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Mihajlovic: "Arrivare 10° sarebbe un capolavoro. Futuro? Incontrerò la società"

Serie A

L’allenatore del Bologna ha parlato al termine della vittoria sul Napoli: “Il merito è tutto della squadra che si è sempre mostrata disponibile. Futuro? Incontrerò la società, non è una decisione che si prende in un giorno”

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Sette vittorie consecutive in casa e il Bologna, in attesa degli altri risultati, può sognare di chiudere al decimo posto in campionato: un risultato impensabile prima dell’avvento di Sinisa Mihajlovic in panchina. “Prendere una squadra a fine gennaio che era con un piede e mezzo in Serie B e salvarsi alla penultima giornata, se prima la salvezza era un mezzo miracolo, questo sarebbe un vero capolavoro. Il merito è tutto dei ragazzi che mi hanno dato il massimo della disponibilità, poi all’inizio con un po’ di fortuna sono arrivati dei risultati che hanno contribuito a dar loro maggiore credibilità e consapevolezza nei propri mezzi” ha detto l’allenatore, intervistato al termine della gara su Sky Sport. Ora però c’è da discutere del futuro, legato alle scelte che vorrà fare il club: “Sicuramente fa sempre piacere essere acclamato dal pubblico, ma nel calcio non c’è riconoscenza: se le cose dovessero andar male si cambierebbe di nuovo, perché gli allenatori sono legati ai risultati. Rimango sempre lucido, anche se mi hanno accolto benissimo. Avevo un debito con i bolognesi, che ora ho ripagato. Incontrerò la società ma non è una decisione che si prende in un giorno, capirò che tipo di progetti ci sono. Non so ancora nulla, perché abbiamo avuto obiettivi fino alla fine della stagione, quindi abbiamo rinviato tutto alla fine del campionato per parlarne con serenità”.

La vittoria del gruppo

“Io difficilmente mi unisco ai festeggiamenti, era così da giocatore e lo è ancora di più da allenatore perché il merito è dei ragazzi. Sono stati bravi, mi ero nascosto nel bagno dello spogliatoio ma mi hanno scoperto e mi hanno fatto il bagno con lo champagne. Però sono contento” ha proseguito Mihajlovic. Che ha saputo raccogliere ciò che di buono aveva fatto il suo predecessore, migliorandolo: “Quando sono arrivato ho provato a trasmettere la mia mentalità: non giocare mai non perdere, alzare il baricentro e l’intensità degli allenamenti, trasmettere coraggio. Vincere con l’Inter a Milano ci ha aiutato molto, poi il gruppo è cresciuto man mano lavorando molto sulla testa. Loro hanno sempre mostrato fiducia e voglia di riscattare la prima parte di stagione. È stata la vittoria del gruppo. La squadra era allenata bene prima di me, si vedeva che avevano i 90 minuti nelle gambe, ma non c’era l’intensità che piace a me”.