare la stampa a suo favore.
Campos e Mourinho sono amici da tanti anni
La costruzione del 'miracolo' Lille
Nel 2014 manda via Ranieri dopo un secondo posto in Ligue 1 e sposa la causa-Jardim, portoghese come lui, reduce da un secondo posto con lo Sporting Lisbona: "Amo lanciare allenatori emergenti". Tempo due anni e vince il campionato davanti al Psg, poi in estate firma con il Lille del presidente Gerard Lopez, imprenditore spagnolo nato in Lussemburgo con un passato in Formula 1 (dal 2009 al 2015 è stato proprietario della Lotus).
Una particolarità: Campos non ama 'stare a busta paga', fattura le singole operazioni, sia in entrata che in uscita, e vive a Montecarlo. Il primo anno sceglie il 'Loco' Bielsa ma le cose vanno male, dopo qualche mese lo rimpiazza con Galtier: "E' stato un errore fidarsi di lui".
Quest'anno ha stupito tutti: secondo posto in Ligue 1, la miglior difesa del campionato (30 gol subiti) e il secondo miglior attacco dietro il Psg (67 gol). Più la valorizzazione di giovani talenti come Rafael Leao (centrocampista del '99, 8 reti) e soprattutto Nicolas Pépé, classe '95, 23 gol e 12 assist stagionali. Preso dall'Angers anche grazie a Bielsa, in estate si tradurrà nell'ennesima plusvalenza. Una da 'Mago'. Il soprannome vincente.